Capitolo 7

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Marteen sospirò riponendo il telefono nella tasca posteriore dei jeans che si era messo quella mattina ed entrando nella stazione di polizia. Non gli era venuto nient'altro in mente per iniziare a cercare suo padre in quell'enorme città.

-come posso aiutarti? Devi denunciare un furto?- domandò uno dei poliziotti presenti all'ingresso della stazione di polizia dopo aver addentato un pezzo della ciambella che aveva nella mano destra.

-in realtà sto cercando una persona- disse sinceramente Marteen.

-da quante ore è scomparsa?-

-non è...sto cercando mio padre- si decise a dire Marteen.

-ragazzo noi non cerchiamo persone che non vogliono farsi trovare- ridacchiò il poliziotto.

-e chi l'ha detto che mio padre non si voglia far trovare?- domandò esasperato Marteen conscio che quell'incontro non era iniziato nel migliore dei modi e molto probabilmente sarebbe finito anche peggio.

-senti si vede che non sei di qui ma di qualche paesino nella provincia quindi sono arrivato alla conclusione che tuo padre abbia messo incita tua madre e poi sia scappato perché non voleva avere niente a che fare con lei e con te-

-e se non fosse così?- domandò ferito nell'orgoglio Marteen. Un conto era pensare quelle cose da solo un altro era sentirselo dire da un perfetto sconosciuto e faceva fottutamente male.

-ragazzino è così- sospirò il poliziotto addentando nuovamente la sua ciambella -è sempre così non puoi farci niente...ehi che state facendo!- sbottò l'uomo e Marteen si girò per osservare l'uomo castano di mezz'età vestito elegantemente che stava tranquillamente uscendo dalla stazione di polizia con un sorrisetto sul volto.

-agente Thomson mi stanno rilasciando ovviamente- rise l'uomo -mi avete arrestato senza prove e non potete tenermi qui- continuò per poi osservare attentamente Marteen e il biondo si sentì come scrutato nel profondo da quell'uomo che lo intimoriva anche un po'.

-senza prove? Sei un fottuto mafioso Gregor Helei ci sono mille ragioni per trattenerti qui!- sbottò il poliziotto davvero furioso e Marteen cercò di distogliere lo sguardo dall'uomo che si era voltato a guardare.

-ragazzino ci conosciamo?- gli chiese proprio Gregor avvicinandosi a lui pericolosamente.

-no, non credo-

-eppure mi sembri un volto familiare- disse ancora il castano -o forse sono gli occhi?- domandò più a se stesso che al ragazzo ma Marteen lo sentì chiaramente e corrucciò la fronte. Che avevano i suoi occhi adesso? Che l'uomo conoscesse suo padre?

-ragazzo di chi sei figlio?- chiese l'agente Thomson e Marteen lo guardò confuso.

-adesso mi vuole aiutare?-

-voglio capire se sei connesso a qualche mafioso visto che Helei dice che gli sembri familiare- rispose sinceramente il poliziotto e Gregor invece di uscire incrociò le braccia al petto aspettando anche lui la risposta: era curioso.

-non credo proprio- ringhiò Marteen.

-fammi il nome di tuo padre e vedremo chi ha ragione- continuò il poliziotto.

-Ian Soltier- si decise a rispondere Marteen certo che suo padre non avesse minimamente a che fare con la mafia. L'agente Thomson corrucciò la fronte e scosse la testa deluso mentre Gregor aveva preso a ghignare guardando sotto una nuova luce il ragazzino biondo che per puro caso aveva incontrato quel giorno e ringraziò mentalmente i Borromeis per averlo incastrato qualche giorno prima anche se senza tutte le prove. -ve lo avevo detto che mio padre non aveva niente a che fare con la mafia- sbuffò Marteen quando vide l'agente incrociare le braccia al petto deluso da quella situazione.

-mi stai imbrogliando nuovamente Gregor?- ringhiò Thomson mentre il castano ridacchiava.

-io? Quando mai l'avrei fatto?- chiese continuando a ridere.

-perché ridi adesso?-

-niente niente- di certo Gregor non voleva far spargere troppo la voce dell'esistenza di un figlio di Ian, voleva essere il primo a metterci le mani sopra -solo controllate Ector Mais visto che è per colpa sua che sono qui- concluse il discorso Gregor salutando gli agenti e il ragazzino con una mano uscendo finalmente dalla stazione dove due dei suoi lo stavano aspettando.

-signore- dissero in coro abbassando leggermente il capo.

-dovrei torturarvi tutti per capire chi sia la talpa che ha dato informazioni a Mais e Borromeis ma oggi è successo qualcosa di interessante- rise ancora Gregor -Hugo resta qui e segui senza farti vedere il biondino dagli occhi grigi che è nella stazione adesso, voglio sapere ogni suo minimo movimento chiaro? E scopri anche il suo nome e tutto quello che c'è da sapere su di lui- e Hugo annuì -Stefan tu invece portami a casa e avvisa Mais che se fa un altro passo per cercare di fregarmi qualcuno che gli è caro morirà- concluse il discorso Gregor voltandosi nuovamente per guardare nella stazione di polizia e infine entrare in macchina per tornare alla sua villa.

-maledetti mafiosi del cazzo- ringhiò Thomson sbattendo sulla scrivania la ciambella che poco prima stava mangiando -giuro che fino alla fine li metterò tutti in cella-

-ehm agente Thomson- disse Marteen per attirare la sua attenzione -per quanto riguarda mio padre ecco...-

-non è collegato ai mafiosi quindi non ho nessun interesse nel cercarlo-

-ma...-

-e sta alla larga da quei tizi li. Ora va via che devo lavorare- Marteen lo guardò malissimo alzandosi e uscendo dalla stazione di polizia maledicendo mentalmente quell'agente. Perché non voleva aiutarlo? Sembrava essere fissato solo con il catturare quel Gregor. Quell'uomo però aveva continuato a guardarlo ridacchiando anche dopo che aveva detto il nome del padre ma per quale motivo l'aveva fatto? Era chiaro che suo padre non fosse invischiato nella mafia visto la faccia che aveva fatto l'agente ma allo stesso tempo Marteen non si sentiva sicuro. Quel Gregor sapeva qualcosa che lui non conosceva e soprattutto conosceva Ector Mais che aveva ucciso sua madre. Doveva parlare con quel Gregor quindi? Forse avrebbe avuto informazioni dall'uomo ma era comunque un mafioso e non aveva nessuna intenzione di farsi coinvolgere da quelle persone pericolose anche se potevano dargli qualche risposta.

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