Quattro

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Sono quaranta minuti che Hermione cerca nel mio armadio qualcosa da farmi indossare alla partita. 
Si direbbe che è più entusiasta lei di me, ed è vero. A me non interessa molto, uno perché questo Dean non lo conosco quindi non mi interessa molto piacergli, due la partita sarà contro i serpeverde, ciò significa Riddle, e meno appariscente sono quando c'è lui, meglio è. 
Ho capito che ha qualche avversione nei miei confronti, e voglio evitare discussioni.

«Che ne pensi?» mi chiede Hermione indicando il look posto sul suo letto, che ha creato con molta fantasia. Si tratta di un jeans a gamba morbida di lavaggio chiaro, con un maglione grifondoro e degli anfibi neri.


Alzo il busto dal materasso per osservarlo e gli angoli della bocca mi cascano all'ingiù. 
«Perché il maglione grifondoro?» domando. 
«Perché tu sei grifondoro» mi guarda ovvia. 
«Sì ma non mi sento così tanto grifondoro» 
Capisco di aver detto qualcosa di poco carino quando noto l'espressione che si è fatta strada nel suo volto. 
«Voglio dire, sono qui da due settimane, non percepisco tutto questo patriottismo» fatico a ritrovare le parole giuste con il poco (e scarso) vocabolario inglese che possiedo. 

Alla Beauxbatons si da importanza a molte lingue, ma l'inglese non è una di queste. 
La lingua ufficiale della scuola è il francese, ma poiché accoglie da Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio, ''gli studenti sono incoraggiati a conoscere altre culture e lingue al fine di promuovere un maggiore livello di comprensione tra vicini''.
Detto questo, raramente si trovavano studenti di lingua madre inglese. 

«Okay, lo capisco e lo accetto» sembra dire più a sé stessa che a me, mentre afferra il maglione e lo piega per metterlo via. 
«Io opterei per un dolcevita nero» dico solamente, alzandomi in piedi. 

Lei mi guarda e, lentamente, annuisce. 
Prendo quindi la parte superiore e i jeans e mi dirigo in bagno per cambiarmi. 

Una volta uscita, lei mi osserva titubante. 

«Lasciami aggiungere qualcosa» mi implora, iniziando a frugare nel suo cassetto degli accessori. 
Ne ricava una cintura, immagino di cuoio, e una collana con una pietra bianca al centro. 
Li alza per mostrarmeli e acconsento. 
Me li passa e li indosso e, devo ammetterlo, danno quel tocco in più. 

«Possiamo andare? La partita inizia alle quattro e sono le tre e cinquanta» le ricordo.
Annuisce frettolosamente e inizia a infilarsi cappotto, guanti, sciarpa e berretto. 

«Non stai andando in Siberia, Hermione» rido prendendo la mia giacca. 
Lei si ferma e mi guarda, poi si mette a ridere e fa finta di non aver sentito. 
«Vedremo chi avrà freddo delle due» 

Mentre stiamo per uscire dalla porta, mi blocca e mi arrotola la sciarpa grifondoro attorno al collo.
Mi guarda con gli occhi che brillano, come per dire 'almeno questo me lo concedi?', e decido di tenerla; in fondo ha ragione, io sono grifondoro. 

...

Quando arriviamo tutte le tribune sono colme di gente e fatichiamo a trovare un posto. 
Sia Harry che Ron stanno giocando al momento, quindi siamo solo noi due. 
Mentre Hermione si ferma a salutare qualche sua amica, io mi concentro sul gioco, per quel che riesco. Non ho mai amato lo sport, né da praticare, né da guardare. 
Quando incrocio lo sguardo di Dean sorrido e così fa anche lui, che mi saluta con un cenno delle dita. 

«Hai fatto colpo» mi tira una gomitata scherzosa una ragazza accanto a me. 
Credo sia una Weasley, visti i capelli. 
«Sono Ginny» mi allunga una mano. 
«Edith» la stringo con un sorriso. 

«Lo conosci bene?» le chiedo riferendomi a Dean. 
«Beh...sì, diciamo che ci siamo frequentati, prima di Harry» afferma e sgrano gli occhi. 

Possibile che la prima ragazza con cui parlo oltre ad Hermione debba essere l'ex del ragazzo che mi ha chiesto di uscire?
Come sempre la fortuna è dalla mia parte. 

«Non lo sapevo» mi giustifico.
«Tranquilla, ormai è acqua passata» dice lei, mentre con una mano ricambia il saluto che Harry le ha rivolto. 

La partita inizia e dire che non ne capisco nulla è dire poco. 
Mi limito a imitare quelli in tribuna con me.  
Riesco solo a vedere Dean segnare e, sempre lui, farmi l'occhiolino. Sorrido e Ginny ed Hermione, accanto a me, ridono eccitate. 

È questione di un attimo.
Un bolide per poco non mi decapita, se non fosse per un giocatore che mi si piazza davanti per spedirlo via con l'estremità superiore della scopa. 
Di istinto, i miei occhi rimangono chiusi per qualche secondo, e quando li apro, mi domando se sono ancora viva, visto il silenzio che si fa strada in tutte le tribune. 
Sento Hermione darmi un pizzicotto e alzo la testa, e, non lo avessi mai fatto, quel che vedo mi fa rivoltare lo stomaco: 

Riddle. 

Mattheo's Pov

Da quando la micia, la McGranitt, è preside, le partite sono molto più noiose. 
Tutto sembra andare a rilento, ogni cosa è soporifera. 
Anche il sesso, pare che siano tutte scappate dalla morte di mio padre. 
Non si dovrebbe festeggiare?
Ci sono alcune che rimangono sempre fisse, tipo la Parkinson o la baby Greengrass, ma a me piace il cambiamento.

Forse avrei dovuto accettare la proposta della francesina, magari ora avrei qualche bella Italiana o Spagnola a disposizione, ma, testa di cazzo come sono, non sono riuscito ad ottenere nemmeno il suo di numero.

Tutto inizia a farsi più interessante quando vedo un grifondoro fare l'occhiolino alla francese. 
E così le piace Dean? 
Dean? 
Davvero non mi ha accettato per uno come lui? 

Questo è un brutto colpo. 

Ora dovrò fare di tutto per conquistarla, qualunque cosa, tipo, che ne so, pararla accidentalmente da un bolide impazzito. 
Cerco un volto amico nelle tribune più vicine e lo trovo: la Parkinson è lì che mi fissa come se non mangiasse da due mesi. 
Volo, letteralmente, da lei e mi avvicino. 

«Ho bisogno di un favore» dico. 
«Spedisci un bolide contro quella nuova» 

Lei sgrana gli occhi. 

«E io che ci guadagno?» mi domanda. 
Anche se la gattina vuole giocare, dovrà attendere almeno per tre giorni, dopotutto la francese mi ha detto di mettere la testa a posto. Comunque devo fingermi compiaciuto altrimenti quella, bipolare com'è, il bolide lo scaraventa contro di me, e vorrei evitare. 

«Stasera ne riparliamo» le faccio l'occhiolino prima di tornare a giocare. 

La sua mossa arriva dopo qualche minuto (penso che la sua mente brillante abbia immaginato che se lo avesse fatto troppo presto, qualcuno avrebbe potuto accorgersi che glielo avevo chiesto io), e mi preparo per la mia figura da cavaliere. 

Quando noto il bolide lanciarsi contro la sua faccia, accelero e riesco a pararlo in tempo con la scopa. 
Lei è scioccata, sicuramente ora cadrà ai miei piedi, ma mi prende alla sprovvista quando sono io a cadere ai suoi. 

Edith's Pov

Riddle

Questo è da manicomio.
Per sua fortuna sono dotata di un grande autocontrollo, quindi gli rimangono ancora un po' di anni di vita. 
Prima che se ne vada però, sfilo la bacchetta dalla tasca, indietreggio di un passo, e lo faccio cadere di peso a terra, prendendo la sua scopa in mano. 
La sua faccia sarebbe da immortalare. 

«Ops, scusa. Ti ho fatto male?» gli domando. 
«Questa è tua?» indico la scopa, per poi lasciargliela cadere addosso. 
Sono così gentile da non mirare alla faccia, bensì al resto del corpo, principalmente in basso, oltre l'ombelico. 

Un gemito di dolore gli sfugge e si porta entrambe le mani sulla sua estremità, rotolandosi per il dolore.

«Vuoi un bacino? Magari ti passa» 

Ci sto andando giù pesante con l'umiliazione, ma mi fa sentire così bene. 

Ci mette poco a rialzarsi e ora è a un centimetro dalla mia faccia.
So che non dovrei, ma soffio leggermente verso di lui, spostandogli un ciuffo che gli era ricaduto davanti agli occhi. 
Un muscolo guizza sulla sua mandibola e sta per dire qualcosa prima che l'arbitro fischi. 

«Questa me la paghi» 



Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||حيث تعيش القصص. اكتشف الآن