Quarantuno

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La prima cosa che sento appena metto piede fuori dal letto è il suono della chitarra di Mattheo. In cima alle scale, lo vedo seduto sul divano, accanto a mia sorella, mentre accorda il suo strumento. 
Vedo la bocca di Ivy muoversi, ma non riesco a capire cosa dice. L'unico organo del mio corpo che sta lavorando ora è il cervello: chi erano tutte quelle persone che si trovavano in quel luogo con Vladimirovich ieri? Cosa ha a che fare questo con mia madre e mio padre? Perché vogliono uccidermi? 
Ma, soprattutto, questa vista estasiante delle due persone che amo di più al mondo insieme, quanto durerà? Per quanto saremo al sicuro in questo luogo prima che Vladimirovich venga a cercarci? 

«Edith» è la voce di Mattheo che mi riporta alla realtà «la colazione è pronta»

Scendo le scale, il profumo di caffè avvolge l'intera abitazione, la morbidezza delle labbra di Mattheo è una carezza divina, l'abbraccio di mia sorella mi scalda il cuore. I pancake cucinati da Mattheo sono squisiti, tutto ciò che si sente in questo luogo sono solo i canti degli uccellini.

«Ti piacciono?» mi chiede Mattheo osservandomi attentamente.
«Sono molto buoni» sorrido bevendo un goccio di caffè. 
Ivy e Mattheo si battono il cinque e intuisco che la colazione sia stata preparata da entrambi. Inevitabilmente rido al pensiero di loro due in cucina. Loro che appartengono rispettivamente a due emisferi opposti della mia vita, vederli insieme mi provoca una strana sensazione di...conforto, mi sento al sicuro. Ma mi crea anche un'irrimediabile senso di incertezza: quanto durerà tutto ciò?

«Oggi cosa si fa?» domando, cerando da distrarmi dai brutti pensieri. 
«Non ne ho idea» risponde Mattheo sedendosi di fronte a me. 
«Andiamo a fare il bagno nel lago?» chiede Ivy entusiasta. 
«Non si può, Ivy, fa ancora troppo freddo» le dico.
«Però possiamo andare a fare una passeggiata» suggerisce Mattheo. E così facciamo. 

Aiuto mia sorella a prepararsi, lavandole i denti e pettinandole i capelli legandoli in due lunghe trecce bionde. 

«Noi siamo pronte!» dico a Mattheo che è ancora in bagno a pettinarsi. 
«Ora arrivo» risponde e, effettivamente, qualche secondo dopo esce. 

Usciamo dalla porta principale e osservo meglio il paesaggio che ieri, essendo arrivati con la pioggia e con il buio, non sono riuscita a vedere accuratamente. Mi si palesa dinnanzi un lago di enormi dimensioni, circondato da fitti boschi costituiti da alberi di abete rosso. Incorniciato da colline di diverse dimensione, la sua acqua cristallina lascia vedere il fondale fatto da massi e sassolini. A pochi metri dalla porta, sulla riva del lago, Ivy si siede iniziando a lanciare sassi cercando di farli rimbalzare sull'acqua. Io e Mattheo rimaniamo distanti a guardarla. 

A rompere il silenzio che si è creato tra di noi è lui: «Come stai?» 
«Ora? Benissimo»
«So che ci sono molte cose che non capisci, ma se ti spiegassi tutto ora probabilmente impazzeresti»
«Non serve»
«Cosa?»
«Non serve spiegare, almeno fin quando lei è felice e al sicuro» indico Ivybeth. 

Mattheo si volta, volendo fronteggiarmi. Vedendo che io non faccio lo stesso con lui si piazza di fronte a me.
«Hai idea di cosa ti sia successo in questi ultimi mesi?» mi domanda. 
Guardo a terra, non sapendo cosa rispondere. 
«No, non ricordo nulla» è la verità. 
Non ricordo come io sia finita in quel luogo, cosa sia successo, so solo che è stata tutta colpa mia, che mi sono cacciata in qualcosa di più grande di me. 

«Forse è meglio così» mi prende le mani Mattheo «quando sarà il momento saprai tutto». 
Mi bacia, delicatamente, con una dolcezza che, senza conoscerlo, non gli avrei mai attribuito. 
«Perché fai tutto questo per me?» la domanda mi sorge spontanea. 
Lo colgo alla sprovvista; ci mette un po' prima di rispondere, fissando il terreno. 

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⏰ Last updated: Apr 10 ⏰

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Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Where stories live. Discover now