Capitolo 2

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-oh porca di quella...- Lilia guardò con occhi furenti in direzione della macchina blu elettrico che conosceva fin troppo bene.

-oh mio dio quello si che è un bel ragazzo figo- disse invece Gwen, sua collega di college, che era al suo fianco e con la quale era appena uscita dal college stesso.

-quei tizi sono poco raccomandabili- borbottò Lilia cercando in qualche modo di nascondersi alla vista del castano che con le braccia incrociate al petto e rigorosamente gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi neri come la pece era appoggiato alla sua macchina.

-ma sono fighi e lo sai che io amo quelli come lui-

-stronzi mafiosi? Ti piacciono davvero quei ragazzi?- domandò Lilia guardando storto Gwen che sospirò.

-è bellissimo e poi non puoi dire che è mafioso solo per il suo aspetto e perché possiede quella macchina bellissima. Vorrei farci un giro all'interno-

-secondo me dovresti evitarli quelli come lui a maggior ragione che studi legge- continuò Lilia facendo per spingere Gwen e sperando di non essere notata dal castano.

-Principessa- a quel richiamo Lilia digrignò i denti capendo che Elliott l'aveva notata, ovviamente a lui non sfuggiva mai niente.

-oh è venuto a prendere qualcuna e l'ha chiamata Principessa- disse Gwen con tono sognante e Lilia si girò verso Elliott lanciandogli un'occhiataccia.

-andiamo Lilia non ho tutto il tempo- disse ancora Elliott e Lilia avvertì chiaramente lo sguardo di fuoco di Gwen su di se.

-mi stavi dicendo di non considerarlo perché lo volevi tu? Ingrata di un'amica-

-ti sto solo dicendo che è pericoloso. Ci vediamo domani-

-certo- borbottò ancora Gwen e Lilia avvertì il suo sguardo di fuoco sulla schiena mentre camminava con calma per raggiungere Elliott che nel mentre, per attirare ovviamente l'attenzione di tutte le oche li presenti, si era tolto gli occhiali da sole dandosi arie.

-devi farlo ogni fottuta volta Elliott?- domandò Lilia raggiungendolo con la voglia matta di tirargli il libro di diritto che aveva tra le braccia in testa, l'unico problema era che non ci arrivava alla testa del castano.

-che gusto c'è altrimenti nel venirti a prendere principessa?- le chiese Elliott spostandosi e aprendole la portiera per farla sedere dal lato del passeggero e per poi raggiungere la postazione di guida e mettere in moto.

-lo sai che odio quando ti fai vedere qui al college-

-andiamo sono venuto a prenderti, non farla tragica principessa- borbottò Elliott mentre Lilia iniziava ad osservare il paesaggio che cambiava velocemente.

-vai piano El stai superando i limiti di velocità- sussurrò lei anche se sapeva perfettamente che con lui non poteva ragionarci -e poi lo sai che non ti voglio in giro al college perché qualcuno potrebbe riconoscerti e io non voglio essere associata a Ector Mais visto che sto studiando legge-

-tesoro il nostro cognome è un faro nella notte. Tutti conoscono i Borromeis e sanno che sono associati ad Ector Mais quindi al tuo college lo sanno già che sei figlia di Philip Borromeis e se io giro li intorno non ci sono problemi- le fece notare Elliot mantenendo comunque gli occhi fissi sulla strada -ancora spero che tu voglia diventare un avvocato per aiutarci quando finiamo nei guai e non per ricorrere sempre a quel maledetto demone ma so che lo fai perché ci odi-

-non odio la mia famiglia fratellone- sbottò Lilia voltandosi a guardarlo attentamente, a guardare attentamente il bel ragazzo che aveva affianco e che faceva stragi di cuori tra le sue amiche e colleghe -semplicemente non mi piace appartenere a una famiglia di mafiosi-

-ma noi diamo fastidio solo agli altri mafiosi e non ai comuni cittadini-

-vallo a spiegare alla gente comune- borbottò Lilia -ci credono tutti uguali-

-ora ti metti in mezzo anche tu? Dov'è finito il voi?- domandò ridacchiando Elliott che poi mise una mano sulla coscia della sorella per rassicurarla, sapeva che per lei era sempre stato difficile accettare tutto quello.

-sta zitto coglione- ringhiò la rossa aprendo il libro di diritto e facendo finta di leggere qualcosa per poter in qualche modo mettere fine a quella conversazione con il fratello che non aveva nessuna intenzione di continuare.

-agli ordini principessa- borbottò Elliott fermando la macchina e suonando con forza il clacson, non ci volle molto prima che Lilia potesse riuscire a sentire la porta posteriore della vettura aprirsi per permettere alla terza persona di entrare nella macchina.

-non suonare in questo modo barbaro Elliott- borbottò il ragazzino di quindici anni lanciando il suo zaino sul sedile al suo fianco.

-e come dovevo avvisarti di essere arrivato?- domandò il castano al fratello minore mentre lo osservava dallo specchietto retrovisore.

-avevo visto la tua macchina coglione-

-Andrew la cintura- disse Lilia che sapeva anche senza aver alzato lo sguardo che il suo fratellino non aveva messo la cintura di sicurezza così come non lo aveva fatto Elliott.

-e Elliott può stare senza?- protestò proprio il rosso sbuffando.

-Elliott non mi ascolta tu devi farlo- continuò Lilia e sorrise vittoriosa quando sentì il suono della cintura che si stava spostando provenire dalle sue spalle. Almeno su Andrew riusciva ad avere un po' di potere visto che era più grande di lui.

-quando non c'è la principessa rompiscatole puoi fare quello che vuoi nella mia macchina Drew- gli disse invece Elliott sorridendogli mentre ripartiva per andare a casa.

-allora lasciala a piedi la prossima volta- sbuffò il ragazzino prendendo il suo telefono e concentrandosi completamente su di esso.

-concordo con Andrew dovresti lasciarmi andare a piedi a casa e non presentarti a caso davanti la mia facoltà-

-non se ne parla principessa- disse convinto Elliott -non posso permettermi di non tenerti sotto controllo quando sai che c'è gente che ci vuole morti-

-ma io non faccio male a una mosca-

-ma se ne hai ucciso una zanzara l'altro giorno Lilia- ridacchiò Andrew senza alzare lo sguardo.

-una zanzara non una mosca appunto-

-Li sei in pericolo perché possono usarti per arrivare a noi, so che hai fatto pugilato per un po' e picchi ma è meglio se ci siamo io o Drew con te-

-Drew è troppo piccolo vi ho già detto che dovete lasciarlo fuori da tutta questa questione-

-ehi Elliott alla mia età già impugnava una pistola cosa che a me non è ancora permessa e non capisco come mai- protestò proprio il ragazzino mentre Lilia alzava gli occhi al cielo e Elliott ridacchiava mentre passavano il cancello che era l'ingresso dell'enorme villa che era la loro basa, o meglio la base di Ector Mais nella quale abitava anche la loro famiglia.


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