𝐗𝐗𝐈𝐈𝐈

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Zeffiro era tornato. Si aggirava quietamente tra le fronde degli alberi, portando fiori e pollini in ogni luogo. La calma trasudava da ogni elemento della natura, dal canto degli uccelli allo spostarsi dei fili d'erba. 

Quella mattina Dara si era svegliata presto; la primavera le aveva portato il buon umore ed era pronta per iniziare tutte le faccende di cui si occupava. 

Maeve si era fermata a osservare Ezekiel, ancora addormentato, benché il sole fosse sorto presto e avesse già fatto irruzione nella stanza. 

Elia aveva deciso di prendersi una pausa dall'amore proprio durante la stagione di questo. 

Astrid e André erano insieme, toccati più che mai dai sentimenti. 

Nadine era la più serena di tutti: aveva acceso il suo giradischi, aveva inserito il vinile preferito di Ernest e si era lasciata trasportare dalla melodia. Dondolava facendo scricchiolare il parquet, ma non le interessava. Voleva soltanto essere felice e dimenticare, per qualche istante, tutti i brutti momenti che aveva passato. Voleva tornare tra le braccia di Ernest, stargli accanto come all'inizio di tutto. 

Elia bussò alla porta, spazzando via la serenità che si era venuta a creare. 

-Entra pure- disse la donna.

-Ciao Nadine, dovrei farti vedere una cosa in giardino. Ho bisogno di un tuo parere.- 

L'anziana acconsentì ad accompagnarlo e il ragazzo la portò sul retro dove si trovava una bellissima aiuola. 

-Perché hai piantato qui i fiori? Non è il posto adatto- lo rimproverò dolcemente.

-Voglio che resti privato. Queste piante sono troppo importanti per me. Non posso fare come André e piantare lisianthus allo scoperto, ormai non posso più farlo.- 

Le calendule aranciate fissavano i due sconsolatamente. 

-Che consiglio volevi?-

-Mi sembra che stiano per morire.- 

Nadine le osservò meglio, da vicino e constatò che fossero in perfetta salute. 

-Non ho mai visto fiori così in salute. Devi averci lavorato molto viste le condizioni sfavorevoli del posto in cui le hai piantate.-

-Sono alimentate dalle mie pene- disse Elia sottovoce per non farsi sentire dalla donna. 

Nel mentre, Astrid e André si stavano dirigendo alla Grex, dal momento che la leader non ci andava da un po'. 

-È cambiata molto?- chiese la ragazza durante il percorso.

-In realtà no, ma manchi molto a tutti e soprattutto a me.- 

André le lasciò un veloce bacio per poi continuare a salire la scalinata. Si trovarono di fronte alla cancellata e videro immediatamente Ezekiel e Maeve che scherzavano di fronte all'edificio. 

-Ciao ragazzi- li salutò Astrid. 

Il saluto fu ricambiato e quando furono più vicini si abbracciarono. 

-Maeve! Sembra passato un secolo.-

-Ciao Astrid.-

Rimasero sull'uscio a parlare del più e del meno, senza nemmeno accorgersi di Elia che stava rientrando a passo spedito. 

-Elia, aspetta- tentò di fermarlo Ezekiel. 

Il ragazzo lanciò un'occhiata veloce prima ad André e poi ad Astrid. 

-Scusatemi- disse prima di raggiungere Dara. 

La Fletcher sospirò sonoramente, affranta da quella situazione. 

-Non fartene una colpa, gli passerà prima o poi- la rassicurò Maeve. 

Nadine aveva lasciato Elia per portare il suo abitudinario saluto a Ernest. Camminava silenziosamente in mezzo alla natura, facendo attenzione a non cadere. 

Da lontano poteva intravedere la villa dei Fletcher, dove Tristan, seduto alla scrivania, stava preparando una nuova lezione per Astrid. Tra i fogli densi di appunti comparve una foto a colori leggermente sbiadita. Ritraeva una famiglia unita: la donna dai capelli biondi teneva in braccio un bambino, mentre l'uomo le cingeva il fianco con un braccio; erano tutti e tre sorridenti, felici. I vestiti e gli elementi intorno lo riportavano alla sua infanzia. Era stata scattata in una zona costiera: lo si poteva notare dalla presenza delle imponenti scogliere. Quella foto aveva congelato nel tempo uno dei suoi ultimi ricordi belli. 

Nadine, intanto, aveva superato Villa Fletcher e, dal piccolo promontorio, vedeva l'intera cittadina di Saint Helen, animata da un animo pettegolo e malsano. 

Percorse tutti i gradini, seguendo le sue orme segnate dal tempo e dai numerosi passaggi. Si fermò di fronte al cancello appena ridipinto. Entrò silenziosamente e, per la prima volta, non le venne da piangere. Provava una certa serenità nel vedere tutti quei sepolcri che non erano altro che mezzi per ricordare chi aveva lasciato questo mondo. 

Si fece strada fino alla tomba dei Fletcher, gelida, nonostante il sole riscaldasse l'atmosfera. Sfiorò il marmo e accennò un sorriso. 

-Oh Ernest, ho ritrovato l'amore che credevo perduto per sempre.-

Dara stava sistemando le lenzuola all'interno della cesta, quando si vide arrivare incontro Elia. Le sembrava nervoso, forse a causa dei due innamorati. 

-Tutto bene, Elia?- gli chiese, mentre prendeva la cesta e si dirigeva in giardino per stendere i panni. 

-Penso di sì, è solo che tutto questo amore mi turba- confessò, pensieroso. 

La donna sorrise divertita e gli fece cenno di prendere un lembo della coperta. 

-È un sentimento molto bello, indescrivibile a parole. Se tu li guardi non riescono a smettere di sorridere, ma poi non riusciranno nemmeno a smettere di piangere. Intensifica ogni emozione e forse rende matti, eppure lo desideriamo con tutto il nostro cuore.-

-Però penso di non averti mai vista innamorata.-

Dara sorrise, lasciando trasparire un certo dispiacere. 

-Per una promessa ho scelto di non far affezionare nessuno a me. Non voglio che le persone soffrano, quando io sarò costretta a morire.- 

Elia rimase scosso per qualche istante, capendo finalmente qual era il ruolo di Dara all'interno della Grex. 

-Desisti alla tua promessa e vivi davvero.-

-Non lo farò mai Elia, ormai è diventata il mio unico scopo. Con il tempo siamo diventati tutti un po' meno noi stessi e un po' più i burattini di Ernest. L'unico che se n'è accorto troppo tardi è stato André e dunque non ci siamo potuti ribellare: lui si sarebbe certamente opposto. Spero che con Astrid le cose possano cambiare, una volta per tutte.-

Dopo quelle parole, si poterono percepire soltanto le risate lontane delle due coppie. 

-Dara, dimmi la verità, pensi che ci sia la salvezza per persone come Ernest?-

Rimase sorpresa da quella domanda, ma tentò ugualmente di dare una risposta. 

-Penso che ci sia per tutti la salvezza, purché le persone la desiderino veramente.-    

𝐆𝐑𝐄𝐗Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ