Capitolo sette

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Io e quel giovane detective riuscimmo a giungere al porto di Ritou appena una mezz'ora prima che la mia possibile nave levasse le ancore e mi lasciasse, inconsapevolmente, bloccato un altro giorno a terra. Percorso di tutta fretta il pontile e firmate le inutili scartoffie previste dalle estremamente inutili, dure leggi di Inazuma, ci ritrovammo a scambiare due parole con quello che doveva essere l'amico di Heizou, sebbene più che amicizia fra i due sembrasse scorrere ben altro.
<<Ho conosciuto questo ragazzo oggi a pranzo>> disse il mio accompagnatore dai capelli rossi ad un ragazzo di circa vent'anni, basso e dall'aria molto tranquilla. <<Mi ha ospitato al tavolo dato che non c'era più posto, e insieme abbiamo passato una bella giornata fino qui>>
<<Che gentile>> mi disse quest'ultimo rivolgendomi un sorriso. <<Menomale che c'eri tu o Hei non avrebbe mangiato nulla. Ogni tanto gli succede>>
Alzai le spalle. <<Mi si è seduto davanti e non ho potuto dirgli di no>>
Il ragazzo ridacchiò appena. <<Già, ha conosciuto così anche me; lo fa spesso, è tremendo>> raccontò con un sorriso molto gentile, lo sguardo un po' per aria. <<Allora, siete qui solo per un saluto o posso aiutarvi in qualcosa?>>

<<Gli servirebbe un passaggio fino a Liyue il prima possibile>> disse Heizou al posto mio.
<<E hai pensato a me>> intuì.
Il suo interlocutore gli rivolse un mezzo sorriso scaltro. <<Penso sempre a te, Kazuha, lo sai>>
Il suddetto Kazuha arrossì appena; io mi sentii estremamente a disagio in mezzo a quei due. Ero lì lì per ringraziarli e cercare un altro passaggio da altre parti, quando il marinaio annunciò che sarebbe andato a parlare con la capitana per vedere se poteva farmi questo piccolo favore.
<<Chi le dico che vuole salire?>> chiese, e così mi presentai. Dissi il mio nome, accennai qualcosa sulla mia occupazione ed aggiunsi che il mio era appunto un viaggio lavorativo molto urgente. E che, naturalmente, potevo pagare il passaggio ed il disturbo.
Il ragazzo dai capelli bianchi annuì. <<Vado e torno>> promise, prima di svanire sottocoperta.

Effettivamente, andò e tornò nel giro di qualche minuto accompagnato da una donna dall'aria piratesca. Molto bella, aveva i capelli marroni, lunghi, decorati da un qualche genere di gioiello che gliene teneva raccolta solo qualche ciocca. Vestita di rosso e con una benda su un occhio, anche piuttosto provocante, non potei non pensare fosse davvero affascinante. Portava una spadona enorme sulla schiena; decisi ven presto che non l'avrei fatta arrabbiare per nessuna ragione.
La donna, che supposi fosse la già citata capitana, chiamò il mio nome per capire chi e dove fossi.
Alzai la mano. <<Sono io>> annunciai.
<<Ciao>> disse, squadrandomi dall'alto al basso come se in quel suo unico occhio si trovassero anche i raggi x. Poi, notato Heizou al mio fianco, gli rivolse un molto più cordiale ed affettuoso cenno di saluto. Giustamente, dovevano conoscersi abbastanza bene. I suoi occhi si illuminarono, gli rispose un calorosissimo "Ciao Hei!" e poi si concentrò di nuovo di me.
<<Sei tu che cerchi un passaggio, vero?>> mi chiese allora.
<<Sissignora>> risposi.
<<Non chiamarmi signora, sono la capitana Beidou>>
<<Sissignora capitana?>> tentai di nuovo, e lei parve apprezzare.

Scese giù dal ponte tramite una piccola passerella e ci venne accanto, seguita da Kazuha. Mi fece qualche altra domanda, decretò che con i muscoli che mi ritrovavo al massimo avrei potuto sollevare qualche polemica -cosa che modestamente riuscivo a fare benissimo-, e mi disse che aveva una piccola cabina libera perché un membro della sua ciurma era andato ad assistere sua moglie incinta a casa.
<<Il posto c'è, ma se sali dovrai renderti utile; non siamo una nave passeggeri>> premise. <<Che sai fare?Qualcosa che ci possa aiutare>>
Ci pensai un attimo, e poi dichiarai di saper cucinare bene. E, nel peggiore sei casi, le avrei lavato il ponte come suggerivano Kazuha ed Heizou.
<<È un inferno cucinare per tutta la ciurma,ma se insisti a me sta bene>> mi informò.
Sospirai. <<Me ne farò una ragione>>
<<Va bene, allora, puoi salire>> accettò. <<Vai, stiamo partendo>>
Chinai il capo in segno di ringraziamento. <<Mille grazie, capitana>>
Mi diede una pacca sulla spalla che sentii forte e chiara pure attraverso lo zaino, spedendomi su per la passerella che dava accesso alla nave. Fu talmente forte che quasi mi fece cadere in acqua.

Attesi un attimo prima di salire, tornando giù a ringraziare Heizou per il grandissimo favore che mi aveva fatto. Gli strinsi la mano riconoscente, e lui ricambiò la stretta con foga.
<<Quando torno ti offro un piatto di udon per sdebitarmi>> gli promisi. <<Anche a Kazuha, se lo vuole>>
Heizou mi sorrise. <<Ci conto>> rispose, e poi mi mandò dritto sulla nave. Salii senza più fermarmi subito seguito dalla capitana, convinto che anche Kazuha fosse dietro di noi. Eppure, quando fui sul ponte, vidi che lui era ancora sul pontile insieme a quell'altro ragazzo.
Si trattenne in disparte a parlare con Heizou, lo abbracciò e credo gli diede un bacio veloce, ma non lo vidi direttamente e quindi posso solo ipotizzarlo, ma era abbastanza palese.
<<Sono carini insieme, non trovi?>> mi sentii dire da Beidou, appoggiata alla ringhiera accanto a me. <<Hei forse non te l'aveva detto; non sembra ma è molto riservato>>
<<Vero>> concordai, e rimasi un solo istante appoggiato al bordo dipinte a guardarli.
Mi tornò in mente Xiao.
Pensai a lui, e poi anche a come lui non si sarebbe mai fatto abbracciare in quel modo, non con gente intorno, e sicuramente non da me. Ma era una bella immagine da avere in mente, costruita su quei due piccioncini.

<<Ti porto a vedere la tua stanza>> mi disse la donna, distraendomi dai miei pensieri. Annuii e la seguii giù sotto coperta per un breve tour della nave. Passammo in cucina, mi presentò l'altro cuoco e poi mi fece lasciare le mie cose in cabina, una stanzetta minuscola con un lettino sfatto, una finestrella dietro, una mensola in alto e un piccolo armadio a muro per non occupare il già pochissimo spazio.
<<È un buco, ma tanto ci starai solo per dormire>> spiegò. <<E probabilmente arriverai la notte talmente stanco da non dovertene nemmeno preoccupare>>
<<Va benissimo>> garantii. <<La ringrazio, capitana>>
Lei annuì, mi lasciò a sistemare le mie cose e sparì, indaffarata.
Il vascello partì letteralmente cinque minuti dopo, mentre mettevo un paio di lenzuola pulite al materasso. Sentii l'intero mezzo muoversi e prendere il largo, osservando poi l'operazione dalla finestra.
Abbandonai la stanzetta per salire di sopra, andare a poppa ed osservare Inazuma allontanarsi sempre di più, fino a che non divenne una piccola sagoma scura all'orizzonte.

Era molto tempo che non viaggiavo fuori da quell'arcipelago, e mi ero quasi scordato che sensazione si prova a vedere casa scomparire lontano.
Presi un respiro profondo e mi sedetti lì a terra, dove c'era un gradino libero. I marinai esperti si occuparono di sistemare le vele e li vidi trafficare con cime e nodi strani, ma dei loro gesti capii quasi nulla.
Poco dopo, Kazuha mi raggiunse.
<<Mia mamma mi ha chiesto di spiegarti la routine sulla nave, così sai cosa fare domani dopo colazione>> annunciò, prendendo posto al mio fianco.
<<Tua mamma?>> ripetei, incuriosito. Non avevo visto una sola donna che gli assomigliasse in tutto l'equipaggio, eppure nel mio tour di persone ne avevo incrociate tante.
<<Ah, certamente>> disse. <<La capitana>>
<<È tua madre? Davvero?>> chiesi, un po' sconvolto.
<<Non di sangue, ma sì>> rispose. <<Non fare quella faccia, non se lo aspetta mai nessuno>>
Annuii. <<Okay>> mormorai, e poi lui mi illustrò brevemente cosa avrei avuto da fare l'indomani e per i giorni a seguire. Ad occhio, non sarebbe nemmeno stata così tanto dura come mi ero già immaginato.

Quella sera, dopo cena, mi ritrovai di nuovo sul ponte a chiacchierare con lui. Divenne quasi un'abitudine per tutte le nostre settimane in viaggio; io mi mettevo lì da qualche parte ad osservare il cielo, pensare o a volte dormicchiare e più sul tardi, finiti gli impegni che aveva, arrivava anche lui, fumava qualcosa e iniziavamo a chiacchierare fino a tarda tarda notte.
Fu uno dei pochi periodi della mia vita fino ad allora in cui mi parve di avere un buon amico, illusione che mi ero già fatto una volta con un'altra persona che, però, mi aveva voltato le spalle tanto tempo prima.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now