𝐗𝐕𝐈

6 0 0
                                    

Corinne era lì, in piedi, davanti alla Grex. Dara le aprì la porta cordialmente, benché non fosse felice di vederla. Si scambiarono uno sguardo carico di odio e rancore. 

-Dov'è mia figlia?- disse con tono freddo. 

La donna la guardò intensamente prima di risponderle. 

-Nella sua stanza, penso. Vado a chiamarla.-

-Attenderò qui- disse per poi sedersi su una piccola cassapanca accanto a una finestra. 

Dara salì le scale alla ricerca di Astrid. In quel momento sarebbe voluta scappare via e allontanare anche la sua leader da quel posto. Corinne le aveva sempre fatto gelare il sangue, fin dalla prima volta in cui l'aveva vista. Un giorno venne improvvisamente alla Grex, in cerca di Ernest. Dara era solo una ragazza, ma ricordava perfettamente quell'istante. La donna, qualche anno più grande di lei, la guardò con un disprezzo disumano. Lo stesso che a distanza di anni aveva fatto invecchiare spaventosamente il suo viso. Da un lato fu sorpresa dal fatto che fosse venuta lei in persona, avrebbe potuto mandare una delle tante domestiche che aveva assunto e licenziato. Dara pensò che fosse tutto un piano per riportare a casa Astrid mostrandole quanto sua madre la amasse. Tutti quei pensieri la condussero velocemente alla stanza della ragazza che aveva già visto Corinne. 

-Astrid- iniziò.

-Lo so, mia madre mi sta aspettando.-

-Buona fortuna- disse guardandola tristemente.

-La fortuna per me non esiste più.-

Astrid la sorpassò con uno scatto lasciandola attonita davanti alla porta. Corse giù per le scale, impaziente di rivedere la sua nemesi. La trovò seduta in una posizione estremamente rigida. Guardava il panorama invernale: il terreno era ghiacciato esattamente come la sua espressione, non lasciava trapelare nessun sentimento. Voltò di scatto la testa quando si accorse che Astrid la stava fissando. Si osservarono scrupolosamente per qualche minuto. La figlia vide un accenno di capelli bianchi e di rughe sul viso, attentamente coperte da prodotti di bellezza che tentavano di ringiovanire una pelle oramai morta. La madre vide il cambiamento radicale e giovanile, ma anche una piccola donna distrutta dai sentimenti reali. 

-Sapevo che eri qui- disse riportando gli occhi al paesaggio esterno.

-Chi te lo ha detto?-sussurrò Astrid intimorita dal comportamento inusuale di Corinne.

-Ti sembro forse stupida?- ribatté lei voltandosi nuovamente verso la ragazza. 

Astrid lesse delusione in quegli occhi chiari. Sembrava che sua madre avesse fallito, ma non nel suo ruolo genitoriale, bensì in qualcosa di più grande e forse più importante. Corinne prese un profondo respiro ed espirò silenziosamente. 

-Torneresti a casa?-

Era una domanda ma suonava come un'imposizione. 

Mille pensieri balenarono nella testa di Astrid. 

-Puoi pensarci se vuoi- disse la madre intuendo la confusione che aveva in testa. 

Si limitò ad annuire e si sedette accanto a lei. Si fermò a guardare il pavimento come se le venature del legno contenessero la risposta a quella domanda. Si era ripromessa di essere una buona leader, riflettendoci bene avrebbe potuto rispettare il proposito anche da casa sua. Con Elia le cose non andavano per il verso giusto: lui era spesso arrabbiato e lei si sentiva sempre più inutile. Dara sarebbe stata perfettamente capace di continuare il lavoro da sola. Nadine aveva più bisogno di André. E André se n'era andato insieme a suo fratello e Maeve. Non le restava più nulla. 

Per la prima volta nella sua vita la solitudine le pesava: era una vecchia amica che piano piano era diventata opprimente, gelosa del fatto che Astrid potesse provare altre emozioni. Poi c'era quel tremendo senso di colpa che la attanagliava ogni singolo istante: era una tediante voce che non voleva tramutarsi in parola, ma restare un pensiero oscuro e profondo. 

Vi era solo una cosa peggiore di queste che teneva in pugno Astrid: l'odio verso se stessa. L'odio era il suo motore per vivere: rendere la propria vita un inferno era l'unica ragione per continuare a esistere. Lei era fermamente convinta che nessuna pena divina fosse paragonabile a quella che lei poteva autoinfliggersi. Così lasciava che i suoi pensieri banchettassero a piccoli bocconi delle sue membra, in un simposio, con un aedo che cantava le sue gesta d'amore tragiche ed eroiche. Poteva sentire quel canto nei suoi timpani, sovrastato dai rumori del mondo reale. La madre le stava parlando, avendola vista totalmente assente. 

-Va tutto bene?- 

Astrid alzò lo sguardo pregandole di lasciarle ancora qualche istante per pensare. La sua mente esaminò qualsiasi pensiero, anche quello più inutile, fuorché la questione del trasferimento. In quel momento comprese che non avrebbe risolto nulla con la sua parte razionale, perciò si lasciò trasportare dai suoi istinti più profondi, gli stessi che solitamente teneva relegati nella prigione della sua anima. La loro prigionia cessò e, uscendo, sussurrarono ad Astrid la risposta alla domanda della madre. 

-Tornerò a casa oggi stesso.- 

Parole fredde, distaccate, disumane. 

Corinne le rivolse un sorriso falsamente felice e lasciò che la figlia andasse a preparare i bagagli. La ragazza vagò silenziosamente nei corridoi un'ultima volta. Incontrò Elia e si limitò a salutarlo. 

-Così vai via- la trattenne lui.

-Cosa mi è rimasto?- rispose lei con le lacrime agli occhi.

-Nulla da quanto André è partito.-

-Per me lui è morto- concluse prima di chiudersi nella sua stanza e crollare in un pianto disperato. 

Aveva deluso André, suo nonno e persino se stessa: non solo era stata una pessima leader, ma aveva deciso di andarsene solo per uno stupido capriccio. Elia aveva ragione: la Grex aveva perso senso a causa sua, lei era il motivo di tutti i mali. L'unico modo che aveva per salvarsi era cercare l'affetto ma soprattutto l'approvazione di Elia, l'unico ancora desideroso di seguirla. Per un attimo si chiese perché fosse così ben disposto verso di lei, ma poi ricordò dell'amore che li legava i primi tempi e suppose che la risposta risiedesse proprio in questo. 

Prese le ultime cose e scese le scale con fatica. Quando arrivò a casa le sembrò tutto molto surreale. Sembrava che non fosse cambiato nulla, eppure quel luogo non le diceva niente, era un'abitazione come tante altre. Guardò disorientata la madre che le diede il permesso di andare nella sua stanza. Così fece e la ritrovò esattamente identica. 

Lasciò i bagagli in un angolo e aprì la finestra, notando immediatamente Elia sull'albero. Lo stesso albero dove aveva conversato con André per la prima volta. Percepì un nodo alla gola che presagiva l'ennesimo pianto, tuttavia cercò di eliminare quell'abitudinaria sensazione. 

-Ciao piccola, mi dispiace per prima- disse entrando dalla finestra.

-Scusami tu, è un periodo un po' così.- 

Si sorrisero a vicenda e si scoccarono un dolce bacio pacificatore. Elia spese per lei molte parole d'amore, ma si guardò bene dal dirle del ritorno di André. Il ragazzo era arrivato solo due ore prima, quando Astrid era già partita, seppur da poco. 

Il discorso con Elia aveva turbato André. Sapeva che la colpa era anche sua, ma non aveva la forza di farsene carico. Voleva vedere Astrid a tutti i costi, assaporare il suo profumo di cannella, immergersi nei suoi capelli rossi. Si diresse alla proprietà dei Fletcher per farle una sorpresa e convincerla a tornare. 

I suoi buoni propositi, però, vennero abbattuti dalla scena che si trovò davanti. Dalle tende della finestra riuscì a vedere i due ragazzi scambiarsi baci carichi d'amore e passione. Si strinse nel cappotto per tenere la delusione dentro di sé. 

Per sua fortuna entrò Magda che congedò Elia e portò delle coperte ad Astrid. Lei si spense ancora di più: se con il fidanzato si sforzava di sorridere, con il resto delle persone nemmeno ci provava. André voleva stringerla a sé e gridarle quanto la amava, tuttavia, questa volta, decise di rimanere in disparte per non creare ulteriori problemi. 

Astrid, ignara di tutto, si stese a letto, sperando che la notte l'avrebbe salvata dai suoi demoni. 

-Da qui ricomincia la mia prigionia- sussurrò a se stessa con le lacrime agli occhi.

𝐆𝐑𝐄𝐗Where stories live. Discover now