Capitolo 1

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Marteen sbuffò mentre con forza infilava l'ultimo maglione dentro il borsone che voleva portarsi dietro in quel viaggio sotto lo sguardo attento della nonna.

-per me non dovresti partire-

-nonna!- protestò Marteen alzando gli occhi grigi al cielo -devo farlo-

-tua madre non ha mai fatto una cosa del genere per ventitré anni e adesso vorresti farlo tu?-

-SI-

-non mi sembra il caso sinceramente- continuò la donna convinta mentre Marteen si sedeva sul suo letto per infilarsi le scarpe da ginnastica ai piedi.

-devo trovare quel bastardo di mio padre nonna. Se mamma non lo ha cercato per tutti questi anni significa semplicemente che non aveva il coraggio di affrontarlo cosa che io invece ho. Voglio capire perché quel coglione ci ha abbandonati-

-modera il linguaggio Marteen. Tua madre non ti ha insegnato a parlare in questo modo- sbuffò la donna -e comunque non sapeva di te quando ha lasciato tua madre ed è partito per tornare a casa quindi non vedo perché dovesse tornare. Mi dispiace dire ciò di mia figlia ma è stata l'avventura di tuo padre che non ci ha pensato due volte prima di non rivederla mai più-

-le aveva promesso che sarebbe tornato nonna- Marteen si alzò dal letto per andare verso l'armadio e prendere una delle sue giacche per infilarsela e poi infilare nella tasca anche il suo telefono -e doveva farlo perché le promesse si mantengono e mamma invece doveva andare a cercarlo invece di ripetere in continuazione: "non possiamo cercarlo noi Marteen"- imitò la voce della madre il ragazzo.

-non sai niente di lui-

-so dove vive, il suo nome e ho una sua foto-

-vive in una grande città e non in un paesino sperduto come questo quindi potresti metterci mesi per trovarlo, molta gente potrebbe chiamarsi Ian Solteir e potresti trovarne centinaia con quel nome per non parlare del fatto che la foto sua che hai è quella di lui e tua madre di spalle quindi oltre ai capelli neri e alla sua altezza non sai altro di lui-

-so che ho i suoi occhi- continuò il biondo indicandosi gli occhi grigi -la mamma lo diceva sempre- continuò con tono leggermente più basso -lo troverò è una promessa e io diversamente da quell'uomo le promesse le mantengo-

-non ti mettere nei guai Marteen- si arrese a dire la donna distogliendo lo sguardo dal nipote che la raggiunse e le lasciò un bacio sulla fronte.

-non corro rischi solo perché sto andando a cercare mio padre, se mai quello nei guai è lui-

-fa comunque attenzione- concluse lei mentre il ragazzo usciva da quella che era sempre stata casa sua con il borsone sulle spalle per dirigersi a passo svelto verso l'unica stazione dei treni presente nel suo paesino. Era quello l'unico collegamento che aveva con il resto del mondo e anche se lui preferiva di gran lunga un mezzo più veloce, che non puzzava soprattutto e che non ci metteva tre ore per fare pochi chilometri di strada, non aveva alternative.

Una volta seduto sul treno sospirò pesantemente prendendo il suo telefono per poter andare nella galleria e osservare attentamente prima la foto dei suoi genitori di spalle, come se non l'avesse guardata fin allo sfinimento per tutti quegli anni, in cerca di un particolare che gli fosse sfuggito e poi prese la foto sua e di sua madre di qualche anno prima insieme e sorrise tristemente. Avrebbe tanto voluto la madre li in quel momento con lui ma era passato ormai un anno dalla morte dell'altra. Un anno nel quale lui non aveva fatto altro che cercare i responsabili della sua morte, quelli che l'avevano uccisa brutalmente a colpi di arma da fuoco, ma senza successo. La polizia aveva parlato di suicidio ma Marteen sapeva per certo che sua madre non l'avrebbe mai fatto per non parlare del fatto che aveva visto degli uomini vestiti elegantemente uscire da casa sua prima di correre e trovare il corpo di sua madre riverso a terra e quasi irriconoscibile per via dei proiettili al suo interno. Davvero il ragazzo non capiva cosa la polizia si fosse fumata per dire che quello era stato un suicidio, aveva visto il corpo e sapeva che non poteva essere stata la madre a farsi quello da solo, ma tutti compreso anche sua nonna avevano creduto alla polizia e lui non aveva potuto far altro che tenere dentro di se il suo pensiero. Qualcuno aveva ucciso sua madre per uno scopo ben preciso, qualcuno che faceva di sicuro parte della mafia e che corrispondeva al nome di Ector Mais. Cosa volesse quell'Ector Mais che gli uomini in completo avevano nominato pensando di non essere sentiti ancora non lo sapeva ma avrebbe indagato anche su di lui una volta trovato suo padre.

-era una bella donna tua madre Marteen- il biondo alzò di scatto lo sguardo e si voltò per osservare il signor Thomas che gli si era appena seduto accanto nel treno e che probabilmente aveva visto la foto che stava osservando.

-già-

-peccato si sia tolta la vita in quel modo. Credo che l'essere rimasta da sola l'abbia turbata troppo, sai un figlio senza matrimonio- continuò l'uomo mentre Marteen dentro di se aveva solo voglia di picchiarlo. Perché ogni qual volta succedeva qualcosa a sua madre era sempre perché era rimasta da sola e aveva un figlio fuori dal matrimonio?

-può darsi. Dove è diretto signor Thomas?- cercò di cambiare discorso Marteen mettendo via anche il suo telefono.

-al paese qui vicino, lo sai che lavoro li. Tu ragazzo? Non ti ho mai visto lasciare la città se non per andare al liceo nel paesino qui vicino-

-sto andato a trovare picchiare il bastardo del quale condivido i geni per non parlare del fatto che mi deve un bel po' di denaro visto che sono il figlio del quale non si è mai occupato- rispose sinceramente il biondo incrociando le braccia al petto.


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