Capitolo 30

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Elizabeth lanciò un'occhiataccia in direzione dell'uomo che aveva difronte e che stava continuando a ghignare della sua direzione lanciando quello che a tutti gli effetti era un coltello. La sera prima, quando era entrato di nuovo quel tizio, aveva semplicemente pensato che volesse toglierle anche il bracciale come aveva fatto con gli orecchini e mai si sarebbe aspettata di risentire la voce di Ian. Ian al quale quell'uomo aveva dato un ultimatum e Elizabeth era preoccupata per lui perché aveva chiaramente capito dal tono di voce che aveva usato l'altro che aveva tutte le intenzioni di andare a salvarla. Ma salvarla significava rischiare molto ed Elizabeth non voleva assolutamente vedere Ian in pericolo.

-quando arriva il tuo uomo- si spazientì l'altro bloccando il coltello e alzandosi per raggiungerla e portare la lama sulla sua guancia -o devo dargli un incoraggiamento?-

-meglio che non arriva- rispose secca Elizabeth ma si pentì di quelle parole quando la porta della stanza nella quale si trovava si aprì rivelando la presenza non solo di quello che era uno degli uomini che l'avevano rapita ma anche quella che era una versione cresciuta di Ian. Era certa fosse lui perché quei bellissimi occhi non li avrebbe mai dimenticati.

-oh eccoti Ector- rise Lotar vedendo il moro entrare -vedo che sei venuto da solo come ti avevo detto-

-lasciala andare- disse secco Ian lanciando uno sguardo preoccupato in direzione di Lili.

-se la lascio andare tu devi darmi la metà di quello che hai e anche giurarmi che non intralcerai più i miei affari-

-lo farò-

-sei sicuro?- domandò ancora Lotar andando alle spalle della bionda giocando ancora con il coltello che aveva in mano anche se lo stava facendo fin troppo vicino ad Elizabeth.

-si, lasciala andare-

-vedi perché non sarai mai forte come me Ector ti importa delle persone- Lotar mise il coltello sotto la gola di Lili facendo venire un colpo ad Ian che fece per avvicinarsi -non ci provare o la sgozzo veramente- e il moro si bloccò anche se dovette sorreggersi meglio alla stampella, stampella che in quel momento notò Lili e che guardò sconvolta: cos'era successo? -vediti hai letteralmente paura che io uccida questa insulsa donna quando potresti fregartene altamente e vivere tranquillo-

-non tutti sono senza sentimenti come te- disse secco Ian -ora lasciala andare e ti prometto che manterrò il nostro accordo-

-si certo come vent'anni fa no? Mi avevi promesso che mi avresti lasciato stare se ti avessi detto chi aveva sterminato la famiglia ma quando ti ho rivelato che ero stato io hai tentato di uccidermi e poi mi hai incastrato in prigione- ringhiò Lotar per niente propenso a collaborare in quel momento cosa che preoccupò moltissimo Ian -sono felice però di vedere che non riesci a reggerti in piedi- l'uomo rise -ho sbagliato mira ma è più soddisfacente vederti ridotto in questo stato che non morto- e Lili sgranò gli occhi con una voglia matta di tirare un pugno a quell'uomo che aveva ridotto in quello stato Ian.

-adesso è diverso Lotar, adesso la mia ragazza è tra le tue mani- e Lili sorrise leggermente a sentirsi considerare ancora la ragazza di Ian, per un po' di anni infatti aveva iniziato a pensare che il moro non l'amasse veramente come le aveva fatto credere.

-però sei disarmato e da solo- ridacchiò Lotar -potrei uccidere entrambi-

-col cazzo che lo tocchi- ringhiò Lili.

-oh guarda la tua ragazza ha tirato fuori gli artigli- disse divertito prendendo il volto di Elizabeth tra le mani e avvicinandolo al suo per incutere timore alla bionda.

-Lotar lasciala stare- cercò di dire Ian preoccupato, preoccupazione che si trasformò in sorpresa pura quando Elizabeth diede una testata a Lotar tanto che lo fece allontanare da lei leggermente stordito. Ian non perse tempo e prese la pistola dalle mani dell'uomo al suo fianco mettendolo al tappeto con un pugno nello stomaco e sparò velocemente verso Lotar che non ebbe il tempo di fare niente prima di trovarsi con una pallottola al centro della testa. -Lili stai bene?- chiese con ansia Ian cercando di avvicinarsi alla ragazza ma a metà strada la gamba destra gli cedette facendolo cadere in ginocchio.

-sto bene non sforzarti- disse Elizabeth preoccupata a morte per il moro -attento- urlò poi visto che l'uomo che in precedenza Ian aveva messo al tappeto lo stava per colpire alle spalle ma qualcun altro fece irruzione nella stanza e quando Elizabeth riconobbe Philip per poco non si mise a piangere dalla felicità.

-cazzo mi hai fatto preoccupare con quello sparo- disse proprio il castano aiutando il suo migliore amico ad alzarsi in piedi dopo aver detto ai suoi uomini di tenere fermo l'ultimo rimasto che non era riuscito a raggiungere Ian.

-sto bene. Slega Lili- disse Ian e Philip annuì andando velocemente verso la bionda.

-ciao Lili- le disse slegandola velocemente -come stai?-

-mi fa male la testa- borbottò lei facendosi aiutare dal castano anche ad alzarsi in piedi visto che aveva le gambe leggermente intorpidite.

-la testa? Perché?- domandò preoccupato il castano.

-ha dato una testata a Lotar- spiegò Ian mentre i due si avvicinavano e Lili si fiondava letteralmente tra le sue braccia -mi hai fatto preoccupare amore mio- le sussurrò poi tenendola stretta e pregando che la sua gamba non cedesse nuovamente.

-ah pensavo peggio- sospirò Philip per poi rivolgersi ai loro uomini -controllate tutta la struttura perché non voglio avere problemi. Io porto Ector fuori per sicurezza- tutti annuirono e Philip fece da appoggio al suo migliore amico per andare più velocemente con Lili ancora al loro fianco.

-Amelie dov'è?- domandò dopo un po' la bionda.

-a casa- rispose Philip -ti stritolerà per bene per quanto era preoccupata. Come cazzo ha fatto quel bastardo ad arrivare a te?-

-è una lunga storia- sussurrò Lili distogliendo leggermente lo sguardo -ve ne parlerò, lo giuro, ma non voglio ripetere la storia più volte quindi aspetto di vedere anche Meli-

-allora andiamo velocemente a casa- le disse Ian baciandola cosa che colse leggermente di sorpresa Lili anche se la bionda poi rispose a quel bacio che desiderava ormai da anni.


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