I segreti della Foresta

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Yan apparve proprio di fronte a re Kayne.

Era così vicino, l'uomo che odiava con tutto se stesso, che aveva provocato così tante pene a lui e ai suoi amici.

Il sovrano si pietrificò, spiazzato dell'apparizione, la boccetta di veleno tenuta sollevata a mezz'aria.

Yan invece aveva il pugnale all'altezza dello stomaco, la punta rivolta proprio verso il re.

Sarebbe bastato uno scatto...

L'uomo indossava l'armatura, eppure era certo di riuscire a conficcare la lama in una giuntura e da lì a raggiungere le costole.

"È il padre di Xerxes..."
"Ma è un mostro..."
"Ma è il re..."
"Sta provocando questa guerra..."
"Ma la ragione è dalla sua parte..."
"Però sta per uccidere Elijah, e ci ha dato così tanto dolore..."
"Ma noi siamo "bestia"..."
"Elijah però non lo è..."

Quegli attimi di esitazione bastarono al monarca per sollevare le mani e creare un campo di forza attorno al corpo, che su Yan non ebbe comunque alcun effetto.

«Uno spettro! Guardie! Sacerdoti!» cominciò a strillare il sovrano.

"Uno spettro! Mi crede uno spettro per la mia pelle bianca e perché attraverso il suo scudo!"

Ora aveva più chiaro come poter agire.

Yan nascose il pugnale e puntò l'indice contro il volto del re, il quale, per quanto veloce si ritraesse, emanava superbia e furia distruttiva da tutti i pori.

Il giovane percepì il terreno tremolare sotto ai piedi, segno che Kayne stesse smuovendo la terra, mentre in una sua mano crepitava il fuoco e in quella col veleno scintille elettriche.

Quando Yan udì un rumore alle spalle, si girò per accertarsi che Elijah fosse fuggito, allora ne approfittò per incastrare un portsid tra i denti.

Poi, grato che nell'ultimo anno la sua voce avesse abbassato i toni, tornò a rivolgersi al re: «Sono stufo di questa guerra! Sono stufo della vostra presenza nella mia foresta! Esigo che ve ne andiate! Altrimenti...» e mentre parlava spezzò il portsid e si trasportò altrove, frattanto che il re scagliava lingue di fuoco e saette contro il suo corpo.

Yan riapparve nel bel mezzo dell'accampamento, proprio accanto a Elijah.

Il principe si fermò d'improvviso a scambiare un'occhiata con lui prima di scattare via, mentre il "bestia" si voltava ad affrontare i soldati attorno alle tende.

Li puntò girando lentamente su se stesso e inchiodandoli con lo sguardo mentre tuonava: «Sarà il primo avvertimento! Non vi voglio nella mia foresta! Andatevene! Niente sangue qui! NIENTE SANGUE!»

Poi si voltò, intanto che i guerrieri si gettavano su di lui, ma Yan aveva già inghiottito un ennesimo seme e riapparve sulla cima di un albero, proprio sopra il falò che scoppiettava.

«Nessuna battaglia! Tornatevene a casa vostra! Andate via! ANDATE VIA!»

«Arcieri!»

Masticato un terzo portsid, Yan riapparve al di fuori dell'accampamento, ma non abbastanza lontano perché i soldati non riuscissero a scorgere il bagliore. Aveva semplicemente richiesto di comparire vicino a Elijah, che avvertì infatti al suo fianco, per quanto non riuscisse a vederlo.

Quando Yan buttò giù un nuovo portsid, trascinò l'amico con sé.

*

I due ragazzi comparvero in una zona più oscura della Foresta di Hanover.
Lì gli alberi erano parecchio più alti, con i fusti dal diametro equivalente alla larghezza di un elefante, contorti e nodosi quanto i rami. Alcuni cespugli brillavano di luci abbaglianti, arancioni e azzurre, e dei fiori alti tanto quanto Yan s'innalzavano creando inquietanti giochi di luci e ombre che lo fecero pensare a tutte le fiabe dell'orrore che conosceva.

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now