Dodici

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Dopo il mio ultimo incontro con la McGranitt è calato un velo pietoso sulla mia vita. 
L'idea di non poter avere ciò che voglio mi devasta. 
Trovo anche il discorso della preside un po' incoerente: volendo lei giustizia, perché io non sono autorizzata ad averne? 
La morte di mio padre è stata una disgrazia per tutto il mondo, magico e non. 
L'assassinio di uno scrittore di tale portata non è passato inosservato: per settimane la sua faccia è stata sulla copertina di molti dei giornali più letti al mondo. 
Anche il New York Times gli ha dedicato una pagina. 

Odio Riddle con tutte le mie forze: non solo ha fatto cose orribili nella sua esistenza, ma non prova neanche a fare qualcosa per rimediarvi. 
Se un verme avesse una forma umana sarebbe Riddle. 

Ora mi trovo in classe, ad attendere l'entrata del professore, quando sento qualcuno sedersi accanto a me. 
Inizialmente immagino sia Hermione, ma quando mi volto e vedo quell'armadio di Cameron, mi spavento. 

Che vuole? 

Ci sono almeno una decina di posti liberi, perché proprio accanto a me?

Lo osservo incerta per qualche istante mentre sfila i suoi libri dalla borsa. 
Si siede e, da quanto è grosso, devo spostarmi leggermente per evitare un contatto tra i nostri corpi. 
Spero vivamente che non inizi a parlare, quando la sua voce, grossa e potente, mi invade le orecchie. 

«Insopportabile Riddle, vero?»

Aggrotto le sopracciglia mentre mi mordo leggermente il labbro inferiore. 
Nessun argomento migliore? 

«Scusa, come?» faccio finta di non aver sentito. 
«Ho detto che Riddle è insopportabile» ripete. 

Mi fingo illuminata e annuisco lentamente. 

«Una spina nel fianco» rispondo. 
In realtà lo penso veramente, ma non è da me parlare alle spalle delle persone. 
Prego tutti i santi che conosco purché lo facciano stare zitto, ma continua a parlare. 

«Pensi che dovrei iscrivermi alla squadra di quidditch?» mi chiede. 
«Intendo, ti sembro adatto?».
Accompagna le sue parole a un gesto che mi permette di vedere chiaramente i suoi bicipiti. 

Non so proprio che dirgli. Non ha qualcuno di più esperto in materia di me a cui chiedere?

«Io...non lo so, ma immagino di sì» dico lanciandogli un'occhiata. 

Gli chiederei chiaramente di andarsene, ma non mi ricordo nemmeno come si chiama. 

Fa un sorrisetto da ebete e si mette ad osservarmi in modo ambiguo. Sospiro rumorosamente, cercando di fargli capire che non voglio avere nulla a che fare con lui: se prima era per Dean, ora è perché non lo sopporto. 

«Sei molto carina, sai» dichiara. 
«Grazie» rispondo, chiaramente in imbarazzo. 

Molto difficile capire quando una ragazza non vuole avere nulla a che fare con te?

«Che ne pensi della morte di tuo padre?» domanda. 
«Scusami?»

Non pensavo che un essere umano potesse essere tanto stupido. 

«Ho detto 'che ne pensi della morte di tuo padre?'» ripete. 
Lo guardo, scioccata. 
«Mi prendi in giro?»
«Dovrei?» ride. 
Sono sbalordita, e incazzata. 

Mi hai fatto incazzare Cameron, complimenti. 

Mi alzo di scatto. 

Stringo i denti, per evitare di fare una scenata. 

Mi guardo attorno e noto che in molti mi stanno fissando. 
Il professore giusto in questo istante entra e prega tutti di sedersi, compresa me. 
Cameron fa di nuovo quel suo sorrisetto da stronzo: sto cazzo, Cameron. 
Prendo la mia borsa e mi siedo in uno degli ultimi banchi che erano rimasti vuoti. 
Grazie a Dio ora non ho più nessuno accanto a me. 
La mia felicità dura per poco perché, dopo poco meno di un minuto, Riddle entra in classe. 
Non so il perché, il come o il quando, ma me lo ritrovo accanto. 

Twisted Hearts || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora