Ventotto

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Ho analizzato le mie emozioni e fa più male del previsto ripensare alle parole di Riddle. Mattheo non sa ciò che fa, non è ancora consapevole di avere il mio cuore in mano. O magari lo è, e ciò renderebbe il tutto dieci volte più doloroso. 
Non posso permettermi un tale punto debole -come un sentimento non corrisposto- non con lui, perlomeno.
Sarebbe un disastro se ciò che provo venisse a galla: perderei i miei amici, verrei umiliata da lui e da tutti gli altri. Riesco già ad immaginare le parole di scherno: "Pensi di avere possibilità con Riddle?" "Solita gallinella arrapata" "Una qualunque".
Ma la cosa che mi spaventa di più sono io. Il mio cuore non risponde ai comandi del cervello e la situazione sta sfuggendo di mano. 
Ma sto realmente parlando di amore? 
Spero vivamente di no, ma non posso negare a me stessa che io provi qualcosa per lui, che solo lui mi abbia fatto sperimentare certe, ai miei occhi nuove, sensazioni. 
Ma c'è solo un sentimento che riesce a sovrastare quell'incessante desiderio di averlo accanto: la rabbia. 
Il disprezzo che dovrei provare per lui ogni tanto salta fuori, ricordandomi le cose atroci che ha fatto. O almeno che credo abbia fatto. 
Lui ha assistito all'omicidio di mio padre, questo non posso permettermi di scordarlo. 

Ma dove è finita la vecchia me?
Lo stato di confusione degli ultimi mesi mi ha fatto cambiare.
Questa situazione mi sta logorando, disintegrando dal profondo e non ho nessuno con cui parlarne.  
Sicuramente non con Hermione, che mi sputerebbe in faccia se venisse a sapere delle mie scappatelle con il figlio dell'uomo che ha ucciso i genitori del suo migliore amico. 
Con mia madre assolutamente no, visto che si è sempre raccomandata di stare lontano dagli uomini, se sapesse che ho fatto addirittura sesso mi ucciderebbe. 
L'unica persona imparziale potrebbe essere Theodore, ma come dovrei dirgli che il suo amico è un grandissimo stronzo? 

A Riddle non interessa sapere come stanno gli altri e a me non piace far trasparire ciò che provo.
La coppia che scoppia. 

Come se non bastasse, l'indagine è ferma, senza novità o colpi di scena che potrebbero scaturire il mio interesse. Smith non si è fatto più sentire e io non ho intenzione di cercarlo. D'altronde lui indaga per l'omicidio di Dubois, non su quello di mio padre, quindi io non dovrei essere coinvolta.
Ha però anche ragione Hermione, dicendo che ci sono molte cose che non quadrano. 

Non sono credente ma in situazioni come queste l'unica cosa che farei è pregare. Non so a chi, non per cosa, ma devo sperare in qualcosa di più grande di me che controlli il corso della mia vita, perché se è tutto nelle mie mani, finirà male.

...

Sono in camera, da sola, stesa ad osservare il soffitto. 
Chissà chi ha costruito queste mura, chi ha dipinto quei quadri che invadono tutte le pareti della scuola... 

Mai stata un'appassionata di storia, ma la noia porta la mente in luoghi inimmaginabili. 
In un momento come questo, prenderei in mano il primo libro che trovo e mi metterei a leggere, ma la mia mente è talmente rintronata che non credo sarei in grado di concentrarmi. 
A proposito di libri... ho ancora lo zaino di Riddle sotto il materasso. 
Ovviamente non me ne frega nulla di un pezzo di stoffa e cerniere, ma quel quadernetto di pelle nera è molto intrigante. 
Non sarebbero affari miei... ma forse non c'è nulla di molto importante, altrimenti sarebbe tornato a riprenderlo, no? 

Mi alzo dal letto e recupero lo zaino. Svuoto il suo contenuto per terra, non ricordandomi perfettamente cosa ci sia dentro. 
Vedo una benda, il quadernetto e una cosa che forse l'ultima volta non avevo notato: un biglietto. È un pezzo di carta stropicciata macchiato di caffè, credo. Il colorito è giallastro, ma al tatto non risulta particolarmente vecchia. 
Lo apro con cura, facendo attenzione a non romperlo e stirando con le dita tutte le pieghe. 
La scrittura è sinuosa ed elegante, ma ciò che vi è scritto mi lascia senza parole: 

Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Where stories live. Discover now