Capitolo ventotto

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Xiao si addormentava con una facilità tale che quasi era difficile crederci, ed il risveglio non doveva essere tanto meglio. In tutto il tempo che passammo assieme, non mi capitò quasi mai di aprire gli occhi prima di lui. Si alzava presto la mattina, più o meno al sorgere del sole, e così fece di nuovo anche quell'altro inizio di giornata.
Io, invece, se non a mezzogiorno, avevo la tendenza ad alzarmi in tarda, tardissima mattinata, tolti casi particolari come gli impegni di lavoro che avevo lì a Mondstadt.
Quando aprii gli occhi, naturalmente, Xiao era già sveglio ma immobile fra le mie braccia, in attesa del mio risveglio. Come lo vidi, le mie labbra si incurvarono all'insù. <<Ciao>> sussurrai, assonnato.
<<Ciao>> rispose. <<Dormito bene?>>
Annuii; mi stiracchiai un po', allargando le braccia. Quando le riportai vicine al corpo, giusto perché con Xiao non ero mai abbastanza carino, lo acchiappai a tradimento e me lo portai quasi addosso per abbracciarlo e stringerlo forte.
Lui arrossì ma non si spostò, anzi, mi parve piuttosto felice di quel gesto inaspettato, tanto che mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
<<Questo sì che è un buongiorno>> gli dissi, ancora quasi incredulo riguardo a tutto quello che io e lui stavamo vivendo insieme. Solo paio di giorni fa, se qualcuno mi avesse detto che mi sarei svegliato a breve con lo yaksha fra le braccia che mi dava il bacino del buongiorno, prima mi sarei messo a piangere e poi gli avrei riso in faccia.
<<Mi sto impegnando>> ammise, accennando al fatto che non aveva la minima idea di come si gestisse un rapporto simile né di cosa dovesse o non dovesse fare, e in caso di perdonarlo se non ci fosse riuscito subito.
<<Ci riesci alla grande>> lo rassicurai, sicuro come se glielo dovessi giurare. <<Non preoccuparti per nulla; sei fantastico già così>>
<<Tu sei molto più speciale>> mi disse, sincero, facendomi arrossire. Mi strinse un attimo più forte e poi si alzò dal letto, pronto ad iniziare ancora un'altra giornata.

*****

Il tempo passò in fretta. Dopo che lui fu andato al suo lavoro ed io al mio, e dopo che anche la mia seconda sessione di riunioni si concluse con successo, lasciandomi felicemente libero di andare di nuovo a casa, mi ritrovai ad aspettare Xiao camminando a tempo perso su e giù per Mondstadt.
Incrociai nuovamente Venti, intento a canticchiare sotto la statua di Barbatos nella pizza di fronte alla cattedrale. Il suo capello era per terra, quasi vuoto, ma attorno a lui una bella piccola folla si era riunita. Gli lasciai qualche centinaio di mora, rivolsi un saluto e aspettai che la sua canzone volgesse al termine. Lui mi rivolse un sorriso ed un occhiolino, io alzai gli occhi al cielo, incrociai la statua, e la pregai di darmi una mano con quello là. Non fu molto utile, chissà perché.
Fra la folla, incrociai la stessa ragazza della prima sera: non la pazza, per fortuna, ma quella adulta con i capelli neri. Lei mi riconobbe subito, e mi fece cenno seguirla in disparte, dove non potessimo essere disturbati dalla musica.
Non capendo cosa potesse mai volere da me, la seguii, dubbioso ed un po' diffidente. Almeno non c'era la bionda, quindi per certo non mi sarebbe arrivato un altro schiaffo immeritato.

La donna mi fece accomodare su una panchina vuota e poi si accomodò vicino a me. La musica, ormai lontana, si udiva a mala pena. <<Sono mortificata per l'altra sera>> mi disse, visibilmente dispiaciuta. <<Dato che ti ho rivisto, ci tenevo a chiedere scusa per Fischl>>
<<E va be'>> risposi, <<Non è nemmeno colpa tua, alla fine>>
<<Non cambia, avrei dovuto fermarla prima che facesse male a qualcuno. Non è cattiva, ma quel giorno è stato un vero disastro per lei...>>
Alzai le spalle, trattenendo un "E 'sti cazzi" che, sincero ed onestissimo, cercò prepotentemente di sfuggire dalle mie labbra. <<Acqua passata>> dichiarai.
Lei annuì. <<Stavo pensando,>> prosegui, <<vorrei leggerti il futuro. Per sdebitarmi, diciamo>>
Alzai un sopracciglio. <<Non credo in queste cose>> risposi, non riuscendo a non rivolgerle uno sguardo diffidente. <<Non serve>>
<<Insisto>> disse, decisa a dover mettere a dura prova la mia pazienza ed educazione. <<A tutti fa piacere vedere cosa ci stia scritto nelle proprie stelle, anche se ha dubbi>>
<<Con tutto il rispetto, ma questa roba è tutta falsa, finta>> spiegai. <<Non ha il minimo senso leggere le stelle. Risparmiati la fatica, non lo apprezzerei nemmeno>>
Mi guardò, offesa. <<Non ti farei neanche pagare>>
<<Ah, va be', allora sì>> accettai. Non era mia abitudine rifiutare le cose gratis, per quanto inutili fossero. <<Non ho niente di meglio da fare>>

Si fece dire il nome della mia costellazione, aprì un libro e delle strane immagini luminose apparvero in aria davanti a lei. Non so cosa fossero o a che servissero, ma lei andava leggendoli come fossero parole sensate.
<<Mi dispiace per il tuo vissuto>> mormorò, muovendo non so come quei disegnini luminosi in aria. <<Pare che con la tua famiglia non risolverai mai del tutto>>
<<Ma tu come sai che ci ho tagliato i ponti?>>
<<C'è scritto qui>> rispose, indicando qualche simbolino attorno alle mie stelle; mi afferrò il polso senza avvisare, e si mise a fissare il mio palmo in maniera davvero davvero intensa. <<Sì, la mano me lo conferma... la odi proprio tua sorella, vero?>>
Ritrassi la mano di scatto, spaventato. <<Ma..!>>
<<È divertente leggere la vita di chi in questo non crede>> scherzò. <<Avete sempre le reazioni migliori>>

<<Che altro leggi?>> la interruppi, ora incuriosito da quella storia assurda. Mi guardai il palmo, poi lei, poi di nuovo la mano, in cerca di risposte.
<<Mh...>> strinse gli occhi, fissando con attenzione i simbolini svolazzanti e tornando ogni tanto a cercare conferme nelle linee della mia mano. <<È arrivato un qualcuno che ami...>> disse, <<...da poco tempo. Vero?>>
Annuii. <<L'ho conosciuto meno di tre mesi fa>> confermai. <<Che c'è su di lui?>>
<<Su di lui nello specifico niente>> spiegò. <<Su di voi di tutto e di più>>
<<Ed è un male?>>
Mi guardò la mano, seguì il corso di una delle mie linee con la punta dell'unghia e scosse il capo. <<No, ma non sarà una relazione facile>>
<<Litigheremo?>>
<<Non troppo>> rispose. <<Qualche battibecco, ma mai nulla di serio... anche se ci sarà uno che proverà a mettersi in mezzo, ma non avrà molta fortuna. Per te è quasi uno scherzo, alla fine>>
<<E allora?>>
<<Allora niente... ma dimmi, il tuo ragazzo é un tipo un po' insolito, vero?>> chiese. <<Qui sembra quasi che la vostra storia verrà recepita dagli altri in modo strano... non che vi vedano male assieme ma...>>
<<...ma su lui e me nessuno ci scommetterebbe un mora>> conclusi, capendo cosa volesse dire.
<<Esatto>> confermò. <<E anche lui, non credere... te ne farà vedere di cotte e di crude... mi spiace non avere i tarocchi, avrei potuto dirti qualcosa in più>>
<<Basta che non mi faccia diventare vegetariano e potrei accettare tutto>> scherzai, ma lei verificò veramente tale informazione.
<<Pare di no>> mi disse. <<Ti piace troppo il coniglio per privartene, non lo farebbe mai>>
<<Non ci credo che nelle stelle c'è scritto che mi piace il coniglio>>
<<No, infatti, ma hai la mano di uno a cui piace il coniglio>>
<<Ma che cazzo>> risposi; proprio in quel momento la musica di Venti si fermò.

Vidi il bardo che, da lontano, mi salutava con la mano raggiante. Era già in cammino per raggiungermi, così la ragazza chiuse il libro e mi restituì la mia mano.
<<Addio, è stato bello conoscerti>> mi salutò.
<<Che tragica>> risposi.
<<No, le stelle mi hanno detto che non ci vedremo mai più>> precisò. <<Quindi addio>>
<<Addio>> ripetei, prendendola più per pazza che sul serio.
Quando Venti mi raggiunse, l'astrologa era già sparita.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now