I semi

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Yan balzò per evitare lo sgambetto da parte della lancia avversaria. Si chinò appena toccò terra, per non venire colpito al busto, allora girò su se stesso così da tirare un calcio alla caviglia di Rifel'a. L'elfo ricadde da accucciato, sibilante per il dolore, ma si gettò sopra Yan per atterrarlo nella neve e fuggì prima che lui potesse sferrargli una ginocchiata al busto. Il ragazzo si levò con un salto e si girò appena in tempo per schivare il rimbalzo di Rifel'a contro un albero, mossa che altrimenti lo avrebbe colpito usufruendo di entrambi i piedi.

Mentre si spostava, Yan mosse la propria lancia affinché potesse battergliela di piatto sul busto. Rifel'a gliel'afferrò e la scosse, sbilanciandolo per farlo rovinare di nuovo nella neve, riuscendo così a sottrargli l'arma.

Il ragazzo fece per rialzarsi, ma quando aprì gli occhi si ritrovò l'estremità non appuntita contro il petto.

Era morto.

Sospirò e afferrò la mano tesa di Rifel'a cosicché lo aiutasse a rialzarsi.

«Ottime mosse, umano.»

Yan si riappropriò della lancia e fece un sorrisetto. «Anche le tue, elfo.»

La lotta contro Rifel'a non era stata affatto come si era immaginato.

Aveva studiato i libri riguardanti gli elfi, era venuto a conoscenza di quanto fossero abili e lesti nel combattimento; li aveva sempre immaginati come creature la cui velocità poteva essere quasi impercettibile all'occhio umano.

Invece a Yan era parso di combattere contro un suo pari, come all'accademia.
Probabilmente Rifel'a aveva trattenuto tutta la sua forza per non vincere in un semplice battito di ciglia. Aveva persino evitato di usare la magia.

«Dunque, Yan, vuoi che ti insegni la mossa del rimbalzo?»

Il ragazzo scoppiò a ridere. «Noi umani non siamo capaci di questo tipo di tecniche. Per raggiungere un'agilità simile servono decine di anni di allenamento. Non siamo leggeri come voi elfi.»

Rifel'a parve un poco offeso, ma si riscosse subito per chiedere: «Io invece ho trovato interessante quel tuo roteare su te stesso da accucciato. Potresti insegnarmi?»

Yan rimase perplesso. Era una mossa semplicissima, che lui aveva imparato al primo anno e nei primi mesi di addestramento.

La mostrò molto volentieri all'elfo, facendolo accucciare come lui e illustrandogli come darsi lo slancio per ruotare sul posto tenendo una gamba tesa.

Rifel'a imparò in fretta, girando senza difficoltà nella neve.

Forse gli elfi conoscevano così tante mosse da battaglia tutte loro che trovavano fin troppo elementari quelle degli umani, di fatto non parve tanto entusiasta della nuova tecnica appresa, quasi fosse rimasto deluso dalla sua facilità.

Cercò comunque di mostrarsi felice per far contento il suo nuovo amico. «Ti ringrazio.»

«Grazie a te. È stato divertente!» Yan si grattò la nuca. «Mi dispiace averti deluso la scorsa settimana, ma i miei amici necessitavano del mio aiuto.»

«Oh, lo comprendo benissimo. Mio padre mi ha spiegato che per la maggior parte delle altre creature l'inverno è come l'estate per noi: insopportabile.»

Yan s'inginocchiò per creare una palla di neve. «L'inverno ha i suoi aspetti positivi. Io cerco sempre di guardare quelli, piuttosto che i negativi, in qualunque cosa. In questo modo è molto più facile affrontare le difficoltà.»

Si girò verso Skye, seduta poco più in là a raccontare storie agli elfetti. Prese bene la mira e lanciò la palla di neve contro la sua spalla, mandandola quasi a capitombolare in avanti.

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now