Capitolo 17

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-sei davvero preso da questo nuovo ragazzo o sbaglio?- domandò Lilia osservando curiosa il fratello che si stava guardando allo specchio da minimo venti minuti e l'aveva chiamata in camera sua un'oretta prima per chiederle un consiglio.

-non sbagli- sorrise leggermente Elliott e non era uno due suoi soliti ghigni ma un sorriso vero -lui è...fantastico-

-e lo conosci da quanto?- domandò ancora sua sorella sorpresa. Certo c'erano stati ragazzi che erano durati più di altri nelle relazioni con suo fratello ma nessuno lo aveva fatto sorridere in quel modo.

-da un mesetto-

-aspetta è ancora quello dal quale ti sei fermato dopo che è andata male al locale di Gregor?- domandò sconvolta Lilia. La rossa infatti credeva che anche con quel ragazzo il fratello avesse chiuso qualunque rapporto.

-si è lui- le diede conferma Elliott -non posso farci niente Lilia, mi piace-

-cavolo non credevo ti avesse preso così tanto- Lilia era davvero sorpresa da tutta quella situazione -non è che è solo da parte tua l'interesse? Potrebbe essere dettato anche dal fatto che come mi hai detto ti ha difeso con gli uomini di Gregor-

-siamo presi entrambi anche se lui non vuole ancora ammetterlo- sospirò Elliott -fa finta che non gli importi di me e che per lui sia solo sesso quello che facciamo ma lo vedo come mi guarda. Ha lo stesso sguardo che ho io quando sto con lui e semplicemente siamo cotti l'uno dell'altro-

-e gli hai detto la verità?- lo sguardo pece di Elliott si adombrò leggermente mentre si voltava verso la sorella.

-ho paura di farlo-

-ma tu non hai mai...-

-con Marteen è diverso- sussurrò ancora Elliott -ho capito perfettamente che non gli piacciono tanto le cose illegali e io...lo sai anche tu che la gente non crede mai che siamo dalla parte dei comuni cittadini- Elliott si passò una mano tra i capelli.

-ma dovresti comunque dirglielo perché se continuate così mentirgli è la cosa peggiore-

-sono terrorizzato dal fatto che possa in qualche modo allontanarmi se scopre la verità- scosse nuovamente la testa Elliott.

-hai mai pensato al fatto che forse voglia scoprirlo da te e non da qualcun altro? Che poi come ha fatto a non capire chi sei e cosa fai? Il tuo cognome, anzi il nostro cognome, è un faro nella notte-

-non è di qui- sussurrò Elliott.

-quindi non può saperlo ma per me dovresti parlargli e comunque stavi bene anche in jeans e maglietta prima- borbottò Lilia notando come il fratello si fosse nuovamente messo una camicia e quello che sembrava essere un pantalone gessato. Così le sembrava davvero troppo serio.

-non voglio sembrare uno scappato di casa-

-ma così sei troppo elegante!- Lilia scosse la testa -fa come vuoi ma non chiedermi consigli se poi non li ascolti- e la rossa si alzò di colpo per uscire dalla camera del fratello e tornando nella proprio, aveva davvero bisogno di studiare per gli esami che si stavano avvicinando, e non aveva tempo da perdere dietro ad Elliott.

Elliott che sospirò pesantemente controllandosi nuovamente allo specchio prima di togliere il cellulare dalla carica per mandare un messaggio a Marteen e avvisare che stava arrivando. Alla fine il biondo aveva ceduto dopo una settimana ed Elliott era stata la persona più felice del mondo quando aveva ricevuto il numero dell'altro.

Il castano non aspettò nemmeno la risposta di Marteen e uscì velocemente dalla sua camera.

-dove stai andando?- il ragazzo si bloccò di colpo alla domande del padre e gli sorrise leggermente.

-ho un appuntamento- vide l'uomo alzare le sopracciglia sorpreso ma non fece nessun commento in particolare.

-portati dietro la pistola-

-papà- protestò Elliott che quando usciva con Marteen evitava di tenere la stessa addosso per paura che l'altro potesse sospettare qualcosa, la maggior parte delle volte la lasciava in macchina ma per quel pomeriggio aveva intenzione di fare un giro con la suddetta macchina quindi non poteva lasciarci dentro la pistola.

-Elliott per favore- sospirò Philip -non lo dico per dispetto perché ho capito che la persona con cui stai uscendo non sa di te ma perché lo sai che ci stanno con il fiato sul collo e devi poterti difendere-

-e va bene- borbottò Elliott prendendo la sua pistola dalle mani del padre per poi nasconderla in qualche modo grazie alla felpa con la cerniera che si era messo da sopra la camicia per non sembrare troppo elegante come aveva detto la sorella. Dopo aver fatto ciò salutò suo padre con la mano e si diresse verso il garage dove mise immediatamente in moto la sua macchina per raggiungere il più velocemente possibile Marteen visto che non voleva far aspettare troppo il biondo. Per sua fortuna non incontrò tanto traffico e in pochi minuti raggiunse quel maledetto hotel che stava letteralmente cadendo a pezzi e scrisse un altro messaggio a Marteen. Marteen che uscì dall'hotel subito dopo l'invio di quel messaggio segno che lo stava aspettando all'ingresso.

-buongiorno- sorrise Elliott quando Marteen entrò nella sua macchina e si sporse per potergli lasciare un bacio sulle labbra.

-giorno- sussurrò Marteen osservandolo attentamente -da dove esce questa macchina comunque? Sembra molto costosa-

-me l'ha regalata mio padre- ridacchiò Elliott dicendo la verità -mi piaceva il modello- continuò mentre Marteen si allacciava la cintura di sicurezza.

-non andare troppo veloce che io non sono abituato alle macchine- ed era vero visto che nel suo paese quasi nessuno si spostava in macchina e la sua famiglia non ne aveva mai avuta una. Qualche volta ci era salito, quando andava a ballare nei locali la sera del paese vicino al suo, ma non lo faceva ormai da un bel po'.

-tranquillo- sussurrò Elliott guardando nello specchietto retrovisore mentre gli veniva una gran voglia di uscire la pistola e sparare ad Hugo. Non lo sopportava davvero più visto che se lo trovava sempre nelle vicinanze quando era in giro con Marteen.

-tutto bene?- domandò preoccupato Marteen vedendo il suo sguardo.

-si, tutto okay- rispose Elliott che non voleva far preoccupare Marteen per la presenza dell'uomo di Gregor.

-hai ringhiato contro lo specchietto- gli fece notare ancora Marteen.

-non ti preoccupare- continuò a dire Elliott.


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