La forza dell'Ira (Parte 1)

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Contando tutte le differenti frecce nella faretra, riconoscibili dai diversi segni sul legno, Yan poté ritenersi pronto alla battaglia.

Al suo fianco, James aveva la benda alla fronte, pronto a calarla sugli occhi non appena si fossero trovati a combattere. La cintura di Owen era carica delle sue fiale, non solo sonnifere, ma anche velenose e acide, oltre a fiasche d'idromele che avrebbero aiutato col fuoco. Xerxes aveva già il coltello alla mano sinistra e all'altra il pugnale, la cui lama era avvolta da un panno. Il suo sguardo infuocato bramava vendetta.

Passarono di fianco all'albero che era Vow'a e, senza degnarlo di uno sguardo, raggiunsero il sentiero che conduceva al boschetto dell'albero rosa, dove riuscirono svelti a trovare il passaggio segreto di cui non si erano mai accorti, nascosto da un grosso masso che smossero con difficoltà anche unendo le forze.

Imboccarono il cunicolo sino a calare nel buio più profondo, con James che li guidava sfruttando gli altri sensi.

Non occorse molto prima che Yan arrivasse a riconoscere il chiacchiericcio che rimbombava dalle caverne degli elfi fino a loro.

Sentì stringersi lo stomaco per la paura e il dolore. Aveva considerato quella tribù loro amica, si era divertito a trascorrere il tempo con loro, invece Yeru'a e i suoi compari avevano sempre e solo avuto l'intenzione di sfruttare i sei ragazzi.

«Yan, Owen» sentirono chiamarsi da Xerxes, il cui tono suonava freddo come l'oscurità in cui si nascondevano. «Mettiamo da parte i sentimenti, va bene?»

Yan annuì, mentre alle sue spalle Owen farfugliava un cupo assenso.

Non appena cominciarono a scorgere la tenue luce azzurra provocata dal ghiaccio incantato, lasciarono passar avanti il giovane guaritore.

Nello sporgersi a sbirciare, scorsero una grotta gremita di una decina di elfi: era l'antro in cui l'erborista offriva le sue spezie e le sue pozioni, tra cui anche i semi che dovevano aver già somministrato a Skye e Nathan per far avere loro una prole numerosa.

Come se lei fosse una cagna che doveva mettere al mondo almeno una decina di cuccioli alla volta...

Owen prese un respiro profondo. «Ci siamo...»

«Se ti senti svenire, dillo subito» lo chiamò James.

«Sto bene... N-non lascerò Nathan e Skye. Resisterò fino alla fine, promesso. Sei pronto, Yan?»

Questi annuì. La freccia che aveva preparato presentava tre firethorn incastrate insieme da un'aggiunta metallica, un'idea che Xerxes aveva avuto per prevenzione dopo la battaglia ad Hanover.

Gli occhi di Owen brillarono spaventati e inquietati nella sua direzione, prima che lanciasse una fiaschetta alle spalle degli elfi riuniti attorno all'erborista.

Appena il cristallo si frantumò e l'idromele macchiò i presenti, Yan scoccò prima una, poi due frecce uguali, poi tre, così da riuscire a colpire più elfi e il pavimento.

Le fiamme avvamparono all'istante, avvolgendo la metà dei presenti.

I cinque rimasti illesi erano sconvolti, terrificati dal loro elemento antagonista.

Allora Yan prese un'altra boccetta da Owen e mosse forte il braccio per colpire anche loro, prima di sparare un'ennesima freccia.

Percepì la temperatura delle fiamme riscaldare orribilmente la caverna e vide illuminarsi il cunicolo in cui si trovava.

Lui e James si gettarono nell'inferno, evitando abilmente i corpi elfici che si contorcevano a terra in preda a grida agonizzanti. Le spire, avide e affamate, languivano le loro membra con spietate carezze.

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now