Tre

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La faccia di quel maledetto Riddle è impressa nella mia mente da un paio d'ore. 

Suo padre ha ucciso mio padre.

Se fossi un vichingo ora direi che dovremmo ucciderci a vicenda, ma non lo sono. Ammetto però che non mi dispiacerebbe vedere la sua faccia schiacciata da un troll. 
Mi domando perché sia ancora in vita. Non lo potevano finire come i suoi genitori? 
O come la prenda Harry a sapere che quel tizio frequenti ancora la sua stessa scuola. 

Solo per il fatto che respiri nutro un odio profondo nei suoi confronti, l'aggravante è che si tratta di un emerito idiota che al posto dei neuroni ha riviste porno.
Ma non si sente almeno un po' in debito con l'umanità dopo quello che ha fatto suo padre? So che dire 'tale padre tale figlio', sarebbe molto scortese ma è anche vero che la mela non cade mai troppo lontana dall'albero...soprattutto se è marcio. 

Cambiando discorso in qualcosa di estremamente più gradevole, mia madre negli ultimi sette giorni ha inviato la bellezza di undici lettere. 
Le uniche novità sono che il bambino che infastidisce Ivy, mia sorella, si chiama Thomas e che lei gli ha tirato un calcio ''dove non batte il sole'' (testuali parole di mia madre)  per autodifesa. 
Ora sono stati entrambi sospesi per tre giorni e non ne capisco il motivo: quel bimbetto deve rimanere al suo posto, e, se non ci arriva da solo, mia sorella ha il compito morale di farglielo capire. 


Quando decido di alzarmi dal letto, sono ormai tre ore che vi ero stesa. 
Odio non avere nulla da fare, ma non saprei che inventarmi. 
Decido di chiedere a qualcuno della scuola un consiglio, quindi mi dirigo verso la sala comune, da Hermione, visto che è l'unica studentessa con cui parlo. 

Scendo le scale e la vedo subito, seduta in uno dei divanetti con Ron e Harry. 
Mi avvicino a loro quando un altro grifondoro mi ferma per un polso. 
Lo guardo negli occhi per qualche secondo e mi pare di riconoscerlo. Mi pare di aver capito che si chiami Dean. Non ci ho mai parlato.

«Edith?» chiede lui.
Annuisco e, finalmente, distacca le sue dita dalla mia pelle. 

«Come va?» domanda tranquillo. 
«Bene» mi limito a rispondere. 

Che vuole?

Sembra leggermi nel pensiero.
«Volevo chiederti se ti va di uscire, uno di questi giorni»

Eh? 

Credo che la mia espressione mi tradisca, perché si mette a ridere. 
«Ti fa tanto strano?» continua a sorridere. 

Non so che dire. 
Non ho mai avuto un qualunque tipo di approccio con nessun ragazzo: alla Beauxbatons anche solo guardarsi era vietato, quindi non c'erano occasioni a scuola. Fuori nemmeno, visto che mia madre mi sorveglia come un falco. 

«Sì» mi sfugge. 
«Cioè, no» 

Dean continua a ridere. 
Che diavolo si deve dire in queste situazioni?

«Visto che non sembri molto propensa ad un'uscita formale, vorresti venire a vedere la partita?» propone. 
Mi trova spaesata.
«Di quidditch» mi spiega. 

Sorride ancora. 
«Facciamo che domani, alle quattro, vieni al campo, per fare un giro con Hermione. Okay?» mi poggia le mani sulle spalle. 
Osservo per qualche secondo le sue mani su di me e stringo gli occhi in due fessure. 
Lo guardo negli occhi e annuisco molto lentamente. 
Quando mi lascia, indugia, lasciando scorrere le sue dita fino ai miei gomiti, ma non mi dispiace così tanto. 

Quando lui mi lascia, a raggiungermi è Hermione, che mi guarda al dir poco entusiasta. 
Io non condivido particolarmente la sua gioia.

«Quindi?» domanda curiosa. 
«Ha detto qualcosa sul vostro sport e qualcos'altro sull'andare a vederlo domani» rispondo. 
«Alle quattro» preciso. 
«Per la partita, no?» chiarisce lei. 
Alzo le spalle. 
«Sì...credo»

Non le lascio dire altro. 
«Ma, non ero venuta qui per questo» inizio. 
«Volevo chiederti di consigliarmi qualcosa da fare in giro per la scuola». Ora che l'ho detto sembra molto più stupido di come lo avevo immaginato, ma alla Beauxbatons non si aveva questo tipo di dubbi: c'era una vasta scelta per le attività extrascolastiche, come arte, musica, teatro e si poteva anche cucinare. 

«Beh...visto che ci dovrai fare l'abitudine, potremmo andare al campo da quidditch» suggerisce. 
«Ora si stanno allenando i serpeverde, mi pare, ma è solo per farti un'idea». 

Non suona troppo malvagia come proposta, quindi accetto.

Saliamo in stanza a recuperare cappotto e sciarpa e, quando usciamo, mi pento di non aver preso anche i guanti. 
Superiamo il lago e, vicino alla casa del Guardiacaccia, scorgo delle alte tribune e decidiamo di salire sopra una di esse. 
Dalla loro altura la vista del campo è molto più chiara: è di forma ovale e alle estremità si trovano tre porte, due e una più alta al centro. L'erba, nonostante il freddo, è verde e perfettamente tagliata. Conto circa una quindicina di tribune, tutte dedicate ad una casa specifica. 
I ragazzi si stanno allenando, ma non mi interessa molto lo sport. 

«Che ne pensi?» mi tira una leggera gomitata Hermione. 
«Del campo?»
«No, di Riddle che non ti stacca gli occhi di dosso da quando siamo salite» afferma. 

Scusami? 

Mattheo's Pov

Gli allenamenti sono più noiosi del solito ultimamente, e, come se non bastasse, mi è caduto il pacchetto di sigarette dalla tasca mentre stavamo partendo. Ora sono sparse per tutto il campo e neanche se mi pagassero mi metterei a raccoglierle una ad una, quindi rimarranno lì, a fertilizzare. 

Sento un fischio e mi volto. È Malfoy. 

Che cazzo vuole? 
Mi sta indicando le tribune, così mi giro e scorgo due figure. Strizzo gli occhi per metterle a fuoco: la Granger e un'altra amichetta. 

Il cazzo che me ne può fregare?

Mi rigiro verso Malfoy e lo mando, con gentilezza, a fanculo, ma lui mi dice di guardare meglio, e così faccio. 
Provo a mettere a fuoco e, merda, è la francesina. 

Ammetto che mi dispiace essermela giocata così male con lei, ha davvero un bel visetto che sarebbe uno spreco dedicare solo alla musica, ma quel giorno non ero in vena. 
Devo recuperare, ma non saprei come, non sa nemmeno la mia lingua, credo. 
Sta parlando con la Granger, ma non mi stupirei se quella sapesse parlare anche il greco antico, figuriamoci il francese. 
Però ha proprio un bel visetto che sarebbe uno spreco dedicare solo alla musica, quindi mi decido e vado a parlarle. 
Mi avvicino e la chiamo con un fischio. 
Si volta e la saluto con un cenno delle dita. 

Edith's Pov

Quando noto quel pazzo malato pervertito di Riddle avvicinarsi faccio finta di non vederlo. Lo sento fischiare e mi volto, volenterosa a lanciargli uno schiantesimo ma Hermione mi blocca. 

«Ehi francesina» mi saluta. 
«Non pensavo ti fossi piaciuto così tanto da venirmi a vedere, ma posso esserne solo che onorato» 

Forse da quando è morto suo padre ha perso un po' di fama. Chissà come ci si sente ad essere così privi di personalità. 

«No infatti, ero venuta a controllare il meteo, ottimo, direi» ribatto. Inizio a raccogliere le mie cose per andarmene, ma mi precede. 

«Che strano, ho sentito che davano pioggia, attenta, potresti bagnarti». 
Lo squallore. 

«Le pensi la notte certe cose o ti escono dal profondo?» ora lo sto osservando. 
«Molte escono dal cuore, altre le sogno, ma solo con una buona compagnia» 
«Troppo allusivo, Riddle, così le gallinelle le fai scappare» faccio cenno ad Hermione di andarcene. 
Scende dalla scopa e si piazza di fronte a noi. 

«Meglio, a me piacciono solo quelle di classe» fa una specie di inchino. 
«Se vuoi ti passo il numero di alcune della Beauxbatons, forse a loro potresti piacere» gli propongo, superandolo. 
«Perché non mi dai il tuo, di numero» dice, e una grossa risata esce dalle mie labbra. 
Riesco a comporre due parole sensate solo dopo qualche attimo. 

«Sistema la testa, Riddle, poi forse potresti ottenere le prime due cifre».



Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora