Capitolo 28

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-dov'eri finito?- borbottò Elliott quando vide entrare Marteen nella sua camera.

-a mangiare- rispose il biondo raggiungendo l'altro sul letto e stendendosi al suo fianco chiudendo per un momento gli occhi -sai non mangiavo da questa mattina e tu stavi dormendo giustamente- gli fece notare Marteen mentre Elliott se lo tirava vicino. Non sapeva nemmeno lui il perché ma adorava davvero tanto coccolare e stringere a se il biondo in quel modo.

-anch'io ho fame-

-fatti portare qualcosa io ho bisogno di stare tranquillo per un po'-

-volevo mangiare con te- protestò ancora il castano che però aveva già preso il suo cellulare per chiedere alla madre di far arrivare qualcuno con del cibo.

-sono qui, non mi muovo-

-bene- e dopo quella parola i due rimasero completamente in silenzio tanto che Marteen stava per addormentarsi nuovamente cullato ancora una volta dal battito del cuore del suo ragazzo solo che si riprese di colpo quando sentì la porta della camera aprirsi. -mamma avevo detto di mandare qualcuno non di venire tu- borbottò Elliott che pensava Marteen si fosse realmente addormentato.

-non mi costa niente- rispose invece Amelie sorridendo in direzione di Marteen -come ti senti?-

-sto bene, ho ancora dolori ma sto bene-

-perfetto ma sappi che non ti permetterò di partecipare alle future missioni per un bel po'-

-andiamo mamma non puoi davvero tenermi segregato qui. Sono essenziale quindi starò fermo per poco per non parlare del fatto che mi sono mosso anche con il proiettile in corpo quindi io volendo già da domani potrei ritornare attivo-

-col cavolo Elliott- disse seria Amelie guardandolo male.

-aspetta domani hanno da fare qualcosa?- capì immediatamente Elliott -voglio esserci-

-no-

-non puoi bloccarmi-

-tu rimani qui- sussurrò Marteen che non aveva minimamente voglia di avere anche il suo ragazzo oltre che suo padre in pericolo il giorno dopo.

-tu non stavi dormendo?- gli domandò curioso Elliott -comunque voglio partecipare, mi fate sempre partecipare-

-ascolta il tuo ragazzo Elliott- incrociò le braccia al petto Amelie dopo aver poggiato il vassoio con il cibo sul comodino. E fu dicendo quelle parole che sgranò gli occhi accorgendosi che suo figlio stesse insieme a quello di Lili.

-ma...-

-per favore- sussurrò Marteen alzandosi leggermente per poter guardare negli occhi il castano -ho bisogno di qualcuno domani-

-che intendi?-

-posso dirgli tutto?- domandò invece Marteen ad Amelie che sospirò mentre Elliott guardava confuso i due non capendo di cosa stessero parlando.

-hai deciso di restare quindi alla fine tutti i mei figli l'avrebbero scoperto quindi puoi rivelargli tutto, ad avvisare Andrew e Lilia ci penso io più tardi-

-hai deciso di restare?- domandò sorpreso Elliott -non avevi detto che dovevi ancora capire?-

-ti ricordi il test che doveva fare tuo padre?- vedendo Elliott annuire continuò -ecco è arrivato il risultato e si sono il figlio di Ian, Ian che...che è il vero nome di Ector Mais-

-che?- chiese sconvolto Elliott anche se appena l'aveva sentito aveva subito collegato gli occhi grigi che amava da morire di Marteen con quelli del migliore amico del padre.

-già e pensare che lo credevo responsabile della finta morte di mia madre-

-finta?- Elliott stava guardando il suo ragazzo sorpreso e Amelie continuò per il biondo:

-un vecchio nemico dei vostri padri è uscito di prigione e non so come ha scoperto di Lili e l'ha rapita inscenando la sua morte facendola segnare come suicidio probabilmente per non far fare troppe domande ai parenti. Voleva colpire Ian e ci è riuscito. Domani devono andare a provare a salvare Lili-

-Gregor ti voleva perché lui sapeva che eri il figlio di Ector?- sussurrò Elliott e Marteen annuì mentre il castano stringeva a se il biondo -rimango con te domani- concesse allora Elliott. Voleva aiutare anche lui ma allo stesso tempo non voleva lasciare da solo il suo ragazzo e dopo aver capito in parte quello che lo tormentava non voleva lasciarlo da solo per nessuna ragione al mondo.

-ottimo Marteen ti userò per far desistere mio figlio da fare qualunque cosa pericolosa- ridacchiò Amelie felice di aver visto quella decisione da parte del maggiore.

-non ho così tanto potere Amelie- ridacchiò a sua volta Marteen -è così mansueto solo perché sa che ho bisogno di lui-

-ehi io sono qui- protestò Elliott sporgendosi leggermente per recuperare quella che era la metà di una piadina che gli aveva preparato la madre e iniziarla a mangiare con gusto per poi mettere la stessa davanti a Marteen -vuoi un pezzo?-

-tua madre mi ha già riempito di cibo, sono sazio- rispose invece lui ritornando a poggiare la testa sul petto di Elliott.

-io vi lascio soli- ridacchiò Amelie e Elliott non ebbe nemmeno il tempo di protestare per quella risata della madre che la rossa era già uscita dalla camera lasciandoli appunto soli.

-tuo padre ha detto qualcosa di me?-

-no- rispose sinceramente il biondo -prima di sapere che eravamo padre e figlio però l'ho incontrato per le scale e l'ho aiutato a scendere e mi ha chiamato "il ragazzo di Elliott" quindi lo sa-

-l'importante che non mi uccida-

-e dovrebbe uccidere il figlio del suo migliore amico perché sta con il suo di figlio?- Marteen scoppiò a ridere -ti conosce Elliott-

-lo so che mi conosce e mi ha visto crescere ma sei comunque il suo prezioso figlio. Conosco Ec..Ian, maledizione non mi abituerò mai, comunque conosco tuo padre e so che per lui la famiglia è la cosa più importate e ora ha te-

-la cosa più importante che è al sicuro con il figlio del suo migliore amico- Marteen sospirò -Elliott i tuoi genitori sono le persone di cui mio padre si fida di più, smettila di preoccuparti per il nulla e pensa solo a me-

-fino a qualche giorno fa eri "quello che c'è tra noi è solo momentaneo" e adesso te ne esci con "pensa solo a me"?- Elliott scoppiò a ridere rischiando anche in parte di strozzarsi leggermente con la piadina che stava mangiando.

-sta zitto- brontolò Marteen nascondendo il volto nell'incavo del collo del suo ragazzo.


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