Lo specchio magico

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Tutta la loro attenzione tornò sul capo elfo, il quale abbozzò un sorrisetto mentre ammiccava ancora verso Vow'a.

Questi si avvicinò a uno specchio ovale poco più grande della sua testa, tenuto posato sulla sacca di pelliccia più larga, e lo trasportò dinnanzi ai ragazzi.

«Con questo specchio potrete ritrovare i vostri cari e i luoghi che riserbate nel cuore» spiegò Yeru'a. «Basterà pronunciare i nomi. Non temete, nessuno dall'altra parte sarà capace di vedervi.»

Yan era già gattonato fino alla superficie riflettente, i suoi stessi occhi verdi ricambiavano lo sguardo speranzoso. Xerxes era subito dietro di lui, così come Skye.

Yeru'a non ebbe bisogno di una risposta: si alzò e uscì insieme al figlio, per lasciare loro un po' d'intimità.

Yan stava ancora reggendo lo specchio. Poiché le sue mani tremavano, lo poggiò con delicatezza contro le gambe piegate e restò fermo a fissare se stesso, col fiato sospeso.

«Funzionerà davvero?» sussurrò Skye, che faceva capolino da sopra la sua spalla.

Lui la guardò dal riflesso. «Vogliamo farlo?» sussurrò eccitato. "E se scoprissi qualcosa che non mi piace?" si chiese. «Non mi sento sicuro...»

Xerxes spintonò Nathan. «Prova tu. Accertiamoci che non si tratti di uno scherzo.»

«Io? Io non ho nessuno da cercare!»

«Sì invece. Il tuo cavallo e il tuo ratto.»

Praticamente costretto, il ragazzo si sedette accanto a Yan, inclinando un poco lo specchio affinché potesse riflettersi. Allora parlò titubante: «Ehm, vorrei vedere il mio cavallo Cassius... per favore?»

La superficie cominciò subito a incresparsi. Era come se avessero toccato uno specchio d'acqua, che si agitò pacatamente mentre all'interno si formavano immagini diverse.

Pian piano Yan riconobbe lo sfondo di una stalla. E lì si trovava un cavallo, dal manto marrone lucente, bianco attorno agli zoccoli e sul muso.

Nathan si sporse in avanti, gli occhi neri che scintillavano entusiasti. «Non ci posso credere! Quello è proprio Cassius!»

«È davvero lui» sussurrò Yan, affascinato. «Accidenti! Anche se me lo ricordavo meno pulito.»

La spiegazione venne presto: da dietro Cassius spuntò una chioma di capelli rossi-biondi, calanti in morbidi boccoli sul viso di una bella ragazza dal volto lentigginoso. Indossava un vestito pesante e una lussuosa mantella scarlatta, che tolse per adagiarla sul cancelletto del box, prima di entrare.

«Chi è quella?» indagò Owen, in un sogghigno furbacchione. «Carina, eh?»

«Quella è Shirley Lucas!» Yan pungolò Nathan col gomito. «Cosa ci fa col tuo cavallo?»

L'amico non ebbe modo di rispondere, poiché udirono Shirley parlare: «Salve, Cassius. Provi freddo? Non temere, un altro mese e la neve si scioglierà. Sei affamato? Ti do subito da mangiare e poi ti spazzolo».

Il cavallo sbuffò forte, abbassando il capo e battendo lo zoccolo a terra.
Shirley gli sussurrò qualcosa con qualche difficoltà. Sembrava quasi spaventata, afferrava la criniera del ronzino con una certa timidezza, come se temesse che l'animale potesse imbizzarrirsi e farle male.

Fortunatamente alla fine riuscì a placarlo. «Va tutto bene, Cassius...» gli mormorò. «Oh, ti chiedo perdono... Sto facendo del mio meglio... Ti ho forse trascurato in qualcosa? I-i tuoi zoccoli hanno fo-forse delle impurità? Chiederò a mio padre di pulirli, Cassius, m-mi spiace...»

«Shirley si sta prendendo cura del tuo cavallo» bisbigliò Yan a Nathan. «Allora teneva a te.»

«Chi è lei?»

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now