Capitolo 8

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-ehi Ian- il moro alzò di scatto lo sguardo dal suo computer per andare a fissare con insistenza quello che era il suo migliore amico che era appena entrato nel suo studio -non guardarmi così non c'è nessuno in giro altrimenti ti avrei chiamato Ector- sbuffò il castano raggiungendo la scrivania dell'altro e porgendogli quella che a tutti gli effetti era una lettera -uno degli uomini di Gregor ha consegnato questa poco fa e si è volatilizzato-

-cosa vuole Gregor adesso- borbottò Ian prendendo la lettera dalle mani di Philip per poterla aprire con calma e leggere il suo contenuto:

"Ector Ector Ector, o dovrei dire Ian?"

-coglione- ringhiò Ian alzando gli occhi al cielo per quella prima frase, poi continuò a leggere:

"sono molto offeso dal fatto che tu stia cercando di incastrarmi dopo che per anni abbiamo lavorato insieme e per questo motivo ho anche deciso di mandarti questa lettera: prova ancora a incastrarmi con la polizia e la persona a te più cara farà una brutta fine".

-cosa?- sbottò Ian sgranando gli occhi mentre Philip lo osservava curioso di capire cosa ci fosse scritto in quella lettera da far adirare in quel modo una delle persone più pazienti del mondo.

-che ti ha scritto? È per il fatto che abbiamo cercato di incastrarlo? Per quanto ne so lo hanno rilasciato questa mattina perché le prove non erano tanto schiaccianti da incastrarlo del tutto, eppure Andrew me lo aveva detto che gli servivano tutti i file- borbottò l'ultima parte il castano passandosi una mano tra i capelli mentre Ian gli porgeva la lettera per fargliela leggere.

-ho sbagliato a dirgli il mio vero nome anni fa-

-ti fidavi di lui e stavamo collaborando perciò lo hai fatto anche se adesso è uno dei pochi che sa che Ector Mais è solo una copertura- lo rassicurò Philip che credeva che solo quello aveva innervosito il suo migliore amico ma dopo aver letto del tutto la lettera corrucciò la fronte -a chi vuol far del male?- domandò più a se stesso che all'altro -la mia famiglia è al sicuro qui quindi noi non possiamo essere e i tuoi sono morti quasi trent'anni fa ormai-

-Lili- disse invece Ian -quel bastardo ha scoperto di Lili in qualche modo e adesso mi sta ricattando-

-Ian non credo che Gregor sappia di Elizabeth- disse Philip rileggendo la lettera -siamo stati attenti a non far trapelare mai niente su di lei e molti credono ancora che tu sia un donnaiolo anche se non tocchi una donna da quando ce ne siamo andati da quel villaggio-

-e allora chi può essere? Solo Lili corrisponde perfettamente alla definizione "persona e te più cara" escludendo voi Borromeis, che come hai detto siete al sicuro visto che ognuno nella tua famiglia sa difendersi, nessun altro mi è vicino e amico. Lili invece non solo non sa qual è il mio lavoro ma è lontana da me e chiunque potrebbe attaccarla-

-continuo a dirti che di Lili non può sapere perché la conosciamo solo io e Meli oltre a te e lo sai che nessuno di noi due ti tradirebbe mai-

-potrebbe aver sentito qualcosa in tutti questi anni e quindi essere arrivato a Lili-

-Ian non abbiamo mai detto il nome del paese nel quale abita e nessuno può controllare spostamenti ormai avvenuti ventitré anni fa- Philip sospirò -non so chi intenda ma sono certo che non sia Lili-

-speralo altrimenti se muore per colpa mia vivrò con il rimorso per il resto della mia vita anche perché non sono mai riuscito ad andare a trovarla- sussurrò l'ultima frase mettendosi una mano sulla coscia destra.

-Ian...lo sai che ti abbiamo tenuto qui perché altrimenti...-

-spostarmi sarebbe stato come dire a tutti che avevo qualcuno di importante nella mia vita e allo stesso tempo significava rivelare a Lili che ero a capo di una società mafiosa- concluse per lui Ian -so che lo avete fatto per il mio bene ma non mi sono mai...mi sento in colpa per non essere mai andato da lei nonostante glielo avessi promesso e la cosa che non la posso contattare per non metterla in pericolo mi manda ancora più in bestia- sbuffò il moro -chissà quante volte mi ha chiamato sul numero che abbiamo usato per sembrare ragazzi normali e che abbiamo...dovevo tenere quella sim-

-Ian tenere quella sim significava mettere in pericolo Lili, lo hai detto tu stesso-

-lo so ma adesso ho questa bruttissima sensazione che Gregor possa arrivare a Lili e ucciderla che mi devasta-

-posso mandare qualcuno a controllarlo da vicino senza farsi vedere e nel mentre blocchiamo il nostro piano di assicurarlo alla giustizia. In questo modo possiamo evitare che uccida chiunque volesse indicare nella lettera e allo stesso tempo possiamo scoprire l'identità di questa persona- propose Philip. Non che volesse realmente bloccare il loro lavoro, non dopo tutta la fatica che avevano fatto per trovare tracce ben evidenti dei traffici di Gregor ma in quel momento era più importante rassicurare Ian e poi si sarebbe impegnato nel cercare di sbattere in prigione quel bastardo di Gregor il più velocemente possibile.

-facciamo così allora e se scoprono qualcosa su Lili avvertimi immediatamente- concesse Ian sospirando pesantemente e sperando in cuor suo che la sua piccola Lili stesse bene, che quella di Gregor fosse solo una minaccia a vuoto per farlo desistere e non che avesse veramente qualcuno sotto controllo. Poteva sperare ma allo stesso tempo doveva assolutamente accertarsi che quelle minacce non fossero vere.

-vado subito ad avvisare uno dei nostri che si deve mettere al lavoro allora- disse convinto Philip prima di poggiare una mano sulla spalla di Ian e sorridergli rassicurante -quel pazzo non può avere veramente la tua Lili-

-uh- fu l'unica cosa che disse Ian prima che Philip scomparisse dal suo studio. L'uomo sospirò pesantemente chiudendo per un momento gli occhi ripensando alla sua bellissima Elizabeth e a quanto la donna gli mancasse terribilmente. No, non voleva assolutamente che potesse succederle qualcosa di male.


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