Capitolo diciotto

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Dopo che la luna si fu spostata verso l'altro lato dell'orizzonte, Xiao mi tese la mano. <<Torniamo su?>> mi propose, intenzionato ad andare a dormire almeno fino all'alba.
La afferrai senza indugio, e lui subito intrecciò le sue dita alle mie. Lo facevamo da un solo giorno, ma lui già mi aveva dato l'idea di essersi abituato a prendermi così. Ed a me, quel suo modo, non dispiaceva affatto.
<<Okay>> accettai, avvicinandomi un poco di più verso di lui. E così sistemati, salimmo quel paio di rampe di scale che ci separava dall'ascensore. Era appena ripartito, quindi in realtà ci sarebbe toccato attenderlo per qualche minuto.
<<Sono stato bene questa sera>> gli dissi nell'attesa.
Annuì. <<Anche io>>
E lo pensai di nuovo; qui ci sarebbe stato il bacio.
Ma Xiao non era un tipo espansivo, tutt'altro, e lo conoscevo da troppo poco per fare una cosa simile. Non che pensassi l'avrebbe rifiutato per prendermi a schiaffi, ma comunque non era ancora il momento.
Ma cavolo, sarebbero state le condizioni giuste..!

Arrivò l'ascensore; salimmo su, e presto arrivammo in camera. Qualcuno, dall'hotel, dopo aver messo un po' d'ordine, ci aveva omaggiato di un paio di cioccolatini ed una mezza bottiglia di vino.
<<Pazzesco>> mormorai, stupito, quando me li ritrovai sul comodino della stanza, in mezzo ai due letti. Un servizio simile mi era già capitato in passato, ma solo dietro richiesta. Solo più tardi, scoprii che Xiao conoscesse bene i proprietari del Wangshu Inn e quasi tutti coloro che ci lavorassero.
Doveva trattarsi di un omaggio fatto per lui, ma ancora quella sera non lo sapevo.
<<Vuoi?>> chiesi, osservando la bottiglietta. <<C'è scritto che è tutto vegano>>
<<Un goccino>> accettò.
La stappai, gliene versai un bicchiere e glielo porsi.
<<Avevo detto un goccio>> mi rimproverò, notando una quantità di vino che "goccio", in effetti, non si poteva definire.
<<E va be', tanto non dobbiamo andare da nessuna parte>> gli dissi; lui, senza troppe storie, accettò.
Me ne versai un bicchiere identico, lo appoggiai al suo facendolo tintinnare lievemente e lo mandai giù quasi in un colpo solo, soddisfatto. <<È buono>> dissi.
Annusò il vino e ne bevve un sorso. <<Vero>> confermò, e prese a sorseggiarlo piano piano.

In breve tempo, la mezza bottiglia si svuotò del tutto. Io ero un po' brillo, ma poco, lievemente in aria; Xiao pure, messo poco peggio di me.
<<Era da un sacco che non bevevo niente>> mi rivelò.
<<Suppongo che il tuo lavoro te lo impedisca>>
<<In effetti, anche>> ammise. <<Sono troppo stanco per poterci anche solo pensare>>
<<A me non dispiace, la sera, un goccio di qualcosa>>
<<Il tuo "goccio" sono due bicchieri e mezzo>> mi riprese, guardandomi con uno sguardo sbieco, ma poi l'alcol lo fece sorridere.
<<Oggi ho esagerato>> ammisi, e mi scappò una risatina allegra. <<Ma tu ne hai bevuto di più, e il goccino te lo sei scordato>>
<<Dettagli>> sorrise, rosso in volto. <<Non volevo>>
<<Neanch'io>> dissi; ci guardammo negli occhi e ci mettemmo a ridere completamente a caso.
Non avevo mai visto Xiao ridere da sobrio, e quasi stentavo a credere fosse possibile; sorridere senza saperlo e ritirare l'espressione allegra subito dopo, questo sì, ma ridere davvero no. Sempre che ridere da brilli fosse una risata da considerare reale.

<<Hai delle belle guance>> mi scappò, ma tutto feci tranne che ritirare le mie parole. <<Sembrano morbide>>
Xiao era già rosso, quindi non arrossì ulteriormente. <<Lo sono>>
<<Ah sì?>> chiesi, incuriosito.
<<Sì>> confermò. <<Non ci credi?>>
<<No, no, mi fido>> garantii. <<Si vede. Sono soffici>>
<<Già>> rispose.
Ci fu un attimo di silenzio veramente stupido, e poi, io, ancor più decerebrato, chiesi: <<Ma sarebbe un problema se..?>>
Alzò le spalle. <<Fai pure>>
E gli toccai la guancia destra con un dito, affondando dolcemente fra tutta la carne che aveva in viso.
<<Oddei, è morbidissima!>> esclamai, intenerito, e non mi fermai. <<Ti prego, è fantastica>>
<<Menomale>> commentò, ora davvero imbarazzato da quella strana situazione. Gli feci una carezza prima di ritrarre, seppur con non poco indugio, la mano. Mi sarebbe piaciuto tenerla lì, ma non avrei mosso una sola cellula contro la sua volontà.
<<Scusa>> mormorai, un pelo in colpa. <<Forse non era il caso>>
Xiao abbassò il capo, come dovesse davvero riflettere su quanto appena detto. <<No, va bene>> si sforzò di pronunciare quelle parole, immagino combattendo interiormente contro i suoi modi quasi da eremita e le sue abitudini in generale. <<Se ti va, tu puoi farlo>>
Dichiarato ciò, molto impacciato, quasi come un ragazzino che compiva quei gesti per la prima volta, mi prese la solita mano e la strinse fra entrambe le sue. C'era tanto disagio in quei gesti, ma non del tipo che non volesse farlo; non sapeva come e la sua stessa incertezza lo rendeva nervoso. Gliele strinsi con forza, volendo rassicurarlo. "Va tutto bene" provai a dirgli con uno sguardo ed una carezza fatta col pollice sul dorso della mano.
<<Sicuro?>> chiesi con un sorriso.
<<Certo>> rispose, sincero almeno quanto lo ero già stato anch'io. 
Gli diedi un buffetto sulla guancia in segno di apprezzamento. <<Grazie>>
<<Di nulla>>

Dopo altre inutili chiacchiere che nessuno fra noi ricorda, venne il tempo di andare a dormire. Xiao sbadigliò, contagiandomi all'istante. Erano quasi le due di notte, e noi l'indomani avremmo avuto mezzo Stato da attraversare.
<<Forse è ora di andare a dormire>> dissi. Mi alzai, stiracchiandomi fino a farmi scrocchiare la schiena. L'altro ragazzo si disse d'accordo.
Mi misi più comodo per la notte, e dopo che lui andò in bagno a lavarsi la faccia feci la stessa cosa anch'io. Entro poco, mi infilai sotto le lenzuola del lettino più lontano dalla finestra, ma non mi rimboccai le coperte. Attesi di vedere che volesse fare lui.
Infatti, come speravo ed ero abbastanza certo sarebbe successo, Xiao rimase impalato in mezzo alla stanza, lo sguardo rivolto verso di me e, più nello specifico, verso lo spazio rimasto disponibile nel mio letto.

<<Ti ho detto che i miei incu-...>> partì col dire, immagino per riferirmi qualcosa di suppongo vero, probabilmente utile, sul suo sonno disturbato al fine, palesemente, di finire a passare un'altra notte insieme come la precedente.
<<Vieni>> lo interruppi, senza neanche voler spendere tempo a fargli sprecare fiato. Dette quelle parole, Xiao si infilò all'istante sotto le coperte, al mio fianco; gli sorrisi, aprii le braccia, aspettai trovasse la posizione giusta sulla mia spalla e poi lo strinsi piano, felice di averlo lì.
Scambiammo solo due o tre parole prima di dirci <<Buonanotte>> a vicenda. Si accoccolò -non c'è altro verbo per dirlo- col viso verso il mio petto, il nasino quasi schiacciato, la guancia spiaccicata fra il mio braccio ed il busto. Era molto rigido, ma si rilassò in fretta. Chiuse gli occhi; si addormentò presto.
Io ebbi un'altra bella idea del cavolo, ma ormai avevo capito ne valesse la pena e che lui fosse, relativamente, d'accordo.
Gli spostai una ciocca di capelli dal viso, e gli posai un bacio sulla testa. <<'Notte>> ripeté con un sorriso sincero e gli occhi chiusi, cogliendomi alla sprovvista. Pensavo dormisse, ma evidentemente non era così. <<Notte>> dissi ancora, e dopo un po' caddi nel regno di Morfeo assieme a lui.
Cosa strana, devo dire, quella notte Xiao non ebbe il principio nemmeno di un solo incubo.

Il Sapore Di Un SognoWhere stories live. Discover now