21 - Non si dimentica il passato

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Mi feci seguire dai miei amici per corridoi lunghissimi che nemmeno conoscevo, fidandomi soltanto del mio istinto. Dopo circa un quarto d'ora trovai un angolino appartato che sembrava perfetto e feci un cenno con la mano agli altri per farli fermare lì. Ci sedemmo a terra in cerchio e Erica accese una candela con un piccolo incantesimo.
-Perfetto- cominciai, -Mark e Gil sanno già tutta la storia, quindi la racconterò unicamente per voi-.
-Avanti, non abbiamo tempo da perdere- sbuffò Vincent.
Io annuii. E a partire da quel momento, mentre io raccontavo, riaffioravano immagini veloci nella mia testa, come un film del passato al quale però potevo assistere solo io.
C'erano due bambini. Un maschio e una femmina. La bambina aveva i capelli e gli occhi neri, e indossava un comodo vestitino primaverile a fiori. Il bambino era castano e magrolino, anche lui con gli occhi neri, ma più opachi e misteriosi rispetto a quelli della ragazza e indossava una camicetta anni 60' e un paio di jeans attillati. Entrambi avranno avuto sei anni al massimo. Correvano su un prato, rotolando, sporcandosi i vestiti con noncuranza come solo i bambini riescono a fare. Ridevano. Spensierati.
Una donna li osservava con aria tranquilla seduta sull'erba. Una donna giovane e bella, divina. Aveva lunghi capelli neri. Assomigliava molto alla bambina, tranne per il fatto che i suoi occhi erano blu come il mare.
-Willow! Blake! È tardi- disse la donna con voce soave. I bambini si rattristirono, ma erano obbedienti, e seguirono la donna fino a casa.
-Domani torniamo vero mamma?- chiese la bambina. Il volto della donna si rabbuiò un momento, ma riacquistò subito l'aria pacata di prima.
-Vedremo- rispose. La bambina sembrava spiazzata. La madre non rispodeva mai 'vederemo', ma sempre 'certo'.
Cambia la scena.
È un luogo di guerra.
Il prato fresco di prima è stato bruciato.
La donna è a terra. Gli occhi sono quasi bianchi. Ha uno squarcio nel petto da cui fuoriesce sangue. La bambina è a terra. Senza vita. Il bambino fissa in sienzio l'essere mostruoso che ha provocato la tragedia. Enorme. Una sagoma scura che sta lottando invano per non essere rinchiuso. Il suo urlo lacera il silenzio.
-Rinuncio...- mormora la donna,
-Rinuncio alla mia immortalità per salvare mia figlia-.
La bambina sembra risvegliarsi da un sonno. Realizza ciò che è accaduto. Corre verso la madre.
-NO MAMMA NO- urla sporcandosi le mani di sangue.
-Portateli via...- dice la donna. Una luce avvolge i bambini. La piccolina si divincola per restare con la madre ma è inutile.
-Prenditi cura...di Blake- sussurra la madre. Poi giace a terra immobile

La scena cambia ancora. Ora i bambini si trovano in una specie di ospedale di cui sono gli unici pazienti.
-Era mio padre...quello che....- dice il bambino con la voce che gli si spezza in gola, -Che mostro....-.
La bambina è zitta. Non parla da quel giorno. Si è fatta crescere la frangia che ora le copre gli occhi.
Da qui in poi le immagini si fanno sfocate. Il bambino a volte ha uno sguardo inquietante e compiaciuto. Dalle sue mani fuoriesce una sostanza magica di un colore nero. Torna normale. Ma durante questi momenti inquietanti fa cose orribili.
Tortura.
Ammazza.
Distrugge.
La sicurezza si fa maggiore.
Un giorno i bambini litigano. Non l'hanno mai fatto. Il ragazzo urla. Ferisce la bambina dietro il collo.
Una ferita da nulla, certo. Però il bambino si guarda terrorizzato le mani.
-No....non lei...-.
Guarda la bambina con uno sguardo terrorizzato di scuse. La bambina è pronta a perdonarlo, gli porge la mano.
Però il bambino mormora: -Sto diventando un mostro...- e scappa. Lontano.

Finisco di raccontare.
-È da molto che non lo vedo....quando succede ci attacchiamo a vicenda. Siamo nemici ora-.
Tutti sono stati zitti durante il racconto. Erica si asciuga una lacrima, Vincent la consola, Scarlett è incupita.
-Dobbiamo stare in guardia allora- osserva la Serpeverde.
Annuisco in silenzio.

Una maga specialeTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon