𝐈𝐈

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Astrid si svegliò assonnata nel suo letto. 

Cominciò a ricostruire i fatti avvenuti nella giornata precedente. I funerali di suo nonno, il comportamento di sua madre e i due strani incontri. 

Proprio in quel momento di pace e confusione entrò Magda, la domestica. 

-Signorina Fletcher, è attesa al piano inferiore per la colazione.- 

La ragazza rivolse uno sguardo assonnato alla donna per poi farle cenno di uscire e si posizionò di fronte all'armadio. Non era mai stata una grande appassionata di moda a differenza delle sue coetanee. Prese uno dei tanti abiti neri con il colletto bianco e lo indossò. Incorniciava il suo fisico minuto creando una combinazione stonata con i capelli rossi. Lanciò una veloce occhiata allo specchio antico per poi camminare silenziosamente fino alla sala da pranzo. 

Appena varcò la soglia tutti gli sguardi si puntarono su di lei e divenne la principale attrazione di quel circo che era diventata la sua famiglia. 

Scostò la sedia, il rumore rimbombò nella sala svuotata dal silenzio. 

-Dovresti dormire di notte- le disse il padre con la sua solita voce tuonante. 

Per un attimo Astrid balzò, spaventandosi per quell'inaspettato suono. 

-Credevo di aver sentito un rumore ma poi sono tornata immediatamente in camera- mentì come se l'istinto avesse scelto per lei la via più disonesta. 

Il pasto proseguì silenziosamente così come quello successivo nell'ora di mezzogiorno. 

Nel pomeriggio, poco dopo il pranzo, Astrid uscì nel giardino. Dietro alla villa si trovava il posto del nonno e della nipote, uno di quei luoghi speciali che connette per l'eternità due persone. La piccola fontanella incastonata nella roccia creava un lago abbastanza grande da permettere alle carpe koi di vivere. 

Quando Astrid vi giunse, André era già là ad aspettarla. 

-Dovresti fare attenzione: i cani non risparmiano nessuno e i giardinieri potrebbero riferire a mia madre che sei qui...se lei sapesse della Grex non so come reagirebbe- disse la ragazza in soggezione. 

André accennò un sorriso e si avvicinò a lei. Fissò gli occhi mielati per qualche secondo, poi la abbracciò. Un aroma famigliare avvolse Astrid, le ricordava quello del nonno. Rimasero così qualche istante finché la ragazza non ricordò del suo appuntamento. 

-André, io devo andare.- 

Il ragazzo la prese per mano e insieme salirono la scalinata che sovrastava la fontana. Arrivarono nei boschi dove Astrid era stata solo poche volte. Oramai avevano sconfinato la proprietà dei Fletcher ed erano arrivati, dopo un lungo cammino nella natura, sul retro del cimitero. Ad attenderli c'era la donna della sera precedente. 

-Puoi andare André- disse ricevendo un'occhiata indecisa da parte del ragazzo. 

Alla fine le due donne rimasero sole. 

-È ora che tu conosca il motivo per cui sei nata.-

Astrid seguì Nadine lungo un'altra scalinata in rovina, immersa anch'essa nel verde. Dopo una serie di gradini arrivarono di fronte a un piccolo palazzo. Non era una villa di nobili ma neppure una catapecchia. Aveva due piccole torri caratterizzate da tetti conici, aveva un colorito mattone e parecchie finestre arcuate. Era una casa come tante altre a primo impatto. 

Poggiata alla cancellata che delimitava i confini della proprietà, c'era una donna. Aveva la carnagione scura, come i suoi capelli e con i suoi occhi tra il castano e il nero rivolgeva sguardi rassicuranti ad Astrid. Nadine fece cenno alla ragazza di avvicinarsi senza paura e così fece.

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