Capitolo dodici

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La pioggia incessante durò fino a tarda notte, trasformandosi piano in una pioggerellina leggera e piacevole del tutto estinta al mattino.
Io e Xiao restammo bloccati là al tempio senza possibilità di uscire senza infradiciarci, ma per fortuna mi ero portato da Liyue un paio di panini per eventuali emergenze. Certo, non sapevo ci sarebbe stato anche lui, ed il fatto che ne avessi due fu un'autentica botta di fortuna.
<<Quale vuoi?>> chiesi, porgendoglieli entrambi, i condimenti in bella vista. <<Prosciutto o mortadella?>>
<<Non lo voglio>> rispose, secco, senza neanche degnarli di un occhio.
Feci finta di offendermi, una mano sul petto per simulare la tragedia.
<<Non fare complimenti e mangia qualcosa>> insistetti. <<Non fa bene stare a digiuno, e già non abbiamo pranzato>>
<<Ho detto no>> insistette anche lui.
<<Ma non ti piacciono?>> chiesi allora, temendo che fossero gusti troppo poco occidentali* per il suo palato abituato ad altri cibi.
<<Non è questione di piacere, non lo voglio e basta>>
<<Oddei, non dirmi che sei vegetariano!>> realizzai. <<Ti levo il prosciutto, tranquillo>>
<<Ma non è per il prosciutto..!>>
<<Quindi te lo mangi?>>
<<No va be', effettivamente sono vegetariano ma...>>
<<Te lo tolgo e ti do il mio pomodoro in cambio, apposto>> decretai, interrompendo l'ennesimo rifiuto. <<Forse resta un po' il sapore, ma non posso fare altro... avessi avuto un po' di pane in più, mannaggia alla miseria..!>>
<<Non è quello il problema>>
<<E quindi?>>
<<Non mangio il cibo umano>>
<<Ma le mandorle te le mangi>>
<<Qui non abbiamo mandorle>>
Alzai le mani, mostrandogli i palmi. <<In realtà sì>>
<<Ti sei portato delle mandorle?>>
<<In caso ti vedessi>> confermai.
Si schiaffeggiò la fronte, per poi fissarmi con gli occhi spalancati ed un segno rosso a forma di dito sulla fronte. <<Sei serio?>>
Alzai le spalle, andando così a recuperare le sue mandorle dal mio zaino. Le avevo messe da parte in uno scatolino di bambù chiuso dentro uno strofinaccio, nella speranza che potessi andarlo a cercare con la scusa di portargliele.
Glielo porsi. <<A te>> dissi, orgoglioso del mio regalo.

Lui le afferrò controvoglia, come fosse disturbato dal fatto che avessi pensato a lui, ma non seppe resistere e ne mangiucchiò una decina. Intanto, pur contro la sua volontà, rimossi la mortadella dal panino alla mortadella e in mezzo all'insalata e al formaggio misi il pomodoro che avanzava dal mio. Gli porsi anche quello.
Me lo spedì indietro.
<<Il formaggio lo mangi?>>
<<Sì, ma...>>
Glielo restituii. <<E cerca di finirlo>>
Continuammo questo giochetto di tiro alla fune per un po', io determinato a farlo mangiare e lui determinato a rompermi le palle non mangiando niente oltre la frutta secca.
<<Non sarà per adepti, ma meglio di niente. Devi essere stanco e hai bisogno di energie>> dissi. <<Almeno fai finta di assaggiarlo, o lo do in offerta a Parvases>>
E lo posai sul tavolo del tempio davanti alla statua a forma di uccello gigante che rappresentava il defunto.
<<Parvases non li mangiava nemmeno, i panini>>
<<Visto? Se non lo vuoi lo sprechi due volte>>
Per un attimo credetti che volesse tirarmi il panino in testa, ma si trattenne. Dopo ancora altre proteste, si rassegnò e mandò giù pure quello.
<<Era così male?>> domandai. <<Aveva un brutto sapore?>>
<<No, non troppo>> ammise, e si sfiorò la pancia come per sottolineare il fatto di essere pieno. <<Grazie>>

Gli rivolsi un sorriso, accesi un paio di candele nuove per rimpiazzare quelle consumate e mi appoggiai al tappeto nella stanza, cercando una posizione comoda per riposare. Mi misi lo zaino sotto la testa come fosse un cuscino, decidendo che per quella notte mi sarei anche accontentato di così poco.
<<Tu che fai ora?>> gli chiesi. La pioggia ancora molto forte, ma forse lui aveva un luogo in cui tornare. Forse mi avrebbe salutato e lasciato lì, o forse aveva idea di teletrasportarci da un'altra parte.
<<Piove troppo>> rispose. <<Pensavo di restare, se non disturbo, fino a domani o fino a che non smette di piovere>>
<<Sono io che disturbo, in caso>> fu la mia ribattuta, piuttosto allegra. Mi immaginai lo spirito di Parvases rivoltarsi in cielo alla sola idea di me che campeggiavo nel suo santuario, e non potei che esserne divertito. <<Stai pure tutto il tempo che ti va>>
<<Grazie>> disse, ed io mi spostai più verso il lato esterno del tappeto per fargli spazio al centro, più riparato, dove non avrebbe dovuto prendere troppo freddo.
Un po' ammetto che mi dispiacque non avere niente di meglio su cui farlo dormire e nemmeno una coperta calda, ma quel luogo non era attrezzato per essere abitato ed io non avevo abbastanza spazio nello zaino per portami un materasso.
<<Grazie a te>> disse lui, e si appoggiò a terra vicino a me. A lui toccò l'unico cuscino vero che c'era, un cosino piatto usato per sedersi a pregare.
<<Peccato che il pavimento sia così scomodo, questo tempio è molto carino>> commentai, nella speranza di alleggerire l'atmosfera; Xiao andava costantemente stimolato a parlare o, fosse stato per lui, saremmo potuti naufragare in un mare di silenzio per tutta la notte.
<<Ho dormito molto peggio>> raccontò. <<Anche su dei tetti, tempo fa>>
<<Come gli uccelli?>>
<<No, gli uccelli stavano più comodi>> rispose, serissimo, ma sotto sotto credo che anche lui ne fosse divertito.
Sorrisi. <<Quand'è successo?>>
<<Prima della tua nascita, secoli e secoli fa>> rispose dopo un attimo di riflessione. <<Il mondo era un posto molto molto diverso>>
<<Se si dormiva sui tetti immagino proprio di sì>> risposi.
Anche Xiao, credo inconsciamente, mi rivolse un accenno di sorriso. <<Non immagini quanto>>

Passarono gli attimi. Non so se fu un minuto, cinque o un paio d'ore; persi del tutto il senso dello scorrere del tempo. Sentii la pioggia cadere più corte contro le tegole, alleggerire un po' e poi ricominciare insieme a dei lampi ed al seguente rumore di un tuono.

Restammo io e Xiao e qualche candela accesa, quasi esaurita, ad illuminare e riscaldare l'ambiente attorno a noi.
Alla luce di quei lumi morenti, il viso di Xiao mi apparve più bello del solito.
<<Posso farti un complimento o sarebbe troppo strano?>> gli domandai, imbarazzato, poco prima di addormentarci.
<<Sarebbe strano, ma fammelo comunque>> fu la sua risposta, seguita da un piccolo sbadiglio adorabile, come se di un cucciolo tenerissimo. <<Lo ascolto>>
Mi feci coraggio, intenzionato a dirgli cosa stavo pensando per non so bene quali motivi. Volevo farlo, punto e basta. Che avesse senso o no o che conseguenze avrebbe avuto al momento non mi interessava. Ero troppo stanco anche solo per preoccuparmene.
<<Non pensare che io sia pazzo>> dissi in un sussurro. <<Sei davvero bellissimo questa sera>>
Lui arrossì appena. <<Anche con il raffreddore?>>
<<Certo>>
<<Lo dici perché ho la tua giacca?>>
Gli sorrisi in risposta ed arrossii anch'io. <<Sei bello lo stesso, ma la mia giacca ti da il tocco finale>>
<<Sei il primo che me lo dice. Grazie>> rispose, imbarazzato. Non mi aspettavo mi dicesse nulla di carino in cambio, ed infatti così fu.

Xiao rimase zitto per un po'; si rannicchiò stretto, facendosi ancora più piccolo di come già non fosse.
<<Quando dormo mi muovo un po'>> mi avvisò, ancora dopo, rompendo il silenzio. <<Se mi agito non preoccuparti e torna pure a dormire. È normale>>
<<Okay>> annuii piano. <<Buona notte>>
<<Buona notte>> ripeté, e poi i suoi occhi si chiusero. Entro poco si addormentò, quasi fosse automatico.
Io mi misi più comodo su un fianco, rivolto verso di lui. Dovetti trattenere l'istinto di dargli il bacino della buonanotte in mezzo alla fronte, mi appoggiai allo zaino e chiusi gli occhi anche io.

Nel corso della notte, la pioggia cessò. E, quella stessa notte, cessò anche l'ultimo rimasuglio della barriera che c'era fra me e lui.
Ebbe un incubo, uno dei peggiori che credo di aver mai sentito raccontare; cosa accadde di preciso lo spiegherò in seguito. Vi basti sapere che, al mattino dopo, mi risvegliai con l'ultimo degli yaksha rannicchiato fra le braccia ed i suoi rimpianti fluttuanti nell'aria attorno a noi.

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*Volevo solo ricordare che in Genshin, anche se rappresenta l'oriente, Liyue è ad ovest e quindi Xiao è occidentale.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now