Capitolo otto

61 8 7
                                    

<<Ti vedo giù di corda>> dissi a Kazuha a mo' di saluto quando, quella sera, lo raggiunsi sul ponte dopo aver finito di mangiare e lavare un paio di decine di padelle. Cucinare per una ciurma so stava davvero rivelando un inferno, e non pensavo.
Il ragazzo dai capelli bianchi stava seduto a prua con lo sguardo rivolto al mare, un qualcosa di bruciante fra le labbra ed una generica aurea di nostalgia mista a fumo attorno a sé. Sospirò, alzò le spalle e non aggiunse altro, ma ugualmente mi fece cenno di sedermi al suo fianco. Era strano, in effetti, che fosse lì da prima di me.
Come nostra abitudine durante l'intero corso del viaggio, mi sedetti a gambe incrociate vicino a lui a guardare il mare.
Kazuha rimase immobile a fumare in un insolito silenzio; dopo circa un minuto, si riscosse e mi porse quello che restava di un qualcosa che, con un lieve eufemismo, poteva essere stata una sigaretta fatta a mano -ma non credo affatto lo fosse.
<<Cos'è?>> chiesi, un filino diffidente.
Seguì un altro attimo di silenzio autoesplicativo; qualunque cosa fosse, era meglio Kazuha la tenesse per sé stesso.
<<Ma ho anche del tabacco, se vuoi>> propose. <<Scusa, non ci avevo pensato>>
Quello lo accettai, e qualche attimo dopo mi porse sigaretta ed un accendino dorato.

Fu un momento di pace, poi Kazuha si decise a parlare. <<Siamo quasi arrivati>> disse. <<Domani saremo a Liyue. Felice?>>
<<Non vedo l'ora>> risposi. <<Anche se, lo ammetto, un po' mi rattrista l'idea di salutarvi. Sono stato bene sulla nave>>
Mi rivolse un sorriso con sopra un velo di tristezza. <<Anche a me ha fatto piacere averti avuto qua>>
<<Qualcosa non va?>> gli domandai, stranito dal suo comportamento di quella sera. <<Ti spiace essere arrivati?>>
Scosse la testa. <<Adoro Liyue... sai, vivo più lì che qua sulla nave. Non vedo l'ora di arrivare, come hai detto tu>> mi raccontò con un lieve sorriso. <<C'è anche mamma che mi aspetta>>
Gli rivolsi uno sguardo interrogativo; sua mamma era nella cabina del capitano, no? Come poteva essere a Liyue?
<<L'altra mamma>> precisò, rendendosi conto che mi aveva lievemente mandato in confusione. <<La compagna di Beidou; è fantastica>>
<<Ah, capisco>> dissi un po' distaccato, lievemente invidioso. Dovevano essere una bella famiglia, e, per parlarne così, lui doveva voler bene ad entrambe queste due donne.
<<Allora perché sei così giù?>>
Alzò ancora le spalle. <<Vorrei portare anche Hei un giorno qua a Liyue, per fargliela visitare, o per fargli conoscere mamma Ningguang. Credo gli piacerebbe viaggiare un po' assieme... E invece, guarda, sono sempre tutto solo>>
<<Senza offesa, ho adorato la tua compagnia di queste sere,>> aggiunse praticamente all'istante, forse convinto di avermi appena detto qualcosa di male, <<ma l'avrei amata se ci fosse stato Hei, no? È diverso>>
Annuii, capendo appieno la situazione. <<Ti manca>> intuii, ma lui forse la interpretò come una domanda. Doveva essere stato il modo in cui l'avevo detto a non suonare al meglio, dandomi dell'incertezza.
<<Abbastanza>> ammise, un lieve rossore sul viso. <<È quello che capita quando vuoi bene a qualcuno, no?>>
Feci un altro tiro, sperando di trovarci dentro un po' di consolazione. <<Quando vuoi bene a qualcuno... sì, suppongo tu abbia ragione>> sospirai, liberandomi anche del fumo. <<È vero>>

Kazuha annuì e mi chiese: <<Hai qualcuno anche tu? Non te l'ho mai chiesto>>
<<Qualcuno come tu hai Heizou?>> domandai.
Lui annuì.
Io pensai a Xiao.
Be', a dir la verità pensavo un po' sempre a Xiao da un mesetto a quella parte, come Heizou pensava sempre a Kazuha.
Lo realizzai in quell'attimo, ed arrossii profondamente. Grazie a tutto quel buio che ci circondava, però, lui non se ne accorse.
<<No, non... okay, è complicato>> dissi.
<<Avete litigato?>> chiese, curioso.
Scossi il capo. <<No, no, assolutamente>> negai. <<Non stiamo nemmeno insieme, anzi... già è tanto dire che siamo conoscenti. Dubito di essere anche solo il suo tipo>>
<<Ma lei ti piace?>> chiese, ma mi parve più una deduzione che una domanda vera e propria. Già lo sapeva, voleva sentirselo confermare. 
<<È un lui>> precisai, cercando di sviare il discorso almeno un minimo.
Bella era la domanda che mi aveva posto; sapevo anche come rispondergli, ma non se la mia bocca sapesse tradurre il pensiero in parole.
Xiao mi piaceva?
<<Ma lui ti piace?>> si corresse.
Strinsi le labbra. <<Non lo so>>

<<Okay, ti piace>> disse schietto, diretto.
<<Ti ho detto che non lo so>> insistetti. <<Non mi dispiace, ma da qui a dire che mi piaccia è troppo>>
Fece un tiro, finendo del tutto il suo spinello. Tempo un paio di secondi per liberarsi del mozzicone, si mise a farne un altro. <<Sì, okay, sei cotto; è che ancora non l'hai accettato del tutto>> mi disse, mettendo non so cosa nella cartina. <<O forse sì, ma devi realizzarlo. Tu fidati: ho ragione>> aggiunse.
<<Lo facevo pure io con Heizou>> rivelò, rispondendo anticipatamente alla mia prossima battuta, ovvero "E come fai a dirlo?". Era perspicace, quel ragazzo.
<<Mi capitava, e ancora mi capita, lo ammetto, di perdermi osservando i suoi gesti più banali. Sai quante volte ho perso il senso di spazio e tempo, dimenticato i miei più seri impegni, in nome di un'occhiata in più al suo viso o nel ricordo di una di queste?>>
<<Un sacco, immagino>> risposi. Non capii il motivo, ma il suo modo di parlare era velocemente mutato.
Lui annuì. <<Non vorrei perdere troppo tempo decantando le sue lodi, ma ti giuro che potrei andare avanti per ore. Non lo farò; ti annoierei>> disse, lo sguardo già perso verso il nero più totale delle onde in alto mare. Da lontano, lontanissimo, giungevano solo puntini di luce.

<<Hei ha gli occhi vivi e tanto profondi come la tristezza che si porta nell'anima. Potrà apparire sempre allegro, ma è uno fra gli uomini più tristi che io abbia mai conosciuto...>> aggiunse; era andato, completamente perso. Alla fine, da bravo innamorato, non era riuscito a trattenersi ed un minimo di adorazione aveva lasciato le sue labbra. <<Ha questo lato infelice che mi ispira quasi, quando non fa piangere, una certa tenerezza; non basterebbero altre tre persone per dargli tutto il bene con cui vorrei riempirlo>> sospirò. <<La tristezza è affascinante; non sai quanto mi dispiaccia>>
<<Almeno quanto spiace a me>> risposi; il pensiero sempre fisso su di lui. <<Xiao... io su di lui conosco pochissimo, ma solo gli dei sanno quanto lui abbia sofferto e ancora soffra. Glielo si legge negli occhi, credimi. Alle volte ha proprio lo sguardo di chi ha rinunciato a cercare un po' di bene al mondo, o un briciolo di felicità... è come se non ci credesse più>>
<<Non sei messo meglio, se posso permettermi>> sospirò.
Alzai le spalle. <<Io non me la merito, è un problema diverso>> spiegai, e sebbene fosse palese che non volessi approfondire l'argomento, Kazuha volle investigare. Era una brutta abitudine che doveva avergli attaccato il fidanzato.

<<La felicità forse non se la merita nessuno, ma averla o no non penso dipenda dal merito>> disse.
<<Funzioni come funzioni, io non la merito comunque>> fu la mia risposta, secca e irremovibile.
Kazuha sospirò. <<Credo neanch'io. Guardami: sono un tossico, un ricercato... ma una fetta di felicità l'ho avuta lo stesso>>
<<Non sei una cattiva persona>> gli dissi.
<<Appunto. Neanche tu>> confermò, cogliendomi alla più totale sprovvista. <<O se lo sei, sei una cattiva persona estremamente gradevole e disponibile>>
<<Cosa?!>> esclamai. Ne dubitavo e non poco, e soprattutto non seguivo il suo ragionamento.
<<Non sei una cattiva persona, o al massimo pensi di esserlo>> ripeté, molto convinto. <<E quindi come me potresti diventare un po' più felice. Che sia con Xiao, se non ho capito male il nome, o con qualcun altro>>
Scossi la testa. <<Non siamo uguali, tu ed io. È una situazione un po' diversa>> sospirai. <<Ma grazie per la fiducia>>
<<Ah, figurati>> rispose. <<La fiducia cercala un po' più in te stesso, però. Ti vedi peggio di ciò che sei, caro amico mio>>
Mi diede una pacchetta sulla spalla come per volermi consolare. <<E come già ho detto, la felicità non la si merita mai. Arrivaci comunque, o aspetta che venga lei>>

<<E come dovrei fare?>> chiesi scettico.
Kazuha rifletté un attimo. <<Penso che dire a Xiao che lui ti piace e offrirgli una cena sia un buon inizio>>
<<Perché parli come se la mia presunta felicità dipenda da Xiao?>>
Sollevò intenerito entrambi gli angoli delle labbra. <<Perché sorridi ogni volta che pronunci il suo nome>> disse. <<E tu, di base, non sorridi quasi mai>>
Mi voltai dall'altro lato, guardando, come aveva fatto già lui, il nero più nero del mare notturno. Aveva ragione, era palese.
Non volevo ammetterlo, era altrettanto palese.
Ero innamorato dello yaksha, e questo era palesissimo. 
<<Gli offro una cena appena riesco a vederlo>> decisi. "E magari un mazzolino di fiori", aggiunsi nella mia testa, ripensando al topinambur.
<<È lo spirito giusto>> concluse Kazuha soddisfatto. Si stiracchiò, sbadigliò e disse che per quella sera sarebbe andato a dormire. Lo salutai e rimasi ancora un po' lì dopo che lui se ne fu andato, bisognoso di riflettere.
Spensi la mia sigaretta. Non avevo più nulla da fumare, ormai.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now