1. Don't you know what I am?

252 56 88
                                    

15 Settembre 2022

Un anno.

E' passato un anno da quando le fiamme hanno portato via quella che era la mia casa, i miei ricordi e soprattutto mia madre.

I suoi calorosi abbracci e i suoi occhi così simili ai miei saranno ormai solo storie che racconterò a me stessa durante la notte. Perchè di lei non è rimasto più nulla. Solo cenere.

In un anno, ho cambiato casa, ho cambiato scuola e persino città. Ho tagliato un po' i capelli e buttato un paio di vestiti, ma una cosa non era mai cambiata: disegnare. Ancor tuttora disegno e conservo i pennelli che mamma mi regalava dalle parti del vario mondo. Dalle matite di Firenze ai pennelli di Rio de Janeiro, che io collezionavo e che colleziono ancora.

Ovviamente dal clima mite di Houston all'adattarsi a quello solare di San Diego, non è di certo stato semplice. Ma almeno ci sto provando.

Son ormai tre mesi che mi ritrovo qui e ho passato questi tre mesi, chiusa in casa. Per me è difficile cercare di ricominciare e di costruire tutto ciò che è andato in fumo, ma la speranza è l'ultima a morire.

Oggi è un giorno diverso dagli altri ed è il mio primo giorno nella scuola paritaria a cui papà mi ha iscritta. E' la prima volta che frequento una scuola privata, ma penso che per me non cambierà di una virgola, dato che sarò concentrata sullo studio e sulla mia passione. Niente di che, dopotutto.

"Siamo arrivati" afferma papà, quando parcheggia di fronte alla mia nuova scuola. E' la classica scuola che ti riporta ad Howgarts, ma di magico non ha proprio nulla. Almeno per me.

"Se vuoi, puoi anche non andarci oggi. Puoi andarci tra una settimana o anche tra un mese per me" continua cercando di sdrammatizzare, facendomi sorridere almeno un po'. Sa quanto sia difficile e sono grata che lui mi appoggi. "Papà, te l'ho già detto, purtroppo è un mio dovere presentarmi almeno il primo giorno se voglio fare un'ottima impressione."
"Sono sicuro che ce la farai, ti integrerai bene Alex"
"Non so, non è mai stata una mia priorità interagire con i miei coetanei"
"Andiamo Alexandra, è una nuova città, perchè non lasciare alcune cose indietro e aprire nuove strade ad altre?".

Papà ha ragione. Nessuno mi conosce qui a San Diego, quindi perchè non provare a diventare migliori di prima, lasciando alcuni timori e paure indietro? La verità è che per quanto io ci possa provare, il mio ottimismo è stato bruciato insieme altri ricordi e qualità di me. Ma tentare cosa costa?

"Ci proverò" gli sorrido in maniera malinconica. "Al massimo se sono così orribili, friggili per renderli buoni"
"Il solito!" esclamo sorridente. Riporto il mio sguardo sul paesaggio di fronte e cerco tutto il coraggio possibile tra i miei respiri.

"Ciao papà" lo saluto lasciandogli un bacio sulla guancia. "Ciao brunetta" mi saluta sorridendo. Apro la portiera e scendo, sistemandomi la divisa grigia e bianca.

15 settembre, Alex comincia il suo penultimo anno a San Diego.

Mi incammino, varcando l'ingresso dell'enorme struttura e come sempre gli occhi dei presenti cadono su di me. Cerco di ignorare il tutto e proseguo tra i corridoi nella speranza di riuscire a trovare l'aula in cui avrei affrontato la mia prima lezione: matematica.

Per fortuna, ho sempre avuto un certo orientamento, quindi dopo vari minuti, riesco a trovare la mia aula, anche in vario anticipo. Entrando, noto che il posto è già abbastanza pieno, che quasi è difficile trovare uno libero. Verso la terza fila, c'è un banco vuoto accanto una ragazza dai capelli neri. Prendo tutto il coraggio possibile camminando nella direzione di quel banco.

"Ciao, scusa il disturbo, ma è occupato questo posto?" chiedo indicando la sedia. "No, siediti pure" risponde. La ringrazio e mi accomodo al mio banco. "Sei nuova?" mi chiede. "Si nota così tanto?"
"No, ma sono una persona che nota molto i dettagli"
"Ho capito". Vorrei continuare la conversazione, ma non saprei come, quindi me ne sto in silenzio aspettando la comparsa del prof...o una prof.

D r a m a C l u bDove le storie prendono vita. Scoprilo ora