Lo Spettro Bianco

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La mamma stava soffrendo come mai prima di allora, sempre più sporca, sempre più accasciata in una strana posizione mentre cercava di piegarsi ma allo stesso tempo non ne trovava le forze.

«Che cosa le succede?» si allarmò Nathan. «Perché non c'è nessuno con lei?»

«N-non lo so...» Yan scattò in piedi e cominciò a camminare in tondo, continuando a fissare lo specchio stretto tra le mani. «I-io non... Sta male! Sta malissimo! Ha bisogno di aiuto!»

Nathan rimase immobile, incerto su come comportarsi.

Alla fine però corrugò la fronte in tono sicuro. «I portsid? Ce li hai?»

«S-sì, me n'è rimasto qualcuno.»

«Da' qua, vado a chiamare Owen.»

Yan tastò le lenzuola per ritrovare i portsid che Rifel'a gli aveva lasciato.

Nathan ne ingerì uno all'istante e sparì nella luce azzurra.

In attesa del suo ritorno, Yan rimase a fissare la madre che tremava sempre più forte e mugolava alla ricerca di aiuto.

«Perché nessuno viene?!» gridò il ragazzo in preda all'angoscia. «Voglio vedere Tyler Mowbray!»

Lo specchio gli mostrò suo padre nella zona dei soldati, riuniti ad ascoltare re Kayne, in piedi su di una piattaforma in legno affinché tutti potessero udirlo.

Lo stemma del regno, con l'ippogrifo dorato e la corona bianca, svettava sopra i soldati dalle armature dei medesimi colori. Qui e là a quelle bandiere si alternava la campanula violacea del ducato di Bellspring.

«...avremo bisogno di tutti i guaritori disponibili, nessuno escluso» stava dicendo Kayne. «Questo sarà l'assalto decisivo, niente potrà fermarci!»

I soldati esultarono in eco al loro sovrano, ma Tyler Mowbray chinò la testa con aria preoccupata.

La guaritrice che avrebbe dovuto occuparsi di sua moglie era dunque tra loro, era stata costretta ad abbandonare la paziente per obbedire al re. Yan riuscì a scorgere anche Shirley Lucas, tutta tremante e con le mani al petto, terrorizzata all'idea dell'atrocità a cui era prossima assistere.

Yan afferrò un chicco di camougrape bianco. Quasi marcio che fosse, non badò al sapore aspro, le sue papille gustative non funzionavano. Nessun suo senso funzionava, tutti e cinque erano momentaneamente inibiti dall'orrore.

Non trascorse molto prima che Nathan riapparisse accompagnato da Owen, entrambi già con la pelle scura.

Yan guardò implorante quest'ultimo. «Mia madre ha bisogno di te! Ti prego

L'amico annuì. «Va bene.» Era spaventato, si vedeva benissimo, ma non si tirò indietro. «Andiamo.»

«Ti coprirò io.»

Yan mangiò il portsid, afferrò Nathan e Owen e li trasportò con sé.

                                     *

Si trasportarono proprio di fronte alla tenda della madre di Yan.

Il giovane spinse i due compagni all'interno, appena in tempo prima che le facce degli abitanti di Murcuw roteassero in loro direzione.

Sgomenti, fissarono Yan, bianco latteo ma con la faccia arrossata dai lividi, riconoscendolo per quanto avevano udito dal re.

Il ragazzo puntò il dito contro ciascuno di loro. «Se insisterete a stare qui, la pagherete cara!» tuonò.

Si volse poi a mandare giù un portsid, per riapparire presso una nuova tenda.

«Nessuno verrà risparmiato! Questo è un avvertimento! Andatevene! Andate via!»

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now