I Cacciatori misteriosi

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Reincontrò Dalila una sola volta da che il morbillo era passato. Attese almeno una settimana, poi apparve nel suo giardino, dove l'aveva vista, attraverso lo specchio, seduta al tavolo.

Fissava Huge ridere a crepapelle mentre Odu gli rotolava di fronte. Flarì fluttuava invece vicino alla sua padroncina, di un triste colore tra il grigio e l'azzurro.

Dalila aveva gli occhi gonfi come se avesse appena smesso di piangere, lo scintillio vitale sembrava essere svanito dal suo corpo.

Ciononostante sollevò la testa di scatto non appena Yan apparve nella luce azzurra del portsid, dunque gli corse incontro per abbracciarlo.

Il ragazzo la strinse con quanta forza aveva nelle braccia, portandola a mugolare dal dolore. Non voleva farle del male, ma le era mancata così tanto.

Ed era consapevole di quanto le sarebbe mancata da lì in avanti...

«Ho avuto così tanta paura!» mugolò lei, in lacrime.

Yan non l'aveva mai vista piangere prima, ma anche col volto così tanto bagnato la trovò la ragazza più meravigliosa di tutto l'universo.

Ardente adesso di un allegrissimo giallo, Flarì lo accolse a furia di giravolte, avvicinandosi in attesa che lui sollevasse la mano sinistra per accarezzarla col guanto ignifugo.

Dalila li fissò intenerira. «Temevo che avessi contratto il...»

«È stato così» la interruppe Yan a bassa voce.

La giovane si scostò un poco per studiarlo dalla testa ai piedi, mentre si asciugava gli occhi. «Sì, lo vedo, sei dimagrito molto...» Portò poi le mani a coprirsi gli occhi, addolorata. «Tua madre...»

Yan non voleva mentirle, ma sapeva che presto sua madre sarebbe morta, e se in futuro non avesse potuto ricevere la consolazione dell'amata, desiderava averla almeno adesso. «Già...» sussurrò dunque.

«Mi dispiace tantissimo, Joshua. È stata colpa... è stato quel... quell'amico di mio fratello...» Dalila esalò un gemito affranto e si asciugò gli occhi, prima di scuotere la testa. «No... In realtà, tutta la città di Hanover è stata colpita dal morbillo e... e M-Moe...»

Il ragazzo lanciò un sospiro misto a un mugolio. «Lila, vieni qui...» e l'accolse di nuovo tra le sue braccia, stringendola più forte che poté.

«Ti ho cercato, ero così in pensiero...»

«Mi dispiace, mio padre ha innalzato un incantesimo d'invisibilità sul bivacco. Ma sto bene, Dalila.»

«Buffo il destino. Sembra che il morbillo abbia compromesso anche altri Paesi...» singhiozzò lei. «Ho saputo che l'Umhïrtröfa ha trovato il modo per curarlo. Perché non prima che Moe...»

«Tratta un ambito molto complicato» rispose piano Yan. «E sono certo che porta rancore verso se stesso per tutte quelle vite che non è riuscito a salvare.»

Dalila annuì contro il suo petto. «Sì... forse hai ragione...»

Yan fece una smorfia contro la sua spalla, rendendosi conto che era il momento di dirle addio.

"Come faccio? Non posso... Come faccio ad abbandonarla?" «Dalila, io... io non potrò tornare tanto spesso...»

La ragazza alzò lo sguardo su di lui. Si aspettò di vederla sempre più triste, o arrabbiata, prima che cominciasse a imprecargli contro...

Invece ritrovò un po' della sua determinazione e annuì. «Sì, capisco. Tuo padre ha bisogno di te.»

"Non ne ho idea. Lui ha soltanto bisogno di mia madre, ma lei presto non ci sarà più..."

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now