Capitolo due

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Xiao tornò da me un paio di giorni dopo insieme con il contenitore che gli avevo prestato pulito e sistemato in una sacca, e un secondo scatolino monouso in versione take away. Bussò alla porta una volta e basta, sicuro che gli avrei aperto.
Non lo nego, erano giorni che non attendevo altro che la sua prossima apparizione. Non che fosse un qualcosa di ossessivo, sia chiaro: semplicemente, nel corso del giorno, ogni tanto mi rendevo conto di aspettarlo e, inconsciamente, attendevo sempre il suo ritorno.
Mi era capitato di affacciarmi dalla finestra a controllare se, ancora per pura casualità, lui fosse nelle vicinanze. L'avrò fatto due o tre volte al giorno, non di più, finché in quella tarda mattinata non lo trovai davvero a percorrere il vialetto ghiaioso di casa mia. Procedeva lento ma un po' nervoso, come se non avesse tempo da perdere.

Lo vidi passare il cancelletto; era basso e l'unico blocco consisteva in una chiusura in vecchio stile, un piccolo perno apribilissimo da qualunque direzione. Stava lì per scena e da solo non teneva fuori niente, che fosse gente, animali, o notizie sgradite.
Lo aprì e lo oltrepassò in un attimo, aspettandomi una volta fuori dal portone d'ingresso.

Io mi precipitai giù dalle scale per aprirgli, invitandolo subito ad entrare ed accomodarsi in soggiorno o in cucina o dovunque volesse lui. Mi avesse detto di volersi accomodare sulla vasca da bagno o sul tavolo in giardino, l'avrei lasciato fare senza obiezione alcuna.
<<Ciao Xiao!>> esclamai sorridente, facendomi subito da parte per consentirgli l'accesso. <<Vieni pure, fai come fossi a casa tua>>
Erano una frase cordiale ed un tono tanto amichevole da risultare fuori luogo per le mie corde vocali; anche lui ne parve un po' stranito, ma scivolò all'interno della mia abitazione senza protestare. Non ero conosciuto per essere un tipo ospitale ed io stesso non mi consideravo tale o, comunque, era estremamente improbabile che fossi carino con gli altri. Tuttavia, per quel millenario ragazzo dagli occhi dorati mi sarei reinventato ospite da manuale, quanto più vicino alla perfezione fosse possibile.
"Perché mai?", vi starete chiedendo. Onestamente, e ve lo dico alzando le spalle, vorrei capirlo anche io.
Non era mio amico e non volevo niente da lui. Non mi serviva conquistare il suo favore o simili, anzi; sinceramente, tutto ciò che volevo era che stesse un po' con me. Ecco, al massimo, da lui volevo solo un po' di compagnia.

<<Ti ho riportato la scatola>> disse, tirandola fuori dalla sacca e poi porgendomela.
<<Grazie>> dissi, senza riuscire a togliermi quell'assurdo sorriso da sopra le labbra.
Lo vidi mordersi le proprie, come se stesse per aggiungere altro ma non ne avesse il coraggio. Non parlò, prese posto sulla sedia in cucina dov'era già stato seduto la volta prima e mi invitò a fare altrettanto. Di fianco a lui, mi porse anche l'altro oggetto che già avevo notato al suo ingresso.
<<Per te>> si limitò a dire con un filo di imbarazzo che gli tinse di rosso quelle sue adorabili guanciotte. Sembravano morbide, ma difficilmente qualcuno avrebbe saputo dirlo. Xiao avrebbe ammazzato chiunque avesse allungato un dito verso di lui, quindi ciò sarebbe rimasto un mistero. Col senno del poi, aggiungo: "Per ora."

Il suo rossore era contagioso; si attaccò al mio viso, molto più evidente del suo. <<Per me?>> ripetei, ai limiti dello sconvolgimento. Quel pacchetto aveva l'aria di essere una pietanza fatta in casa, e non riuscivo a credere fosse stata, almeno in parte, destinata a me. <<Davvero?>>
Lui annuì. <<Non sono bravo a cucinare, però. Tu l'avresti sicuramente fatto meglio>> aggiunse, come dovendosi subito giustificare per eventuali insuccessi gastronomici.
Mi posi una mano sul petto, sorpreso, poco sopra il cuore.
Mi aveva davvero fatto qualcosa da mangiare con le sue mani; non mi capitava da tantissimi anni che qualcuno fosse tanto carino nei miei confronti... per dire, non rammento neanche chi fosse stato l'ultimo ad essere effettivamente gentile con me. O, se questo qualcuno sia mai anche solo esistito.
<<Ma no, sarà ottimo>> risposi, cercando di non mostrarmi troppo provato dal suo piccolo gesto. Anzi, probabilmente era solo un modo per ripagare le mandorle regalate, per non sentirsi in debito con me.
Per lui di certo quella porzione o due di qualunque cosa fosse non significava niente più di un pagamento o, al massimo, una rigorosa cortesia. O no?

Aprii il pacchetto con cura e vidi che, molto banalmente, mi aveva portato un po' del tofu alle mandorle che aveva detto di voler cucinare.
<<Grazie>> dissi, sinceramente rallegrato e grato per il pensiero. <<Ne vuoi un po'?>> proposi, sperando volesse mangiarne con me prima che se ne andasse. Forse, con un pizzico di fortuna, sarebbe anche rimasto a pranzo.
Xiao, purtroppo, scosse la testa. <<Devo andare>> disse, ma non si mosse da là. Rimase immobile dov'era sempre stato, senza muovere nemmeno un dito o spostare la traiettoria del suo respiro.
<<Ora?>> chiesi, stranito dalla sua staticità.
<<Dovrei>> ammise.
<<Ma non vuoi>> tirai a indovinare, e infatti ci azzeccai in pieno. Non diede l'aria di volerne parlare, ma si sforzò ugualmente di spiegare con poche parole quale fosse il suo problema.
<<É domenica, ho il pranzo di famiglia>> rivelò, lasciando intendere che mancasse anche molto poco all'orario dell'appuntamento. <<È che non sopporto il ragazzo di mio padre, sai...>>
<<È un po' una seccatura, Tartaglia, lo devo ammettere>> convenni con lui, <<parla un sacco e di cose un sacco stupide>>
<<È stupido lui, è diverso il concetto>> tagliò corto Xiao.
Mi lasciai sfuggire una risatina.
<<Ce la farai>> tentai di incoraggiarlo. <<Hai tanta pazienza>>
<<Non è vero>> negò.
<<Facciamo finta di sì, dai>> provai a consolarlo, e notai a stento che le sue labbra si spostarono lievemente all'insù. Non lo considererei un sorriso -era troppo piatto per esserlo-, ma di certo lo vidi leggermente più rilassato e forse allegro di poco prima. Ma, quando si accorse che l'avevo visto, la sua espressione tornò uguale a com'era stata in precedenza.

<<Allora io vado>> decise in fretta, alzandosi. Era arrivato davvero il momento di salutarlo, ed io mi sentii un po' come se il cuore si fosse appesantito.
Volevo che lui in particolare restasse? Volevo solo qualcuno che mi facesse compagnia per quella domenica? La risposta, mi sa, è affermativa in ambedue i casi.
Mi piaceva passare il tempo con Xiao, e di certo anche avevo un gran bisogno di compagnia diversa da quella che potevano fornirmi i miei colleghi a lavoro o chiunque altro incontrassi nel corso della giornata.
Volevo la compagnia di Xiao, dello yaksha solitario, mettiamola così, perché con lui mi sentivo meglio che con gli altri.
Annuii silenzioso, evidentemente rattristato, ma non so dire se lui se ne accorse. Non era pratico di sentimenti, e chissà come se la cavava con l'empatia...
Lo accompagnai di nuovo alla porta. <<Torna quando vuoi>> lo invitai, ma dal profondo del mio cuore credo venne pronunciata più come una sorta di supplica. E questa volta, questo tono, sono certo lui lo colse.
Mi rivolse uno sguardo più intenso, a tratti indagatore. <<Tornerò>> disse infine, e sperai per lui fosse un qualche tipo di promessa. Io, dalla mia posizione, la recepii in quanto tale.

Xiao svanì in un'invisibile fretta così come era arrivato, senza rumore e senza lasciar la minima traccia.
Rimasi là sull'uscio spalancato, a guardare il punto in cui era stato fini a poco prima.
Sospirai, richiusi il portone di casa e tornai in cucina. Sconfezionai il suo tofu, lo spostai in un piattino dei miei e lo assaggiai.
Era estremamente dolce, la cottura un po' approssimativa e il buon sapore delle mandorle coperto da tutto il resto degli ingredienti. Il risultato nell'insieme era ai limiti del terribile, ma per le papille gustative della mia anima risultò essere squisito.
Era stato fatto, in piccola parte, anche per me -o forse no, ma una parte mi era indipendentemente stata donata; in esso sentii il sapore di quelle piccole attenzioni che nessuno mi aveva mai ancora riservato.

Fu, fino ad allora, il piatto più buono gustato in tutta la mia vita.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now