Al salvataggio (Parte 2)

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Yan scattò con la schiena piegata per schivare la lama e travolgere il cavaliere, il quale lasciò cadere l'arma e finì riverso a terra. «Tu!» gridò affaticato, gli occhi verdi spalancati. «Lo Spettro!»

Il ragazzo sollevò una freccia per poterla conficcare nell'occhio del suo nemico... ma si arrestò non appena lo riconobbe sotto l'elmo alato e lo strato di sporco: era suo padre.

Adesso teneva gli occhi strizzati, in attesa della morte. «Hai succhiato via la vita di mia moglie... Ho già perduto fin troppo...» e cominciò a respirare più lentamente, quasi rilassandosi. «Forse è meglio morire...»

Yan lo guardò con disgusto.

"Però, se Xerxes avesse ragione e l'anno scorso Mowbray ha tentato di proteggere me e Nathan?"

Inoltre si trattava di suo padre... come avrebbe potuto ucciderlo?

Si spostò per lasciarlo alzare e lo guardò strisciare all'indietro, senza osare incrociare gli occhi di colui che riteneva soltanto uno spettro.

Se solo avesse provato a guardarlo, avrebbe riconosciuto suo figlio?

Yan sospirò, stanco e afflitto. «Mi fai schifo...»

Suo padre si fermò, il volto attraversato da un'ombra di dolore.

Infine fuggì, e di lì a poco scomparve in una luce colorata.

Yan avvertiva un profondo vuoto nel petto.

Aveva scelto di risparmiare suo padre, un nemico...

«Yan» lo chiamò Nathan, accanto a lui. «Dalila. Devi andare.»

"Dalila!"

Lei era vicina, doveva salvarla a tutti i costi!

Prese un respiro profondo e avanzò.

                                *

Costretto a camminare in mezzo ai cadaveri degli unicorni e dei soldati, gli stivali di Yan rilasciavano ormai impronte di colore rosso mischiato al rosa. I corpi degli equini non erano divelti irregolarmente come lui si era immaginato, ma lo splendore dei loro manti donava un tocco paradossalmente ancor più sepolcrale.

Il giovane si guardò intorno, camminando quatto tra gli alberi. Alle sue spalle udiva gridare imprecazioni per quanto accaduto ai combattenti alla Pozza del Mana.

«Dalila?» cominciò a sussurrare. «Dalila? Sono io.»

Avvertì un fruscio alla sua destra e scorse un movimento tra le radici di un grosso fusto ricoperto di pelo nero. «Sei tu?»

Nel riconoscere la sua voce, Yan si lanciò da lei: la pelle scura di Dalila si confondeva nel buio, ma i suoi occhi brillavano ai bagliori delle shixleaves nelle vicinanze.

Il ragazzo le sorrise radioso. «Non hai idea di quanto sia felice di vederti!»

Dalila gli prese il viso tra le mani e si baciarono. «Sei sempre pieno di sorprese!»

«Dov'è Huge?»

Lei si girò per mostrare il fratellino, che teneva gli occhi sgranati nella confusione, le manine strette al pelo di Odu. Per fortuna non stava piangendo.

«Flarì?»

«È qui vicino, scura per non farsi notare. Non può entrare qui, rischia di dar fuoco all'albero.»

«Come ti è venuto in mente di venire nel cuore della Foresta?» bubbolò Yan. «Oh, lasciamo stare. Vieni, ti porto al sicuro.»

«Sei venuto a salvarmi?» Dalila non accennò ad alzarsi. «Come facevi a sapere che mi trovavo qui?»

I Flagelli: TradimentoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora