Capitolo Novantadue

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POV'S RACHELE.

Eravamo in semifinale.
Io, Alex, Michele, Luigi, Serena, Albe, Dario e Sissi.

A stento ci credevo. Mi sembrava assolutamente impossibile. Mi ero affezionata, strano ma vero: Io, Rachele Amato, mi ero affezionata a questo posto e a queste persone.

Volevo ritornare indietro nel tempo, quando ancora non mi sarei mai aspettata tutto questo.
La Celentano, Maria, i miei amici Carola, Mattia e Christian, Alex... sopratutto lui.

Solo qualche settimana fa avevamo litigato. Ero caduta in una sorta di pausa dove la tristezza aveva avuto la meglio su di me. Forse perché senza Carola e Christian era difficile andare avanti. Non mi sarei mai immaginata che delle persone potessero condizionare i miei stati emotivi, e invece eccomi qua.
O forse perché avevo paura di quello che ci sarebbe stato fuori.

Alex mi aveva sgridato come un padre faceva alla propria figlia. Odiavo quando la gente mi ripeteva sempre le frasi fatte cercando di consolarmi.

"Tranquilla passerà."
"Questa timidezza se ne andrà, non sarai sempre così."
"Starai meglio."

Parole, Parole, Parole.

Erano solo parole.

Ed io ero sola, immersa in quelle parole.

Le facevano uscire fuori dalla loro bocca con una facilità che mi faceva ribollire il sangue. Come ne erano così sicuri? Che ne sapevano loro di me? Perché mi ripetevano che quando sarei diventata grande sarei cambiata?

Avevo 19 anni. Non ero già abbastanza grande?
Con grande, cosa volevano esattamente intendere?
Quanti anni avrei dovuto raggiungere?

Volevo cambiare e diventare grande come dicevano, così grande da non essere bloccata dalla mia timidezza.
Qui mi ero aperta, ma fuori? Fuori sarebbe stato tutto come prima.

E poi arrivò Alex,
che invece di dirmi soltanto parole, mi ha preso per mano e non me l'ha mai lasciata.

Lui non mi diceva che sarei cambiata, no. Lui mi voleva così com'ero, perché io non ero rotta e non avevo bisogno di essere aggiusta.
Andavo bene così.

Non saprei come descrivere a parole quello che provavo per Alex e quindi l'ho fatto tramite i gesti. L'ho sempre fatto e lui l'ha sempre capito.

E sono arrivata fin qua con lui, e volevo assolutamente concludere questo percorso con lui.

Feci avanti e indietro per la sala relax fissando ripetutamente le mie valigie.

Sissi era in finale, così come Michele e così come Luigi.

Mancavamo solo io, Alex, Dario e l'altra coppia.

Ad essere sinceri, Alex non era più presente fisicamente in sala relax. Era stato chiamato dalla produzione, doveva raggiungere lo studio per sapere il verdetto finale.

In quel momento avevo più ansia per lui che per me stessa, se potessi potuto, concederei il mio posto volentieri ad Alex. Senza neanche pensarci.

"Stai bene?" Dario mi punzecchiò la gonna bianca trasparente che arrivava a metà polpaccio. Assomigliano ad un angioletto vestita tutta di piano e con dei brillantini sparsi negli occhi.

𝗧𝗶𝗺𝗶𝗱𝗲𝘇𝘇𝗮-> AlexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora