Cuore confuso

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Yan s'impegnò a fondo pur di mantenere la promessa fatta a Dalila.
Quando riusciva a liberarsi dei suoi amici e a convincerli a lasciarlo cacciare da solo, lui scappava verso l'accampamento elfico, dava una controllata ai genitori e al territorio attorno alla fattoria, poi tornava ad allontanarsi e si trasportava a casa della ragazza.

Dalila sembrava sempre molto felice di vederlo e di lavorare in sua compagnia.

A differenza di Moe.

Ancora il bambino non sembrava disposto a dar fiducia all'estraneo. Le poche volte in cui i due rimanevano soli, prima che Moe si allontanasse mostrava le sue mani infuocate in chiaro segno di minaccia.

Yan faceva di tutto pur di rimanergli alla larga.

Conobbe anche il piccolo Huge, un pupo che, nonostante non avesse ancora compiuto il primo anno di età, non faceva altro che mugolare parole incomprensibili e ridere come un matto quando la cagnetta Odu si rotolava di fronte a lui. Ogni tanto persino Flarì lo intratteneva esibendosi in giravolte che, più che divertirlo, lo ipnotizzavano così da farlo rimanere buono.

«Perché lo avete chiamato Huge?» domandò Yan, a stento reprimendo un sorrisetto.

Dalila si accorse delle sue smorfie e ne approfittò per sferrargli un pugnetto alla spalla. «Perché diventerà grande, grosso e forte. Appena la mamma partorì ci lasciò Huge e se ne andò con papà» raccontò.

«Perciò è cresciuto col latte delle mucche.»

«Scherzi? Questo furbacchione attaccava la bocca direttamente alle mammelle e succhiava come un disperato!»

Yan scoppiò a ridere, certo che Owen ne sarebbe rimasto scandalizzato: i bambini neonati erano molto delicati, dovevano essere tenuti sotto controllo, lontani da qualsiasi forma di sporco e i loro piedini dovevano venire costantemente lavati, dato che avevano la strana abitudine di ficcarseli in bocca.

Huge invece si mangiucchiava il piede sporco, e nonostante tutto sembrava sano come un pesce: evidentemente crescere nella terra doveva averlo già reso resistente, se non addirittura immune agli effetti di alcuni batteri.

Yan sperava solo che Dalila non se ne approfittasse e che lo lavasse almeno prima di metterlo a letto.

La giovane accolse il fratellino che gli gattonò tra le ginocchia e si lasciò cadere sulla schiena per poterlo sollevare. Forse credendo di star volando, Huge rise agitando braccia e gambe.

«Tu non hai fratelli, Joshua?»

«Ho un amico col quale sono cresciuto e che considero come un fratello. Però noi due», sghignazzò indicando fratello e sorella, «non abbiamo mai fatto questo

«Certo che no, tontolone!» Dalila fece saltellare Huge sulle ginocchia, per infine riacciuffarlo e passarlo a Yan.

Il ragazzo lo raccolse e lo voltò così da poterlo guardare negli occhi. Huge tese le manine ad afferrargli le guance, che strapazzò nel volerle modellare a suo piacimento.

Alla fine, per evitare che la sua faccia subisse altre moine strane, Yan lo posò accanto a Odu, la quale si affrettò a rotolarsi sulla schiena per farlo ridere ancora.

«Come si chiama il tuo amico?» domandò Dalila.

«Steve. E invece tu? Hai qualche amico in città?»

Dalila andò a sederglisi accanto, la spalla che premeva contro la sua. «Sì, ho un paio di amiche. Purtroppo ultimamente non sono più riuscita a incontrarle. È raro che vengano a farmi visita, considerando che da quando il re ha attaccato Bellspring, molti cittadini di Hanover stanno discutendo su una fuga verso nord.»

I Flagelli: TradimentoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora