2. New friends

179 51 125
                                    

Nuovo giorno, nuova morale.

Ieri, era ieri. E si ha solo oggi per cambiare il domani. E qui arriviamo al mio problema: cambiare.
Perchè dovremmo cambiare ciò che è destinato a essere? Il tutto equivale al niente, se tutto cambia, allora niente è cambiato. Accettare il proprio destino è più semplice di accettare cambiamenti che rovinano l'equilibrio che cerchi di costruire ogni secondo che passa. Perchè cambiare è chiudere una parte di te, per darne luce a un'altra? Perchè dovremmo cambiare? Perchè mentire a noi stessi con frasi motivazionali per apprezzarci se poi cambiamo?

Io non riesco a cambiare, perchè è proprio ciò che sono che mi fa vedere la luce nel domani, che mi fa essere sicura di ciò che potrò avere e che potrò fare. Magari, sono destinata a trovarmi a pezzi o piena di successo, ma l'unica certezza che ho è ciò che sono io. Ora.

"Allora come è andata ieri?" domanda mio papà mentre guida. "Abbastanza bene, ho conosciuto due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, sono strani ma simpatici" rispondo mentre cerco di leggere l'articolo di cronaca sui Fitz. L'unica cosa che dicono è cercasi ragazzo scomparso il 4 giugno, due giorni prima che io arrivassi a San Diego. "Sono felice Alexandra, vedrai che ce la farai. Come dice lo psicologo Burn devi solo pensare di meno"

Pensare di meno. Non è semplice smettere di ascoltare i pensieri che formuli, credo che non ci sia nessun interruttore che faccia smettere di pensare. Eppure, certe volte vorrei farlo, così non mi ritroverei a piangere tutte le notti per colpa del fuoco che ha bruciato diciassette anni della mia vita. Potrò provare a pensare di meno, ma la verità è che i miei pensieri cominceranno comunque a farsi sentire e farmi sentire in colpa. "Ci proverò papà."
"Fantastico, ma cosa stai leggendo?" mi chiede interessato. "Ho scoperto che in questa città uno studente della mia scuola è scomparso da tre mesi, cercavo su internet dettagli, ma niente. Hanno nascosto tutto."
"Se vuoi posso informarmi, la polizia mi ha chiamato stamattina, per via dell'arresto di un ubriacone in strada che ha fatto rissa. La sua famiglia ha richiesto un avvocato. Se vuoi posso prendere in disparte lo sceriffo e fargli domande. E' una tua amica a cui è scomparso il fratello?"
"No, ma la conosco di vista. E' solo un argomento che mi interessava, tutto qua. Non è importante andare a chiederlo allo sceriffo. Comunque sia, non avrei tempo per distrarmi. Bocca al lupo con l'ubriacone, avvocato." gli do un bacio sulla guancia per poi scendere dall'auto.

Mio papà è sempre stato un ottimo avvocato. A differenza della mamma, aveva deciso di difendere la giustizia ad Houston. La mia vità si è sempre basata sul seguire la legge e di usare la dialettica retorica per ottenere ciò che voglio. Avere i genitori avvocati è servito, probabilmente intraprenderò il medesimo percorso, per ipnotizzare e manipolare tutti con il mio parlare.

Entro a scuola e comincio a cercare il mio armadietto. Sorrido ripensando alla giornata di ieri. Mi son trovata due amici. La vecchia Alex non ce l'avrebbe mai fatta.

Il vociferare collassa e quando mi volto per capirne il motivo, rimango incantata. I quattro ragazzi di ieri insieme alle tre ragazze varcano l'ingresso. Da come camminano sembra che stiano marcando il territorio, come se questo posto lo comandassero loro.

Probabilmente hanno fallito, siccome io mi son dimenticata già i loro nomi.
Chiederò a Rea un ripasso di gossip.
Prendo i libri e corro in classe. La sorte ha voluto che l'ora di storia andasse condivisa con il gruppo "io domino tu fai schifo"e oltre a quello, anche gli altri ragazzi di cui mi hanno parlato, con la ragazza a cui è scomparso il fratello. Mi siedo al secondo banco, vicino alla finestra per non disturbare. Ma adesso che mi giro attorno, noto che manca una persona: Landon? Si chiamava così? Insomma il ragazzo che fa risse.

Seppur io sia al secondo banco, riesco a sentire lo sguardo dei presenti su di me, finchè una pallina di carta non arriva proprio sul mio banco. Apro il foglio per vederne il contenuto e il foglio rappresenta un genitale. Un genitale maschile. Alzo gli occhi al cielo e butto la carta in un cestino, sotto lo sguardo di tutti, per poi risedermi.

D r a m a C l u bWhere stories live. Discover now