Capitolo dieci

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Appena fuori dalla capitale c'era solo poco più che campagna; strade sterrate, un paio l'albero sparsi qua e là, una pozza d'acqua ogni tanto e una casa o due ogni paio di centinaia di metri. Estremamente bello da camminarci la mattina o comunque nel corso del giorno, trovare un luogo confortevole per dormire si sarebbe rivelato difficoltoso. Forse, nella peggiore ma non improbabile delle ipotesi, mi sarei dovuto addormentare al freddo sotto un albero sperando non piovesse, ma sperai dal profondo che non fosse così e che sarei giunto al Wangshu Inn in serata o, almeno, tardi ma ancora asciutto.
Vi do un'anticipazione veloce: non ci riuscii, sia perché il tempo non voleva che perché la mia fortuna era pari a zero.

Incrociai un paio di viandanti lungo il percorso; fra loro anche due tipi insoliti: un ragazzo dai lunghissimi capelli biondi intrecciati ed una... una specie di cupido femmina che gli svolazzava attorno. Dopo l'orso sputafuoco di quella ragazzina, decisi, non dovevo più sorprendermi di niente che avessi visto in quel nuovo Paese.
Ci scambiammo uno sguardo come spesso accade quando si incrocia il cammino di qualcuno; lui, inaspettatamente, mi fermò.

<<Chiedo scusa>> mi disse il ragazzo; aveva una bella voce, ma non pareva essere uno che amasse parlare tanto. <<Hai per caso visto una ragazza bionda?>>
<<Dipende, nella vita ne ho viste tante>> risposi. <<Belle, brutte, cretine.... fai tu>>
<<È mia sorella gemella, mi assomiglia molto. Indossa un abito bianco e celeste, è poco più bassa di me... per favore, te la ricordi?>> domandò, insistente. <<Non riesco più a trovarla>>
Scossi la testa senza nemmeno fermarmi a rifletterci sopra. <<No>> risposi, trattenendo un "Magari è morta" sulla punta della lingua.
Il ragazzo sospirò, buttò la testa all'indietro scoraggiato e mi ringraziò prima di riprendere il suo cammino nella direzione opposta alla mia. Allontanandosi, scambiò due parole con l'esserino accanto a lui, e tornò indietro da me per aggiungere altro.
<<Lungo la strada è pieno di briganti. Fai attenzione>> mi raccomandò.
Alzai gli occhi al cielo. <<Non c'è bisogno>> risposi, senza voltarmi per parlargli faccia a faccia. <<So difendermi, ragazzino>>
Vi do un'altra anticipazione ancora più veloce: venni assalito un paio di ore dopo da un gruppo di uomini a volto coperto.

<<OH MA CH-..!>> urlai contro a uno di questi che mi si era aggrappato addosso per rubarmi lo zaino. <<OOOOOH, MA COME TI PERMETTI?! BRUTTO FIGLIO DI->>
E gli tirai un disonestissimo calcio in mezzo alle gambe, tanto che questo rotolò a terra lontano; effettivamente rimase a terra abbastanza tempo per consentirmi di scappare... o meglio, sarebbe bastato se fosse stato solo. Ma erano in nove, e altri otto calci assieme non li potevo tirare, pena una fisiologica mancanza di ulteriori sei arti inferiori.
Loro invece sì, potevano picchiarmi ed erano del tutto intenzionati a farlo e, per dirla in termini aulici, credo volessero ammazzarmi di botte in modo che soffrissi il più possibile.
Non che non potessi gestirli da solo, anzi, ero proprio sul punto di caricare contro di loro uno dei miei attacchi migliori e spazzarli via, ma qualcuno molto più veloce di me.

<<Sparite>> disse una voce da dietro di loro, un nuovo arrivato che io non potevo vedere.
<<E questo ch-... ME NE VADO, ME NE VADO, A POSTO>> rispose il brigante, le mani levate al cielo e una lancia contro il pomo d'Adamo, allontanandosi bruscamente da me e dal mio salvatore. Fissò ad occhi spalancati il suo aggressore/mio difensore, fece cenno ai suoi colleghi di scappare via e si dileguarono dopo avermi addirittura chiesto scusa per il disturbo.
<<Ciao, scusa, no, no, non volevamo fare male... nulla di personale, non abbiamo molto per vivere>> borbottò imbarazzato quello che aveva provato a prendermi lo zaino; chinò il capo e si allontanò. <<Scusa, scusa, non capita più, giuro che...>> aggiunse, ancora impietrito dalla lancia.
<<Ti levi?>> risposi io.
<<Sissignore>> e finalmente io e l'altro restammo da soli.

Il Sapore Di Un SognoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora