𝐗𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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-Entra, Tristan- disse Astrid a braccia conserte. 

L'uomo aprì il cancello e sorpassò la ragazza entrando nell'edificio. Si presentò subito a Dara che guardò sia lui che Astrid con aria interrogativa. 

-Non ti preoccupare- sussurrò la ragazza alla donna. 

Varcarono insieme la soglia del salotto, dove li attendeva André. 

-André, da quanto tempo...- lo salutò l'uomo. 

Il ragazzo gli rivolse un sorriso di finta cortesia. 

-Bene, veniamo alle cose serie: come mai sei qui? E come fai a sapere di questa società?- chiese la leader. 

-Convoca tutti i membri e poi risponderò alle tue domande.-

Astrid, seppur riluttante, andò a chiamare gli altri. Dopo averli raccolti tutti, li guidò fino al salotto. 

-Che ci fa lui qui?- chiese Elia in un sussurro. 

-Non ne ho idea ma la situazione non mi piace- gli rispose Ezekiel guardandosi intorno e soffermandosi sull'espressione infastidita di André. 

Tristan guardò negli occhi ogni singolo membro prima di iniziare a parlare. 

-So che cercate un colpevole- disse per poi fare una pausa. -Bene, sono io.-

A Villa Fletcher Corinne sistemava i documenti di Ernest, sperando di trovarne uno in particolare. 

-Ma dove può essere- sussurrava, mentre spostava i vari fogli con le mani. 

Sentì qualcuno schiarirsi la gola dunque alzò lo sguardo. Suo marito era appoggiato alla porta e la guardava con aria rassegnata. 

-Corinne, perché ti ostini a esaminare i documenti di mio padre? Non ti riconosco più.- 

-Prima volevo i soldi, ora voglio soltanto dimostrare che Ernest non era una brava persona-. 

L'uomo di fronte a lei cambiò repentinamente espressione. 

-Per quale motivo?- 

-Perché sia fatta giustizia, una volta per tutte.-

Edward la lasciò sola e uscì di casa, ancora turbato dalle sue parole; Corinne continuò la sua ricerca, finché non trovò la lettera che stava cercando. 

-Perché lo hai fatto?- chiese Maeve inorridita. 

-Se lo meritava, dopo tutto quello che mi ha fatto.- 

-Non ci credo; Nadine era una persona di buon cuore- intervenne André.

-Tu hai sempre avuto una visione distorta di loro. Lei e Ernest non avevano nulla di umano.-

Calò il silenzio interrotto soltanto dai singhiozzi di Elia. Tutti puntarono lo sguardo su di lui che cominciò a piangere ancora più intensamente. 

-Che succede?- domandò Astrid dolcemente, dopo essersi avvicinata a lui. 

-Aveva promesso, aveva promesso.-

Tristan lo fulminò con lo sguardo. 

-La peculiarità dei membri di questa società è quella di mantenere le promesse, ma io non ne ho mai fatto parte; dunque perché dovrei essere un uomo di parola?- 

-Avevi detto che non sarebbe morto nessuno.- 

-A volte per ottenere il potere qualcuno deve perire- disse facendo spallucce. 

Non appena il discorso finì, si spalancò la porta del salotto. Corinne entrò nella stanza con il respiro affannoso e una lettera ingiallita tra le mani. 

-Mamma?- dissero contemporaneamente Ezekiel e Astrid. 

-Non vi permetterò di diventare come vostro nonno. Dovete sapere la verità.- 

Porse la lettera a Tristan che cominciò subito a leggerla. 

-Mia amata Nadine, la prima volta che ti incontrai rimasi estasiato dalla tua bellezza, tuttavia, quando parlasti, mi pentii di aver giudicato soltanto l'aspetto esteriore. Eri una giovane donna intraprendente e ambiziosa: fu impossibile non innamorarmi. Eri un fragile fiore che volevo coltivare solo io: avevo tutto il tuo cuore nelle mie mani ed era una situazione estremamente soddisfacente. 

Poi, però, la fortuna avversa ha rovinato tutto: nostro figlio era tutto per te, ma io non potevo rischiare che si venisse a sapere di noi, del frutto del nostro amore adultero. 

In questo momento comprendo che costringerti ad abbandonarlo è stata la peggiore cosa che potessi fare; conserverò nel cuore le tue grida strazianti e il tuo pianto sconsolato fino alla fine dei miei giorni. 

Avrei voluto piangere anche io, disperarmi come te, ma la verità è che io non ho mai veramente amato quella misera creatura. Invidiavo Tristan, perché si era preso tutto il tuo cuore senza lasciarmene nemmeno una piccola parte. 

La mia è stata una scelta egoistica, è vero; tu mi hai giustamente allontanato, te lo concedo. 

Forse la distanza ci aiuterà: tu sfogherai il tuo dolore e io diventerò il migliore capo che la Grex abbia mai avuto. Tuttavia persiste il problema che, per quanto possiamo allontanarci, rimarremo sempre innamorati. Tuo, Ernest.-

Rimasero tutti a bocca aperta. Per anni Ernest e Nadine avevano custodito un segreto così importante: avevano avuto un figlio e lo avevano abbandonato. Dara era l'unica ad avere notato che tra i due c'era una strana intesa, tuttavia non si sarebbe mai aspettata che dietro a del semplice affetto ci fosse una storia così tragica e intricata. 

-Avete messo Ernest sul piedistallo più alto senza nemmeno assicurarvi che fosse una persona degna di quel ruolo; avete sempre visto Nadine come la saggia, la roccia stabile della società, eppure si è fatta manipolare come una bambina: tutti i vostri eroi non sono altro che i cattivi- disse con un sorriso beffardo sul volto. 

André si scagliò contro di lui, mosso dal sentimento di offesa. Gli strinse la gola, sentendosi molto più potente di lui, ma anche molto più selvaggio. 

-Rassegnati André, per Ernest eri solo la mia proiezione, l'immagine di un figlio che aveva deciso di non accudire. Tu sei solo la mia brutta copia, la maledetta seconda chance di un mostro- sibilò Tristan, avvelenando come un serpente la mente instabile di André. 

Il ragazzo gli strinse ancora di più la gola, finché non intervenne Astrid. 

-Calmiamoci- gridò, osservando André che aveva ancora il respiro irregolare per la rabbia. 

-Dobbiamo calmarci- ripeté, sedendosi accanto a Dara e fissando il pavimento. 

Era una situazione tremenda, di profonda crisi. 

-Elia, cosa c'entri con questa storia?- chiese la leader. 

Il ragazzo abbassò lo sguardo e riprese a lacrimare. 

-Maledetto traditore- gridò a denti stretti André. 

Tentò di scagliarsi contro di lui, ma Ezekiel lo trattenne per un braccio. 

-Non ora, Astrid ha bisogno di te.- 

-E io ho bisogno di uccidere Elia e Tristan.-

Si lanciarono uno sguardo di sfida, ma Ezekiel ebbe la meglio; André si divincolò dalla presa e, sbuffando, prese posto accanto a Astrid. 

-La mia proposta è questa: date la Grex agli egregi. La riformeremo e la faremo tornare al suo antico splendore. Non ci saranno più Fletcher al potere, dal momento che io non mi ritengo parte di quella sporca famiglia. I valori per cui è nata questa società torneranno a essere le sue fondamenta-. 

André e Astrid guardarono Tristan sconcertati: non gli avrebbero permesso di togliere loro l'unico legame terreno con Ernest e Nadine. 

-Vi lasceremo del tempo per riflettere, non che ce ne sia bisogno dal momento che l'alternativa è la guerra- concluse, per poi uscire seguito da Corinne.    

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