Scuse forzate

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Nonostante Yan provasse il prepotente desiderio di allontanarsi con lo specchio per raggiungere Dalila, quel giorno si era già preparato a trascorrerlo senza la sua vista sublime. Si era infatti recato alle caverne degli elfi non per poterla incontrare, bensì per aiutare la tribù con i preparativi per la festa del Solstizio d'Estate.

«Voi elfi dell'inverno siete davvero bizzarri» disse a Rifel'a, intanto che appendevano amuleti di legno in una radura affacciata su di un dirupo. «Odiate l'estate, ma ne festeggiate l'inizio.»

«Ci nascondiamo dall'estate, ma la rispettiamo» rispose l'elfo. «Tutto esiste secondo un delicato equilibrio. Se fosse inverno durante l'intero anno, le piante non si rigenererebbero mai. Il ciclo donato dagli dèi deve venire rispettato da tutti, nei suoi pregi e difetti.»

Uno strillo melodioso interruppe la conversazione, e Yan si girò a osservare la bella aquila calva atterrare non troppo distante dalle sue gambe. Il rapace avanzò lentamente, con il collo rivolto in avanti, gli occhi che tenevano puntati Rifel'a, a lei estraneo.

Quando Yan si piegò per sfiorarle il dorso del becco, l'aquila frullò le ali e premette la fronte contro le sue dita, per infine innalzarsi sfiorandogli il viso e allontanarsi per tornare al nido.

La osservò salire sopra le caverne, mentre Rifel'a mormorava attento: «Non ho mai incontrato un'aquila empatica come lei, soprattutto così fiduciosa negli esseri umani. Mi assicuri che è educata?» Indicò il punto in cui era sparita. «Lassù si trova il nostro santuario dell'amore.»

Incapace di rispondere a parole, Yan si limitò ad annuire, porpora in volto mentre si affrettava ad appendere le ultime decorazioni.

Una volta terminato il lavoro, Rifel'a andò a cercare suo padre per chiedere nuove direttive, mentre il ragazzo si allontanava a riposare nella grotta dove solitamente giocavano i piccoli elfi.

Trovò Skye e Nathan intenti a scherzare con i bambini, i quali assumevano pose buffe a imitazione degli animali. Yan riconobbe il gioco perché lui stesso era stato solito farlo da piccolo, e infatti era Nathan a portarlo avanti: gli elfetti dovevano imitare le sue pose strambe, con Skye che se la rideva alle sue spalle.

Allungato su una gamba sola per fingere, forse, una gru, Nathan venne interrotto da una piccola elfa che cominciò a sbracciarsi saltellando sul posto. «Adesso posso decidere io? Posso?»

«Ma certo! Vieni pure al mio posto, Mint'et.»

La piccina si posizionò di fronte ai compagni di gioco e si accucciò a imitare i balzelli di una rana, subito seguita da tutti gli altri.

Adagiata lì vicino, Niawn si girò a guardarli gracidando, prima di cadere su un fianco.

Una mossa che fece sbellicare i piccoli prima che ciascuno di loro riproponesse la sua caduta, facendo arrabbiare Mint'et, ancora ritta sulle quattro zampe.

Skye rideva a sua volta mentre Nathan si avvicinava. «Ci sai proprio fare con i piccoli, eh?»

«Diciamo che me la cavo, sì. In fondo, sono abituato alla tua compagnia.»

«Ehi, aspetta un momento, cosa staresti insinuando? Che io mi comporto come una bambina?» lo sgridò, pur facendolo ridere sempre più forte. «Yan, aiutami! Nathan mi sta prendendo in giro!»

Yan però sollevò le mani. «Non mettetemi in mezzo ai litigi di coppia!»

Fortunatamente per Nathan, un suono simile a un ringhio risuonò dalla grotta vicina, un verso che Yan riconobbe come quello di James.

«Oh oh, che cosa starà combinando?»

«Si allena con alcuni elfi. Hanno insistito tanto per insegnargli qualche mossa.»

I Flagelli: TradimentoWhere stories live. Discover now