Capitolo 3

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-non ci posso credere che ci hai fatti arrivare in un posto sperduto del genere Ian- urlò Amelie guardando malissimo il migliore amico del suo ragazzo che stava sospirando anche se sembrava molto più tranquillo di quando erano partiti.

-calmati Amelie- le sussurrò Philip abbracciandola di spalle e lasciandole un bacio sui capelli riccissimi e rossi -abbiamo bisogno di un posto sperduto come questo per organizzare il tutto e lo sai-

-non capisco perché sono dovuta venire anch'io se si tratta dei vostri affari da maf...-ma la rossa non continuò la frase visto che insieme agli altri due dalla stazione erano quasi arrivati al paesino che Ian aveva scelto e di certo non voleva far saltare la loro copertura subito.

-perché la tua presenza qui potrebbe essere più convincente e poi il tuo ragazzo non si fidava a lasciarti a casa da sola- le spiegò con molta calma Ian, il moro era sempre molto calmo e raramente perdeva la pazienza cosa che Amelie apprezzava molto.

-ma comunque non abbiamo portato con noi nostro figlio- sussurrò ancora la rossa guardando in direzione del suo ragazzo che sospirò.

-nessuno è ancora a conoscenza che è nato nostro figlio amore quindi è al sicuro nascosto a casa con le cameriere e non in giro con noi cosa che rivelerebbe la sua esistenza a tutti i nostri nemici-

-e va bene comunque qui come dobbiamo chiamarti?-

-Meli glielo chiedi dopo averlo chiamato Ian?- sbottò Philip alzando gli occhi al cielo.

-Ian va bene, se dico di chiamarmi Ector potrebbero arrivare più facilmente a me- rispose il moro passandosi una mano tra i capelli continuando a camminare in cerca di un posto che potevano utilizzare per poter passare la notte anche se in quel paesino sembrava non ci fossero Hotel, aveva davvero scelto un posto molto sperduto.

-ottimo, lo sai che odio chiamarti con un nome diverso dal tuo-

-amore lo sai che lo fa per nascondere la sua identità e dovremmo farlo anche noi solo che ormai è troppo tardi- sussurrò Philip per poi guardare confuso in direzione del suo migliore amico che si era fermato di colpo e stava guardando con interesse qualcosa -cosa hai visto?- Ian però non gli rispose e osservò ancora la bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi che sembrava averli notati e che stava andando proprio verso di loro.

-salve, siete di passaggio? Non credo di avervi mai visti prima qui- disse la bionda sorridendo loro e mettendo completamente sulla difensiva Philip mentre Ian la stava fissando in completo silenzio attentamente.

-ehm ragazzi- disse Amelie preoccupata tirando una gomitata al suo ragazzo che si decise a parlare al posto del suo migliore amico.

-siamo qui per una piccola vacanza per questo non ci hai mai visti prima-

-oh, e come mai proprio qui? Non c'è niente!-

-potrebbe non esserci niente ma per gente che viene da una grande città un posto tranquillo è una benedizione- parlò finalmente Ian sorridendo alla bionda e lei di rimando gli sorrise anche se con lo sguardo i due si stavano scrutando intensamente cosa che non passò minimamente inosservata ad Amelie. Non aveva mai visto Ian guardare una ragazza con quegli occhi.

-allora benvenuti. Quanto vi fermerete?- la bionda sembrava saper solo sorridere visto che non stava facendo altro da quando si era avvicinata loro.

-non lo sappiamo- disse ancora Ian -dobbiamo trovare anche un posto dove dormire in realtà-

-io e mia madre viviamo in una casa enorme con parecchie stanze quindi potrei chiederle di ospitarvi. Sono Elizabeth comunque- si presentò la bionda porgendo loro la mano.

-ci saresti davvero d'aiuto Elizabeth. Io sono Ian- si presentò senza pensarci due volte il moro -e loro sono il mio migliore amico Philip e la sua ragazza Amelie- continuò le presentazioni e Elizabeth strinse la mano anche agli altri due.

-vado a vedere se posso ospitarvi allora. Vi farò saper il prima possibile- e così dicendo la bionda scomparve dalla loro vista velocemente come era arrivata.

-possiamo fidarci?- domandò titubante Philip verso il suo migliore amico che sospirò.

-mi sembra tranquilla-

-ti sembra tranquilla perché l'hai adocchiata- continuò ancora il castano alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto -dovevamo fare dei controlli sulla gente del posto prima di arrivare almeno avremmo avuto un confronto e...-

-ti preoccupi troppo Philip. Questo è un piccolo paese che non conosce il nostro mondo quindi sono certo che non dobbiamo preoccuparci. Avete preso dei telefoni provvisori vero?- domandò a bassissima voce Ian in direzione dei due che annuirono.

-tu però non lo hai fatto- disse Amelie indicando con il mento il cellulare bianco che il moro aveva nei jeans.

-l'ho portato per sicurezza ma è spento- fece notare Ian prendendolo -ne ho uno di riserva adesso-

-basta che ti ricordi di spegnerlo nel caso sei costretto ad usarlo-

-ho mai dimenticato di fare una cosa del genere?- chiese Ian alzando gli occhi al cielo -non vi preoccupate ho tutto completamente sotto controllo-

-lo spero- concluse a bassissima voce Philip anche perché la bionda stava ritornando da loro molto velocemente e non voleva farle sentire i loro discorsi.

-mia madre ha detto che non ci sono problemi- spiegò lei sorridendo principalmente a Ian mentre ad Amelie veniva da sorridere: quei due già si piacevano.

-ottimo, grazie per la tua ospitalità Elizabeth-

-oh per così poco non dovete ringraziarmi. Non capita spesso di avere volti nuovi da queste parti- spiegò la bionda mentre faceva cenno ai tre di seguirla in modo da poterli condurre in quella che sarebbe stata la loro base di appoggio in quel piccolo paese. Philip, mentre camminavano, si appuntò mentalmente di stare più attento del solito visto che il suo migliore amico sembrava così tanto preso dalla bionda che molto probabilmente avrebbe potuto lasciare roba in giro e non era minimamente il caso di far sapere a tutto il paesino chi erano in realtà e cosa erano andati a fare li.


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