Capitolo ventisei

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<<Ma come fai a conoscere Albedo?>> mi chiese Kaeya, curioso, tre bicchieri di vino e non so quante patatine e focaccine dopo. Era bello su di giri, come del resto tutti quanti al tavolo; l'unico che non lo sembrava poi tanto era il povero Diluc, dietro il bancone, intento a raccomandare a Bennett che "Sì Ben, certo che puoi invitare quel ragazzino a casa stasera e sì, ovvio che può restare a dormire, ma se chiudi la porta della stanza sappi che te la incenerisco. Non si sa mai."
<<Albedo?>> risposi io, sconvolto all'idea che non sapesse niente. <<Albedo è il mio medico di fiducia da anni!>>
<<Anche chirurgo>> precisò l'alchimista.
<<Vero!>> confermai. <<Una volta mi ha anche operato>>
<<Ma come ti ha operato?>> chiese Venti, gli occhi spalancati. <<Che ti è successo?>> domandò, prima di mandar giù un'altra focaccina.

<<No allora, è un casino>> iniziai a raccontare. <<Praticamente ho avuto un problema e mi hanno dovuto operare, ma quel dottore di merda più che aiutarmi mi stava ammazzando>> spiegai.
<<Giuro che la prima cosa che gli ho chiesto quando l'ho visto era chi fosse il serial killer che gli avesse messo le mani addosso>> confermò Albedo, rabbrivisendo solo al ricordo di quella visita. <<Mamma mia ragazzi, in quasi cinquecento anni di vita non ho mai visto niente di peggio... neanche in qualche ospedale di guerra, mai>>
<<Infatti... ho due gran cicatrici in mezzo al petto che non finiscono mai per colpa di quello là, ma lasciamo stare. Menomale che Albedo almeno me le ha fatte guarire per bene>> continuai. <<Va be', in sintesi: sono andato a cercarlo come un disperato in cerca di aiuto. Ah, ma comunque,  la prima volta l'ho conosciuto in vacanza al mare e siamo rimasti amici>>
<<È stato simpatico perché avevamo l'ombrellone vicino e le stesse ciabatte di una sola taglia diversa>> aggiunse il mio amico. <<Siamo stati scomodi tutta la giornata e abbiamo capito perché solo alla fine>>
<<Ho capito>> disse Kaeya, divertito dalla mia storia. <<Mi dispiace per la parte delle operazioni, comunque>>
Alzai le spalle. <<Ormai è acqua passata, non ci penso neanche più>> risposi. <<Do molto più peso al fatto che le ciabatte, Albedo, non me le ha ancora restituite>>

<<Certo che però tu conosci gente nuova sempre in modo strano>> commentò Venti, più nel mondo dell'alcol che in questo, interrompendoci.
<<La differenza è che mi sto pentendo di aver conosciuto te>> gli dissi, <<mentre Albedo è il mio migliore amico>>
Finse di offendersi. <<Ma dai!>> sbottò, il suo calice di vino ben stretto fra le dita; tenuto talmente bene che gesticolando non lo perse, ma il vino gli cadde addosso secondo le leggi della gravità.
<<Sei un danno>> commentai, e mi lasciai scappare una risata.
<<Non è vero!>> protestò.
<<Ma in realtà sì>> convenne Kaeya, che in merito a Venti alticcio doveva avere molta esperienza.
Il bardo gli rivolse un'occhiataccia.
<<Ma poi non sei troppo giovane per bere?>> aggiunsi io, notando a scoppio lievemente ritardato che il viso di quel ragazzo non poteva che appartenere ad un adolescente, non di più.
Diluc si intromise nel discorso, venuto a riempirci di nuovo i calici. <<Magari fosse minorenne: potrei buttarlo fuori e basta>> mi disse. <<Purtroppo è molto più vecchio di quanto tu possa pensare>>
<<Bevo da prima della tua nascita, non preoccuparti>> confermò lui, quasi fosse un vanto.
<<Non è una bella cosa, eh>> puntualizzò Albedo, mettendo particolare enfasi verso il finire della frase.
<<E va be', almeno mi godo la vita>> rispose.

<<Ma a proposito, che ore sono?>> chiesi.
Diluc guardò il proprio polso, dove teneva un massiccio orologio argentato. <<Quasi le otto>> rispose educatamente.
<<Oh>> risposi. <<Vi dispiace se vado a vedere se è arrivata una persona? Mi aveva detto che sarebbe stato a Mondstadt più o meno per quest'ora>>
<<Chi è? Il tuo ragazzo che non è ancora il tuo ragazzo?>> chiese Venti.
Annuii. <<Lui>>
Albedo mi guardò quasi scioccato. <<Hai un ragazzo e non mi dici niente?!>> esclamò. <<Vallo a prendere e presentamelo!>>
Ridacchiai; avevo la sensazione di avere le guance molto rosse per l'alcol, ma non potei verificare. <<Perché dovrei? Già lo conosci>> risposi. <<L'ho conosciuto al tuo matrimonio!>>
<<E chi è?!>> insistette.
Scossi la testa. <<Ora vedi>> risposi, <<Se te lo dicessi e basta non mi crederesti mai>>
Mi alzai dal tavolo senza ulteriori spiegazioni, affrettandomi per colpa di Albedo che, impaziente, mi diceva di fare presto.

Andai fuori dal locale, verso la porta della città meno trafficata e più vicina, quella che dava direttamente sul lago.
Xiao mi comparì davanti agli occhi, quasi come se l'avesse fatto di proposito, una ventina di metri più avanti. Appena lo vidi, gli sorrisi e lo salutai con la mano, andandogli incontro.
Ci incontrammo vicino al cancello, e appena lo ebbi di fronte gli gettai le braccia al collo. <<Ehilà>> gli dissi, già felice di averlo lì.
<<Ciao>> rispose, un filo in imbarazzo, vicino al mio viso come la notte passata.
Gli feci una carezza sulla guancia. <<Posso?>> chiesi, sottintendendo l'azione, palesissima, che avrei voluto compiere.
Lui annuì, e quindi lo baciai; venni ricambiato quasi all'istante.
<<Hai bevuto?>> mi chiese, sentendo il sapore del vino sulle mie labbra.
<<Sì>> risposi. <<Sono con dei miei amici alla taverna qui dietro. Vorrebbero conoscerti>>
<<Ah>> mormorò.
<<É brava gente, e ci sono anche Kaeya e Albedo>> aggiunsi. <<Ma se non ti va...>>
<<Va bene>> mi interruppe. <<Andiamo... spero non si stupiscano troppo di vedere me>>
Alzai le spalle. <<Ho i miei dubbi>> ammisi; lo presi per mano e lo guidai per quel breve tratto di strada. <<Nessuno si aspetterebbe di vederci insieme>>
<<Mio padre e quel cretino sì>> mi corresse. <<Sono rimasti un po' sorpresi, ma ormai gli è passata. Dicono che quando torniamo a Liyue dobbiamo assolutamente andare a trovarli>>
<<Vengo volentieri, Tartaglia cucina che è una meraviglia>> dissi, e lui non poté che trovarsi d'accordo.

Come volevasi dimostrare, appena io e lui misimo piede assieme dentro la taverna, mano nella mano, sentii il rumore di un bicchiere che veniva appoggiato con forza sul tavolo e la voce di un Albedo strabrillo che diceva: <<No va be', non ci sto credendo>> e quasi quasi una risata. Si alzò e venne a salutare Xiao, come fosse uscito fuori di testa.
In realtà era solo il suo modo di non reggere l'alcol, e contrariamente a quanto ci si possa aspettare da lui, se beveva abbastanza, come in quel caso, diventava uno spasso.
<<Ciao Xiao!>> esclamò. <<Quanto tempo!>>
Xiao chinò di poco il capo. <<Albedo>> rispose, educato.
<<Voi due avete un sacco di cose da raccontarmi, okay?>> continuò, l'alchimista, accompagnandoci al tavolo; spostò una sedia per far accomodare anche Xiao insieme a noi, fra me e Kaeya.

Anche lui rivolse allo yaksha diversi saluti amichevoli, sorpreso di trovarselo lì, allo stesso tavolo di Mondstadt, accanto a me, uno che con lui non c'entrava assolutamente niente.
<<Ricordami che quando lo vedo devo fare la predica a Tartaglia>> gli raccomandò.
<<E perché?>>
<<Ma come? È il mio migliore amico, e non mi aveva detto niente!>> gli spiegò Kaeya, sconvolto.
<<Gli ho chiesto io di non parlare>> ammise. <<Cioè... non è nulla di ufficiale, non aveva senso dirlo a nessuno>>
<<Ah, capisco allora...>> rispose. <<Vi state ancora frequentando, quindi... pensa, io e Albedo ci abbiamo messo una vita e mezza anche solo per metterci insieme, quindi ti capisco benissimo>>
<<Amore, non è colpa mia se hai iniziato a provarci con me quando eri minorenne>> lo riprese l'alchimista, guardandolo come se fosse cretino. <<Quando sei diventato grande le cose sono cambiate, o sbaglio?>>
<<Basta così>> lo interruppe, non volendo ammettere che avesse ragione l'altro, e chiamò Diluc per farci riempire di nuovo i bicchieri. <<E ora facciamo un brindisi all cop-... ma ragazzi che fine ha fatto Venti?>>
Solo allora, infatti, notammo che il bardo fosse semplicemente scomparso.
Mi guardai attorno, stranito; senza mezzi termini, non era da nessuna parte.
<<Diluc>> chiamò Albedo, <<hai visto Venti?>>
L'uomo dai capelli rossi scosse la testa. <<Sarà scappato per non pagare come al solito>> rispose, portandoci qualche focaccina in più per Xiao. <<Voi continuate, forse poi torna>>

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now