Trentasette

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Le sue dita che mi accarezzano la schiena, su e giù a ritmo regolare. Le mie unghie disegnano dei cerchi sul suo petto, su ogni cicatrice lascio un pezzo di me. La sua mano passa dalla mia schiena a dietro il mio collo, tra i capelli, poi di nuovo in basso. Lo sguardo perso nel vuoto, riesco a sentire il battito del suo cuore. Il suo fisico è caldo a contatto con la freddezza del mio.  La testa appoggiata sulla sua spalla, i nostri corpi si incastrano perfettamente tra loro. 
I nostri vestiti a terra hanno preso con loro ogni vergogna lasciandoci scoperti agli occhi l'uno dell'altro. Le nostre paure, i nostri dubbi si mescolano tra loro. I sentimenti si guardano negli occhi e annuiscono per poi farsi spazio nei nostri cuori. 

«Cosa vuoi fare adesso?» mi domanda. Il suono della sua voce rimbomba attraverso il suo petto. 
«Non lo so».

C'è ancora la musica di sottofondo. 

«Mi piacciono i The Smiths» affermo. 
«Cosa?»
«Ho detto che mi piacciono i The Smiths»
Mimo il testo con la bocca, canticchio leggermente: 
«I would rather not go back to the old house, there's too many bad memories, too many memories»

Il battito del suo cuore che aumenta e il mio segue il suo.
Continua ad accarezzarmi, con movimenti più lenti di prima. 

«Devi denunciare tutto al ministero, Edith» dice «anche se io non sono proprio un uomo di giustizia, devi farlo»
«Lo so» sospiro «devo anche andare a prendere mia sorella, non può restare da sola con mia madre»
Una parola dura e coincisa lascia le sue labbra: «No». 

«No?» ripeto. 
«No, è pericoloso»
«Appunto, devo andare a prenderla proprio per quello»
«Non se ne parla» si alza. 
«È mia sorella, Mattheo» mi metto seduta. 
«Andranno quelli del ministero» risponde rivestendosi. 
«Cosa? E tu ti fidi di quelli là? Devo ricordartelo io che hanno permesso che un ricercato russo entrasse nella nostra scuola e si fingesse un agente mostrando anche un distintivo?!» alzo la voce. 
«Non urlare...» sibila avvicinandosi. Io sono in ginocchio sul letto, lui in piedi di fronte a me quindi siamo più o meno alla stessa altezza. 

Davvero crede che a me interessi della pericolosità? Mia sorella è una delle poche persone nella lista di quelli che contano davvero, se perdo lei perdo tutto. Non può restare da sola con mia madre, quella donna è pericolosa. Ho sbagliato a non portarla via subito, anzi. 

«Non sto urlando» ribatto «voglio solo che tu capisca la serietà di questa cosa». 
«L'ho capito, ma non spetta a te farlo, ora andrai al ministero e denuncerai tutto così andranno loro a prenderla»
«Non può funzionare! Appena mia madre li vedrà scapperà e porterà via con sé anche Ivybeth»
«E se portasse via te? Se facesse del male a te?» mi guarda dritto negli occhi e la serietà del suo sguardo mi fa sussultare. 
«Non importa se fa del male a me»
«Invece sì».
«No»
«Sì» mi prende le mani «e non contraddirmi, grazie»
«Invece no, conta di più se fa del male a Ivy»

Più stiamo qua a discutere più tempo hanno loro. Dobbiamo sbrigarci. 
Mi alzo e in fretta mi rivesto. 

«Andiamo» dico afferrando la mia bacchetta e mettendola sotto la maglia. 
Mattheo mi guarda confuso: «Andiamo? Vuoi che venga con te?»
«Metti le scarpe» intimo. 

Quando ha finito di vestirsi intreccio le nostre dita. 

«Fai tu» dico. Lui stringe la presa sulla mia mano e chiude gli occhi. Lo osservo, quando non sa che lo sto guardando è ancora più bello. 

Dopo un istante, ci ritroviamo in quel posto poco gradevole sia alla vista che all'udito. C'è baccano, la gente parla urlando per sovrastare il suono della persona accanto. I mattoni neri e la grande folla rendono il posto angusto nonostante sia enorme. 
Stringo forte la mano di Mattheo. 
Lui sa già dove andare, si capisce dalla determinazione dei suoi passi. Lo seguo, ma vedo le occhiate che certa gente gli lancia. Prima a lui e poi a me. Lo riconoscono, sanno chi è. 
Ho sbagliato a farlo venire con me, dovevo venire da sola, lo sto mettendo a disagio. Serro i denti quando una donna viene a sbattere contro di me e tutte quante sembrano avere lo stesso volto di mia madre, la stessa voce, gli stessi capelli. Il suono delle loro voci si mescola in un unico brusio che mi fa girare la testa. 

Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora