𝐗𝐕𝐈𝐈

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I suoi occhi si aprirono lentamente, venendo a contatto con la luce fioca. Quella mattina era più gelida delle altre e Astrid poteva percepire il freddo oltrepassare persino il pesante piumino. Intravide il paesaggio coperto dal manto bianco. 

Si fece forza e si alzò dal letto, avvolgendo immediatamente il suo corpo in un caldo maglione di lana. La attendeva una giornata tanto monotona quanto impegnativa: da quando era tornata a casa, era tormentata dai suoi pensieri che creavano in lei una sensazione di spossatezza e angoscia. 

Appena varcò la porta dell'abitazione, il suo viso venne travolto da un vento ghiacciato: poteva percepire le goccioline di vapore acqueo che sbattevano sulla sua pelle arrossata. 

Era passata poco meno di una settimana e nessuno, a parte Elia, era venuto a trovarla. A detta del ragazzo erano impegnati con una questione urgente. 

Astrid tentò di non pensarci e decise di fare una passeggiata nei prati coperti dalla neve. Quando fu abbastanza lontana da casa, si sedette su una pietra vicino a un rovere. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal fruscio delle foglie ghiacciate: emettevano un tintinnio fiabesco che la fece viaggiare in luoghi lontani e pacifici. In quel momento sentì dei passi dietro di lei e le sembrò di conoscerli. 

L'alba del nuovo giorno si era presentata anche alla Grex, dove i rapporti tra i membri si stavano incrinando sempre di più. Elia e André erano soliti litigare mentre Dara era terribilmente preoccupata per Nadine. Quel giorno non fu diverso dagli altri. 

-Ho sentito dire che qualche giorno fa sei andato da Astrid- disse Elia guardando André in cagnesco.

-Anche se fosse, non vedo dove sia il problema.-

-Lei è mia- ribatté a denti stretti.

-Se ti fidassi di lei non saresti qui a farmi la predica- rispose prima di fuggire, tuttavia Elia lo strattonò per un braccio e lo costrinse a guardarlo negli occhi. 

-Ascoltami bene André, perché te lo dirò una volta sola: sta lontano da Astrid- lo minacciò scandendo bene le parole. 

Ottenne come risposta un sorrisino divertito. André non si sarebbe arreso e questa volta non lo stava facendo per la promessa. Aveva capito che la amava profondamente e che non l'avrebbe mai dimenticata; ora non gli restava altro che convincere anche la ragazza. 

La nevicata della notte precedente lo rendeva ancora più euforico riportando alla mente soltanto i ricordi felici della sua triste infanzia. Camminò con difficoltà fino alla proprietà dei Fletcher, finché non individuò una chioma rossa sotto a un albero. Si avvicinò lentamente: i suoi piedi affondavano nella neve lasciando grandi impronte. 

Astrid si voltò di scatto e sospirò dopo aver notato che le sue supposizioni erano corrette. Si alzò velocemente e corse tra le sue braccia. Si strinsero con fin troppo calore: i loro cuori avrebbero potuto sciogliere la neve tanto era l'amore che li riempiva. Alla ragazza sfuggì qualche lacrima che le gelò la pelle candida. 

-Mi sei mancata- sussurrò il ragazzo strofinando il naso nell'incavo del suo collo, tra i capelli rossi. 

Astrid non parlò, ma si limitò a stringerlo ancora più vicino al suo cuore, come se avesse paura di perderlo per sempre. Si staccò soltanto per guardarlo negli occhi e accarezzare le gote arrossate. Tratteggiò con il dito i contorni del suo viso, soffermandosi sulle labbra screpolate dall'arsura. Il contatto con la pelle ruvida le ricordò l'anima tormentata del ragazzo che, in quel momento, sembrava molto più sereno di prima. Pensò che la lontananza l'avesse risanato: André sapeva leggersi dentro meglio di chiunque altro ma per farlo doveva allontanarsi da tutto ciò che poteva distrarlo. 

-Sei cambiato così tanto- sussurrò la ragazza, incantata dalla nuova bellezza che caratterizzava l'amato. 

Lui sorrise dolcemente, non essendo totalmente cosciente di quel mutamento. 

-Sono sempre io, mentre tu sei spenta.-

-Già- rispose lei, abbassando lo sguardo in cerca di un argomento con cui deviare il discorso. 

-Forse dovresti passare alla Grex. Manchi molto a tutti e poi Elia mi sembra nervoso senza te-. 

Astrid sollevò lo sguardo e accennò un sorriso. 

Fianco a fianco si diressero alla società: la cancellata era stata ridipinta e si potevano notare dei piccoli abeti piantati nei terreni circostanti. La stupiva il modo in cui la Grex cambiava costantemente seguendo un perpetuo movimento. 

Si accomodarono nell'abitazione caratterizzata da un piacevole tepore. I muscoli di Astrid si sciolsero a contatto con quel calore mentre i suoi nervi si tesero. Vedere Elia arrabbiato non solo la innervosiva, ma la spaventava. Era lì in piedi che scrutava i due insistentemente. 

André si limitò a sorridere, quasi felice della sua reazione, mentre Astrid gli rivolse uno sguardo di supplica, sperando che non facesse scenate. Tuttavia le sue preghiere non furono accolte e il ragazzo si scagliò contro De la Porte. André non reagì e lasciò che Elia gli ferisse il labbro con un pugno deciso. Non si limitò a picchiarlo. 

-Devi starle lontano, mi hai capito!?- urlò, ricevendo come risposta un sorriso beffardo accompagnato da poche parole sputate con cattiveria.

-La verità, Elia, è che tu non sei altro che un bugiardo. Le hai mentito, l'hai manipolata e alla fine l'hai abbandonata. È questo quello che fai con tutti, perché cerchi l'immortalità ed è proprio in quel momento che ti comprometti.- 

Il pugnò di Elia si scagliò nuovamente contro il viso di André. 

Astrid era inerme e tremante: non capiva del tutto le parole del suo grande amore, benché avesse notato il cambiamento in peggio di Elia. 

Avendo sentito le urla, accorsero Nadine e Dara che tentarono di separare i ragazzi. Le due donne, però, non riuscirono a fermare l'ira del ragazzo che si scagliò contro Astrid. 

-Tu...- disse indicandola. -Io ti ho dato tutto ma non ti è mai bastato. Sei solo un'egoista: hai sempre pensato solo a te stessa e al tuo amore per lui, e io? Io non sono mai esistito. Sei solo una stupida se credi che lui possa amarti veramente. André De la Porte è un mostro e tuo nonno l'ha scelto proprio per questo. I due grandi uomini della tua vita non sono altro che bestie e tu hai lasciato che ti plasmassero a loro piacimento. Come ci si sente a scoprire la verità, Astrid?- 

Nadine non ci vide più, non poteva permettergli di disonorare i loro nomi. Si mise in mezzo ai ragazzi e li divise bruscamente, con le sue poche energie da anziana. 

Elia salì nella sua stanza con Nadine, mentre André tentò di spiegare la situazione all'altra donna. 

Astrid non respirava più, aveva fame d'aria, aveva bisogno di scappare. Fece uno scatto e uscì dalla società in lacrime. 

Per la prima volta il suo nido di rovi l'aveva protetta dal giardino incantato. 

Corse lontano nei boschi e si accasciò sulla scalinata coperta dal muschio. 

Il ragazzo la raggiunse in fretta, ma inizialmente si tenne a distanza. La contemplò in tutto il suo dolore. Poi si avvicinò a lei lentamente fino a sfiorarle dolcemente le spalle. 

-Non mi toccare André, non mi devi toccare- strillò. 

Mise le mani nei capelli mossi e lasciò che lacrime di frustrazione sfuggissero dai suoi occhi. 

André si avvicinò con attenzione e la strinse delicatamente tra le sue braccia. 

La ragazza si abbandonò a quel contatto rilassando tutte le membra e permise al battito cardiaco del ragazzo di cullarla mentre piangeva disperatamente.  

𝐆𝐑𝐄𝐗Where stories live. Discover now