Capitolo 19

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-come sta andando?- domandò Gregor ridacchiando mentre osservava il liquido rosso presente nel suo bicchiere.

-sto seguendo il ragazzino adesso-

-e Borromeis?-

-l'ho messo fuorigioco per il momento- rispose ancora Hugo aumentando la velocità per superare il biondo che stava seguendo, e che stava ancora correndo, per poter arrivare prima di lui all'hotel dove era certo che l'altro stesse andando per poi catturarlo come gli aveva chiesto proprio Gregor.

-non l'hai ucciso vero?- domandò ancora il castano -non voglio avere altri problemi con i Borromeis-

-gli ho sparato alla spalla desta- spiegò con calma Hugo -non può muoversi al momento ma non è in pericolo di vita. Non credo ci vorrà molto prima che il ragazzo avverti qualcuno di quello che è successo-

-non ti preoccupare basta che mi porti il ragazzo del resto me ne occupo io- disse convinto Gregor chiudendo quella chiamata mentre beveva un altro sorso del suo vino.

Hugo invece si tolse l'auricolare e fermò anche la macchina visto che era riuscito ad arrivare all'hotel del biondo. Non ci volle molto prima che il ragazzo arrivasse e si bloccò di colpo nel riconoscere la sua macchina.

-fermo li- urlò Hugo al ragazzo e vide Marteen fare per scappare nuovamente ma Hugo aveva ricevuto l'ordine di portare il biondo dal suo capo a qualunque costo quindi decise di uscire la pistola e puntargliela contro -seguimi o sparo-

-cosa vuoi da me- disse Marteen spaventato a morte ma comunque camminò con calma verso di lui con le mani alzate.

-il mio capo vuole parlarti-

-quindi stavi seguendo me e non Elliott?- domandò titubante Marteen anche se ancora gli faceva male pensare al fatto che il castano gli avesse omesso qualcosa di importante come il far parte della mafia.

-Elliott stava solo in mezzo alle scatole- disse tranquillamente Hugo -entra in macchina-

-e se non volessi farlo?- domandò convinto Marteen che non aveva nessuna intenzione di seguire quell'uomo che ipotizzava far parte anche lui della mafia.

-ti sparerò come ho fatto con il tuo ragazzo- e a quelle parole Marteen sgranò gli occhi. In che senso aveva sparato al suo ragazzo?

-Elliott? Cosa...-

-la tua reazione è interessante visto che hai detto di non voler avere niente a che fare con loro- ridacchio Hugo -Sali in macchina- e Marteen con le lacrime che volevano uscirgli dagli occhi per la paura e la preoccupazione per Elliott salì nella macchina dell'uomo sempre con la sua pistola puntata contro.

-non lo hai ucciso vero?- sussurrò quando anche Hugo entrò in macchina e mise in moto.

-era ancora vivo quando ti ho seguito ma non so per quanto resisterà- rispose Hugo che adorava lo stato nel quale era finito il biondo al suo fianco.

Marteen rimase in completo silenzio dopo quella frase mentre la sua mente era affollata di pensieri. Era preoccupato per Elliott anche se quando era scappato dal castano aveva seriamente pensato di non voler avere più niente a che fare con lui visto quello che era realmente. Elliott però gli piaceva e anche tanto per non parlare del fatto che lo aveva anche chiamato "amore mio" segno evidente che probabilmente anche lui piaceva all'altro.

-siamo arrivati- disse Hugo fermando la macchina e Marteen osservò preoccupato l'enorme villa che gli si stagliava davanti: non poteva più scappare in quel momento -esci- aggiunse il castano e Marteen fece come gli era stato detto trovando già davanti a se altri tre uomini che gli stavano puntando contro le loro pistole -prova a scappare e sei morto. Seguimi- e il biondo non ebbe altra scelta che fare come gli era stato detto senza nemmeno avere la possibilità di studiare per bene quella villa visto tutta la gente che lo aveva circondato e che continuò a stargli intorno fino a quando Hugo non aprì una porta e lo fece entrare al suo interno.

-guarda un po' chi si rivede- disse l'uomo di mezza età unico presente nella camera.

-Gregor?- sussurrò Marteen ricordandosi di quell'uomo che aveva visto alla stazione di polizia.

-esatto Marteen Deacon-

-come...-

-so il tuo nome?- completò la domanda Gregor osservandolo attentamente -ovviamente ho fatto ricerche su di te-

-perché?- domandò ancora Marteen mentre Hugo lo spingeva verso una delle sedie che si trovavano difronte la scrivania di Gregor per farlo sedere.

-perché conosco tuo padre-

-conosce mio padre?- il tono di voce di Marteen si alzò notevolmente -come?-

-io e lui abbiamo lavorato per un po' insieme per questo i tuoi occhi mi erano familiari. Ovviamente ho fatto ricerche su di te ragazzo e mi dispiace per la morte di tua madre- continuò Gregor porgendo un bicchiere colmo al biondo che lo guardò dubbioso, non sembrava per niente sicuro bere da quel bicchiere.

-ah davvero?- domandò acido Marteen.

-mi dispiace più per te visto che si è suicidata-

-non si è suicidata- ringhiò Marteen guardandolo male.

-ah no?- domandò sorpreso Gregor -sul suo fascicolo c'è scritto proprio suicidio- e l'uomo fece vedere il suddetto fascicolo al biondo.

-mia madre è stata uccisa a colpi di arma fuoco solo che la polizia del posto ha nascosto tutto- ringhiò ancora Marteen.

-e se sai questo vuoi dirmi anche chi è stato?- Gregor era davvero curioso di capire che avesse ucciso la donna di Ian Soltier.

-Ector Mais. Erano gli uomini di Ector Mais- e Gregor non resistette più di due secondi senza scoppiare a ridere perfettamente davanti al ragazzo. Quella situazione era davvero assurda visto che dalle parole del ragazzo era come se Ian avesse ordinato la morte della sua stessa donna -perché sta ridendo adesso?-

-è impossibile che Ector abbia ucciso realmente tua madre- rise ancora Gregor -ma potrai chiederglielo da solo a breve- continuò il castano e Marteen stava per chiedere cosa intendesse quando avvertì qualcuno bloccarlo e infilargli qualcosa nel braccio sinistro, subito dopo vide completamente nero.


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