Capitolo ventiquattro

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Mi svegliai di buon'ora per merito di Xiao. Non sapendo a che orario avessi quegli incontri di lavoro, intorno alle sette e mezza, il ragazzo prese a picchiettarmi gentilmente con un dito sulla spalla nella speranza di svegliarmi.
Ci mise un po' ed una serie di volte dovette chiamarmi anche per nome, sfidando la propria pazienza, ma alla fine ci riuscì.
Sbadigliai, mi stiracchiai e poi mi risistemai bello comodo a letto, sdraiato su un fianco, una mano sotto la testa ed il viso vicinissimo al suo. Mi fossi mosso anche solo di poco, la sua fronte si sarebbe scontrata con la mia.
Che gran bel modo per svegliarsi, signori miei.

<<Buongiorno>> mi salutò.
<<Buongiorno a te>> dissi io in risposta, felice di ritrovarlo al mio fianco per il terzo mattino consecutivo.
<<Non sapevo che impegni avessi e quindi ti ho svegliato,>> mi spiegò, <<ma se è ancora presto e vuoi dormire fai pure>>
<<Presto è presto, questo sicuro>> ammisi, dando un'occhiata rapida al piccolo orologio appeso alla parete davanti al letto. <<Ma non ho più sonno>>
<<Nemmeno io>> convenne lui, scuotendo lievemente il capo. Come sospettavo, la mia e la sua pelle si sfiorarono a quel movimento tanto sottile.
Gli feci scivolare una mano lungo il fianco, dal bacino fino alla guancia passando per il petto, arrivando così a fargli la carezzina mattutina che meritava e che avevo bisogno di fargli. Sarebbe diventata un'abitudine, in futuro; quella fu solo la prima volta.
<<Restiamo un attimo così?>> proposi allora, in un sussurro, senza più alcuna vergogna in merito alla mia ricerc dai contatto.
Senza obiezioni, Xiao accettò in tranquillità.

Si avvicinò un poco, portando definitivamente la fronte a toccare la piccola zona di spazio libero che avevo fra un sopracciglio e l'altro con la sua piccola gemma, e così messo ne approfittai per stringerlo meglio e tenerlo più comodamente tra le braccia. Sentii il suo respiro scontrarsi col mio ed arrivarmi sopra le labbra, scaldando non solo la mia pelle ma anche tutto il resto della mia anima.
<<Mi piace stare con te>> confessai dolcemente. Gliel'avevo già detto tante volte ma non mi sarei stancato di ripeterlo nemmeno fra un miliardo di anni.
Attaccati come eravamo, sentii il suo cuore battere un po' troppo veloce per essere normale. <<Anche a me>> ammise a sua volta.
<<Ne sono davvero felice>> risposi, sincero, non riuscendo a trattenere una singola lacrimuccia di commozione che scivolò fino al cuscino.
Xiao asciugò col dito ciò che ne rimase sulla mia guancia; <<Tutto bene?>> domandò.
<<Sembra di vivere in un sogno>> confermai, ma lui non colse il senso delle mie parole. <<Ho quasi paura di svegliarmi>>
<<Ed è una cosa buona o..?>>
<<È ottima>> lo rassicurai, passandogli una mano fra i capelli. Li aveva che erano combinati un casino, ma era talmente carino che glieli scompigliai ancora di più. <<Il sogno più bello che abbia mai vissuto>>
Xiao arrossì. <<Non puoi dirmi queste cose, dai...>>
<<Perché no?>> chiesi. Ai tempi, chiedo scusa, ancora non sapevo nei dettagli la storia del suo passato.
<<Io>> mormorò, puntando su quanto fosse disposto a dire ad alta voce, <<non credo di meritarmele>>
<<Non è una questione di merito>> risposi. <<Non mi interessa se te lo meriti o meno, se voglio dirti qualcosa te lo dirò lo stesso>>
<<Ma...>>
Gli misi un dito sulle labbra per zittirlo. <<Niente "ma">> lo rimproverai. <<Anzi, se c'è qualcosa che non hai ancora fatto perché "non te la meritavi", falla. Me l'ha insegnato Kazuha, e mi sa che ha proprio ragione>>
<<No>> disse, <<non c'è nulla che io debba fare>>
<<Non posso crederci>> ribattei. <<Qualcosa ci deve essere per forza>>
Xiao scosse la testa. <<No>> fece di nuovo.
<<Impossibile>> insistetti, puzecchiandolo per finta fino forse a sembrare irritante. <<C'è ma non me lo vuoi dire, ammettilo>>
<<Non è vero>> ripeté. <<Stai facendo di nuovo il bambino>>
<<Ieri dicevi che lo sono>> obiettai.
Sospirò, senza voglia di ribattere.
<<E allora dimmelo, che cosa vorresti fare?>> scherzai, ma lui la prese sul serio. Voleva essere una battutina, ma Xiao, grazie agli dei, non la colse al volo.
<<Non sono abituato a volere niente>> mormorò, <<però, ultimamente... no va be', lascia perdere. Non ha importanza>>

Solitamente sono abbastanza bravo a farmi i fatti miei, ma in quello specifico caso non mi seppi proprio trattenere. <<Ora sono curioso>> protestai, sentendomi una tremenda pettegola, <<Non lasciarmi con questo dubbio>>
Arrossì. <<Non te lo posso dire>>
Ricambiai mettendo il broncio per scherzo, deliziato dalla sua espressione attuale. <<Ti vergogni di me>> lo provocai appositamente.
<<No!>> rispose subito e con una certa determinazione. <<È che... non ne vale la pena. Inutile pensarci>>
<<Se la desideri la sua pena la vale>> obiettai, iniziando a considerare l'idea di non calcare più la mano e lasciar cadere l'argomento; fu Xiao, forse presosi di coraggio, a fare l'esatto opposto. <<Ne sei sicuro?>>
Annuii. <<Certo>>
<<...>> si mise a pensare. <<No, non posso chiedertelo>>
Spalancai gli occhi. <<C'entro io?>> chiesi, stupefatto.
Spostò lo sguardo. <<Già>>

Fossimo stati in piedi, credo mi sarei messo a saltellare per l'emozione; dato che stavamo a letto, la mia agitazione si tradusse in un tremolio nervoso ma allegro. <<E allora dimmelo!>> lo spronai, <<giuro che lo faccio!>>
<<No, no, io non...>> cercò di dire, ma poi subito arrossì al punto da non riuscire a finire la frase.
Gli feci una carezzina sul viso, sperando di risultare minimamente incoraggiante. <<Dai, dimmelo>>
<<Lo faresti davvero?>> chiese, iniziando a sperarci almeno un po'.
<<Ovviamente>> confermai, entusiasta e onorato dall'idea di poter fare qualcosa per lui.
Xiao rimase un attimo in silenzio a pensare alla sua prossima mossa. Passò quasi mezzo minuto e, alla fine, piuttosto in ansia, il viso spostato verso il cuscino e lo sguardo basso, bofonchiò qualcosa sul fatto che fosse una richiesta strana, assurda e che potessi assolutamente rifiutare. Quando lo rassicurai e gli promisi che, qual che fosse la sua richiesta, non l'avrei considerata strana, mi chiese: <<Tu... un bacio me lo daresti?>>

All'udire quelle parole, dapprima quasi mi paralizzai per un millisecondo, e contemporaneamente mi venne voglia di mettermi a piangere dalla felicità. Trattenute al meglio delle mie possibilità tutte le lacrime, decisamente non richieste, misi una mano sotto il suo mento, portandolo così dritto dritto davanti al mio viso. Lui ebbe un po' paura della mia possibile reazione, immagino, ma gliela feci passare in fretta.
Gli rivolsi un sorriso e subito dopo lo baciai come richiesto.
Fu un bacino di pochi secondi senza lodi e senza infamia, un unione di labbra pulita, delicata, senza nulla di troppo speciale. Le sue labbra, sotto le mie, erano molto meno soffici di quanto avessi immaginato: piccole e sottili, con ancora il sapore della notte attaccato di sopra. Mi trattenni dal premere troppo per paura di fargli male.
Quando mi ritrassi, tolta la mano dal suo viso, in un certo senso me ne pentii e tornai sui miei passi; posai di nuovo le labbra sopra le sue e lo baciai di nuovo, in maniera piuttosto simile ma un filo di intensa di prima, intenzionato a non deluderlo.
Con un lieve, lievissimo rumore, conclusi quel bacetto e riaprii le palpebre.

Mi ritrovai i suoi bellissimi occhi gialli spalancati a fissarmi, e le sue dita poggiate, dell'incredulità generale, sopra quelle labbra che avevo appena baciato. Anche io, lo ammetto, potei crederci solo a stento; realizzai fosse reale solo grazie alle farfalle nello stomaco, svolazzanti già di primissimo mattino. Era troppo bello per essere vero, come si suol dire.
Ma era stato realissimo, piacevole, e non mi trattenni dal dargliene un altro, piccolo piccolo, quasi a stampo, nell'attesa che lui si riprendesse abbastanza per dire qualcosa.
<<Grazie>> mormorò, ancora scioccato. Addolcì lo sguardo, sollevato.
Gli sorrisi, e così fece anche lui. Fu il sorriso più bello che vidi in tutta la mia vita; un piccolo tesoro segreto, accessibile a me e basta, dalla notte tempi fino alla fine della storia.
<<Xiao?>> gli chiesi, addolcito fino all'osso dalla sua amabile faccia sinceramente felice, <<Non è che ne daresti uno anche a me?>>
E si spostò, appoggiandosi con i gomiti sopra il mio petto, come avevo capito gli piacesse fare; io lo strinsi con dolcezza, felice, in attesa di quell'altro bacio che non tardò ad arrivare.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now