La riunione

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«Ho paura...»

Elijah batté sulla sua spalla. «Andrà bene, ne sono convinto. Non ho mai visto una donzella con uno sguardo tanto forte. Forse solo Bianca.»

Yan non riuscì a rispondere, tanto avvertiva l'impellente bisogno di vomitare.

Non faceva altro che tenere lo sguardo puntato sullo specchio su cui veniva mostrata Dalila, intanto che lui stringeva a sé il piccolo Huge. La ragazza aveva appena svoltato in direzione nord, come Elijah le aveva indicato.

Non impiegò molto prima di raggiungere la cerchia di Cacciatori Oscuri, tutti seduti in religioso silenzio, ad attendere.

All'unisono girarono le teste verso il loro apparente compare appena arrivato, ma non si prostrarono in alcun tipo di saluto a parola né a gesto. Rimasero muti, a osservare Dalila che si sedeva tra loro.

Nessuno ebbe reazioni negative. Ormai dovevano aver già percepito la quantità di magia nel sangue della giovane e nessuno stava protestando a riguardo.

Era ufficiale: il Cacciatore d'Ilashwia era stato un "debole", capace tuttavia di usare anche la magia nera.

Alla riunione erano presenti tre uomini e due donne, oltre a Dalila che stava interpretando un uomo. Erano tutti così brutti, con i volti butterati da lunghe cicatrici; i loro capelli erano tenuti calanti sulle spalle, sia per gli uomini che per le donne. Qualcuno portava una benda attorno al collo, ma nessuno sembrava intenzionato a volersi coprire il viso in quel misterioso ritrovo.

Yan si chiese se si conoscessero a vicenda o se la loro organizzazione avesse richiesto, fino a quel momento, la segretezza assoluta tra membri.

Huge lo guardò a occhi spalancati, quasi lui stesso avesse recepito l'anomalia dell'episodio e stesse domandando chiarimenti ai grandi. Non ricevendo soddisfazioni, volse nuovamente la testa rotonda per fissare incuriosito le immagini dello specchio.

Dopo pochi attimi di silenzio, un uomo dai capelli rossi striati di bianco sollevò la testa e cominciò a parlare la lingua secca della dittatura di Dochst: «Ben trovati, fratelli puri. Sono passati quattordici anni da che siamo stati scelti per assolvere la nostra missione, e finalmente eccoci qui, tutti riuniti per la terza volta. La Foresta di Hanover, il ducato di Bellspring, tutto il regno di Egaelith ha l'onore di ospitare questo evento!»

Si batté il pugno sul cuore, allora i suoi compagni imitarono il gesto.

Dalila si affrettò a fare altrettanto.

Una piccola donna dagli occhi a mandorla e la carnagione giallognola si sporse in avanti per parlare nella strana lingua dell'Est che Yan conosceva, sebbene dovette concentrarsi a fondo per tradurre: «Avrete notato l'assenza di uno di noi».

Tutti annuirono borbottando parole sconnesse.

Dalila fece lo stesso muovendo semplicemente le labbra.

L'uomo dai capelli rossi, col portamento rigido della sua provenienza, sibilò irritato: «Sì, il nostro fratello dello stesso regno di Egaelith non si è presentato. Che cosa significa? Eppure è stato lui a richiedere che l'incontro avvenisse qui».

«Può darsi che sia morto in seguito?» mugugnò una donna dalla pelle olivastra, l'unica tra loro i cui mali riuscivano a risaltare in maniera un po' più fascinosa sul viso più morbido. La sua era la lingua sciolta e cantilenante del Panses.

«Se davvero è così, significa che è stato ucciso dal suo Flagello...»

Tutti i Cacciatori si scambiarono occhiate cupe e inquietate, Dalila incrociò i loro sguardi più nella confusione che nella paura.

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now