Capitolo 23

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-ehi- sussurrò Elliott cercando di osservare gli occhi grigi che tanto amava di Marteen ma il ragazzo, sdraiato al suo fianco nei sedili posteriori della macchina che stava guidando Philip, teneva saldamente gli occhi chiusi.

-la ferita ti si è riaperta vero?- domandò ad alta voce Philip mentre si infilava l'auricolare all'orecchio e avviava la chiamata a uno degli uomini che erano ancora rimasti alla villa di Gregor per cercare di capire come si stava evolvendo la situazione. La sua priorità appena aveva visto Elliott sparare era stata quella di portare in salvo i due ragazzi anche perché doveva assolutamente assicurarsi che nessuno dei due si facesse seriamente male.

-si ma sto bene- rispose Elliott anche se non era la verità: gli faceva un male cane.

-Elliott...com'è la situazione?- chiese velocemente Philip e per un momento il figlio pensò che stesse parlando con lui ma poi notò come il padre si fosse aggiustato l'auricolare e capì che non era lui il suo interlocutore.

-dove ti ha sparato quello?- fu una flebile domanda ma Elliott la sentì perfettamente e si voltò di colpo verso Marteen che stava tenendo gli occhi chiusi ancora ma aveva chiaramente sparato. Elliott gli sorrise leggermente e gli prese una mano portandosela sul punto esatto in cui era presente ancora il proiettile.

-perché?- e finalmente Marteen aprì gli occhi osservando con calma la sua mano sulla spalla di Elliott anche se ancora non vedeva del tutto nitido motivo per il quale preferiva tenere gli occhi chiusi.

-stavo per seguirti ma Hugo mi ha bloccato puntandoti contro la pistola poi all'improvviso ha sparato a me-

-non stava seguendo te- si decise a dire allora Marteen sedendosi meglio per poter poggiare la testa sulla spalla sinistra dell'altro del tutto incurante del fatto che fino a prova contraria quello a cui si stava stringendo era un sottoposto di Ector Mais -stava seguendo me, me lo ha confermato quando me lo sono trovato davanti l'hotel che mi aspettava-

-te? perché?- si domandò Elliott lasciando un bacio sulla fronte di Marteen conscio che il ragazzo sapeva poco quanto lui.

-stai sanguinando- sussurrò invece Marteen.

-lo so- Marteen riuscì a lanciare un'occhiataccia ad Elliott che sospirò -dovevo venire a salvarti. Dove diavolo l'hai trovata quella pistola?-

-l'avevi tu allacciata intorno la vita- disse sinceramente Marteen che aveva lanciato un veloce sguardo in direzione di quello che aveva capito essere il padre del castano e che stava parlando animatamente con qualcun altro e non stava prestando loro attenzione.

-me l'hai davvero sfilata da li?- domandò incredulo Elliott -come cavolo non ti hanno notato?-

-erano concentrati su altro e non mi hanno prestato attenzione anche perché non mi reggo in piedi-

-grazie-

-hai comunque ucciso una persona- sussurrò Marteen -non so ancora come prenderla-

-ti stava facendo del male Marteen-

-ma conosceva mio padre e io...-

-posso cercarlo anch'io tuo padre se vuoi non devi preoccuparti di questo. Quell'uomo ha fatto tanto male e non devi preoccuparti per lui- cercò di dire Elliott anzi iniziava a pensare che quella sua azione avrebbe allontanato ancora di più da lui il castano ed era l'ultima cosa che voleva.

-mi preoccupo per il mio ragazzo non per quel mostro- sussurrò Marteen mordendosi il labbro inferiore -sai hai ucciso una persona e potresti finire in carcere per questo-

-aspetta ma tu non avevi detto che...-

-so quello che ho detto e non sono ancora del tutto sicuro di...di voler continuare questa cosa tra noi ma mi piaci- spiegò con calma Marteen e Elliott felice al settimo cielo si concesse di baciare le morbide labbra di Marteen che rispose al bacio.

-ragazzi ci sono anch'io- ridacchiò Philip che aveva da poco finito di parlare al telefono con la moglie -Elliott appena arriviamo mi devi consegnare la pistola che hai usato prima e sappi che tua madre ha già chiamato un medico per la ferita-

-va bene- sussurrò Elliott stringendo sempre Marteen a se -tu ragazzo invece mi devi dare un tuo capello-

-perché?- domandò confuso Marteen che si stava preoccupando un po' per Elliott visto che riusciva a vedere leggermente meglio e in quel momento notava perfettamente la macchia rossa che andava leggermente ad ampliarsi sulla camicia bianca dell'altro.

-devo fare un test del DNA-

-in che senso test del DNA papà?- domandò curioso Elliott -cosa vorresti fare?-

-devo controllare che quel ragazzo sia realmente il figlio di Ian-

-conosci mio padre?- chiese sorpreso Marteen che non credeva che anche l'uomo oltre a Gregor potesse conoscerlo.

-si, ma devo essere sicuro che tu sia suo figlio con un test del DNA- spiegò con calma Philip e Marteen anche se voleva protestare per quella cosa annuì.

-io non conosco nessun Ian però- borbottò Elliott confuso e non si ricordava nemmeno di aver sentito il padre parlare di quell'Ian.

-lo conosci- si decise a dire Philip -capirai tutto se il test confermerà il fatto che lui sia figlio di Ian. Hai ventidue anni vero?- domandò Philip.

-si- confermò Marteen sospirando e poggiando la testa sulla spalla sana di Elliott.

-e tua madre...lei davvero non c'è più?- chiese cautamente Philip che già si vedeva a dover raccogliere i pezzi di Ian a quella notizia.

-ormai è un anno e dovresti saperlo visto che sono stati gli uomini di Ector-

-questo è impossibile- sospirò Philip -Ector non l'avrebbe mai fatto e sono certo che non ha mandato nessuno da voi finendo per attirare troppo l'attenzione. Come sai che è stato lui? Chi te lo ha detto?-

-ho sentito chiaramente i suoi uomini dire "Ector Mais ne sarà felice"- sussurrò Marteen nascondendo subito il viso nell'incavo del collo di Elliott che era stranamente felice di come l'altro si stesse letteralmente spalmando su di lui.

-questo è molto strano ma ti posso giurare che non è stato Ector Mais ma ne riparleremo con Ector stesso- sussurrò alla fine Philip mentre Marteen in quel momento voleva solamente chiudere gli occhi e svegliarsi da quel brutto sogno.

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