La serata più bella

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Per il Solstizio d'Estate, gli elfi prepararono una cena composta prevalentemente da frutta e verdura. La carne era stata sistemata soltanto per le loro voglie, dato che la mangiavano cruda e fredda.

«Inutile che vi lamentiate» commentò Owen, mangiucchiando la torta alle mele preparata per Xerxes. «La frutta e la verdura possono farvi solo bene.»

«Io lo avevo detto di usare il cioccolato per la torta» sussurrò Yan con un'occhiata complice verso Nathan.

Xerxes sembrò sentirli, ma scrollò le spalle e, sempre sorridente, aspettò di mandare giù il boccone prima di parlare: «A me va benissimo così, dico sul serio».

Yan lo fissò, rosso in volto quanto i suoi capelli.

Gli elfi avevano esposto un nutrito assortimento di alcolici tipici della loro tradizione, ma a sentire il metodo di lavorazione e gli ingredienti, i sei ragazzi avevano preferito rinunciare – Owen non si era trattenuto dal sottolineare che il sangue di civetta non dovesse rientrare nella dieta di un essere umano.

Fortunatamente avevano avuto la buona maniera di portare un po' del proprio vino, una delle tante bottiglie che gli abitanti di Shiwh, nella loro inconsapevolezza, avevano regalato all'Umhïrtröfa.

Non era la prima volta che assumevano vino, birra o idromele: dopotutto, liberi dagli adulti e nascosti dalle leggi, potevano fare ciò che volevano.

Stavolta però Yan aveva preferito bere poco, non volendo essere troppo annebbiato per l'appuntamento con Dalila.

Gli altri invece si erano lasciati andare. Xerxes, Nathan e Owen avevano le guance un arrossate, ma erano Skye e James quelli più preoccupanti, che non facevano altro che ridere fuori controllo.

Non era una novità, erano sempre loro due quelli a esagerare. La cosa sorprendente, i primi tempi, era stato vedere lei che spingeva lui a scolare quanti più calici possibili.

«James Carter! È vero che avete battuto la mia sorellona?» Una piccola elfa di nome Huye'e saltellava attorno al ragazzo tirandogli la camicia.

In un breve attimo di lucidità, James smise di ridere e la fissò titubante, prima di scambiare un'occhiata con gli amici.

Anche Yan sentì salire la pelle d'oca. Si trovavano nella grotta che faceva da posto di gioco per gli elfetti, ma gli adulti avevano un udito tanto fino che avrebbero potuto sentire benissimo anche dalle altre caverne.

I piccoli continuavano a balzellare attorno a James, mentre Huye'e squittiva entusiasta: «Siete davvero così forte, James Carter? Ci date una dimostrazione? Per favore

Lui allora distolse lo sguardo, tornando a ridere. «Va bene! Sì, vi faccio vedere. Però lasciatemi.»

Una volta libero dai bambini, i quali sedettero in disparte con gli occhioni obliqui spalancati, James si avvicinò alla chetichella a Skye, occupata a spiegare a Rifel'a cosa fosse un segna-ore – con tanto di risate e singhiozzi a interrompere il discorso.
Non appena il ragazzo le fu alle spalle, la sollevò a sorpresa e la rigirò per tenerla ferma a testa in giù.

«Ehi!» Skye rise più forte. «Ti conviene mettermi giù, Carter! Potrei vomitarti sugli stivali!»

Lui, di contro, cominciò a saltare sul posto per scuoterla. «È un rischio che sono disposto a correre!»

Mentre i piccoli elfi cominciavano ad applaudire, James mise l'amica a terra e si avvicinò a Owen per riservargli lo stesso trattamento.

«Lasciami andare, idiota!»

«Beh, se me lo chiedi così, allora no!»

Anche Owen scoppiò a ridere, del tutto fuori controllo. «Liberami, Jamie! S-sto per rigettare tutto...»

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now