Sette

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Scegliere cosa indossare stasera si rivela più difficile del previsto: non sono mai stata una festaiola, quindi sono sprovvista di capi da sera. 
Per fortuna, Hermione arriva sempre in mio aiuto. 
Mi mostra alcuni vestiti, un tubino nero, un altro verde, un altro ancora rosa, ma solo uno mi convince a pieno. È color blu notte di un tessuto simile alla seta, forse raso. Lascia quasi tutta la schiena scoperta e arriva a circa dieci centimetri sopra il ginocchio. Ha le spalline sottili ed è arricciato in vita in modo tale da farla sembrare più stretta. 

«Quello» lo indico ad Hermione appena lo vedo. 
Lei lancia il suo sguardo da me all'abito un paio di volte prima di annuire e posarmelo sopra per dare una prima idea di come potrebbe essere indossato. 

«Vada per questo» dice infine, mettendolo sul letto.

«Come scarpe metto gli anfibi» mi anticipo per evitare che provi solamente a propormi un paio di tacchi. 
«Okay, quindi vestito blu e anfibi, perfetto, sarai una bomba» afferma dirigendosi verso il bagno. 
«Dobbiamo uscire tra un'ora circa, ora mi lavo poi il bagno è tuo, va bene?» mi domanda prima di chiudersi dentro. 
«Sì sì» la rassicuro e lei si chiude nello stanzino. 

Nel frattempo, considerando che sono molto veloce a prepararmi, decido di fare un'ultima passeggiata in cortile. 

Esco dalla sala comune e inizio a scendere le infinite scalinate che mi porteranno allo splendido giardino che accompagna le mura di questa scuola. 

Mentre cammino, inevitabilmente i miei pensieri si staccano dalla mia vita inglese e tornano indietro a quella francese, a quell'incubo della mia vita francese.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se mio padre non fosse morto, se ora fossi ancora alla Beauxbatons a godermi l'ottima cucina francese che ci veniva offerta. Se fossi ancora nella mia cameretta in quella palazzina in centro a Parigi e se tutto fosse andato per il meglio. 
Tutte le colpe sembrano ricadere su un unico evento: la morte di mio padre. 

Mi si stringono le viscere al pensiero che, forse, avrei potuto salvarlo. 
La prima a rientrare quel giorno fui io.
Era l'inizio delle vacanze di Natale e sarei dovuta ritornare a casa per le festività. Proprio mio padre doveva venire a prendermi alla stazione quel giorno, ma non venne. In un primo momento mi chiesi il perché non fosse lì con me, ma non avrei mai immaginato la risposta. 
Presi semplicemente un taxi e tornai a casa, la mia vecchia casa. 
Aprii la porta e fui avvolta da un terribile gelo di metà dicembre. Mi domandai un ennesimo perché, visto che il riscaldamento era sempre acceso. 
Entrai nell'appartamento e iniziai a chiamare a gran voce il nome di mio padre, ma non ottenni alcuna risposta.

Vidi la luce del suo studio accesa e pensai che si fosse addormentato, nuovamente, componendo uno dei suoi romanzi. 

Mi sbagliavo. 

Entrai nel suo regno di libri e mappe geografiche e il sangue si raggelò. 
Lo vidi, inerme sul pavimento del suo studio, con la pelle violacea e compatta solo alla vista. 
Avanzai, passo dopo passo, accreditando sempre di più la mia prima vista: era morto.

Mio padre era morto. 

Colui che mi aveva cresciuto, amato e allevato ora giaceva lì, immobile, sottomesso al gelo invernale che entrava e si diffondeva nell'intero appartamento da una finestra dimenticata aperta. 

Iniziai ad affannare. 
Mi accovacciai accanto a lui e gli presi il viso tra le mani. 
Era ghiacciato. Duro. Ruvido. 

Piansi. 
Piansi e urlai. 
Urlavo con ardore il suo nome. 
«Papa! Papà!» sbraitai ma sembrò non sentirmi nessuno. 

Gli presi la testa a la abbracciai, ormai rassegnata al fatto che nessuno, nessuno, avrebbe potuto salvarlo. 

Ma ora come ora, con mente lucida, mi pare di ricordare il battito del suo cuore, lento e insopportabile, proseguire per qualche istante dopo il suo ritrovamento. 
Lui era vivo. 
Era vivo quando lo trovai e forse, se non mi fossi arresa alla sua morte precoce, avrei potuto chiamare aiuto e salvarlo, ma non lo feci. 
Mi lasciai divorare dal dolore. 
Dolore che mi assilla tutt'oggi, immaginando una vita che non potrò mai più avere. 

Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora