Capitolo 6

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Io e Ryan eravamo in biblioteca. Avevamo un paio di ore libere e ne avevamo approfittato per sistemare i nostri appunti. Appena visti, aveva notato subito il cerotto nonostante indossassi un maglioncino e avevo mentito dicendo mi fossi bruciata con dell'acqua bollente. Ora, era da almeno venti minuti che lo fissavo con la coda dell'occhio perchè non sapevo come tirare fuori l'argomento 'non ci stiamo frequentando, vero?'. Mi ero ripromessa che lo avrei fatto dopo aver sentito i commenti di Daniel, il ragazzo di Zara, e anche le battutine di Seth. Dovevo decisamente parlare con lui ma non volevo andare diretta perchè magari ero io ad aver frainteso e avrei fatto una figura di merda. Oppure non avevo frainteso ma non volevo ferirlo o qualcosa del genere.

«Ehi, vado a prendere un caffè.» Alzò improvvisamente la testa e sussultai perchè lo stavo già fissando di nascosto. «Lo vuoi anche tu?»

«No, grazie.» 

Mi sorrise e poi recuperò il suo telefono e portafoglio. Buttai fuori un sospiro e mi accasciai allo schienale della sedia. Non ero brava in queste cose, mi dispiaceva ferire le persone, ma volevo mettere in chiaro che tra noi si sarebbe potuta creare solo un'amicizia perchè non cercavo altro. Prima però volevo capire se queste voci fossero partite effettivamente da lui oppure no. Le macchinette del caffè erano all'inizio della biblioteca e noi eravamo in fondo per cui lo persi di vista ma mentre lo aspettavo scrissi a Winter per qualche consiglio, le avevo raccontato tutto quindi sapeva cosa dovevo fare. Non le avevo ancora raccontato delle prove della Delta.

-Gli chiedi: bello, sei tu che vai in giro a dire che ci stiamo sentendo?
-Perchè sappi che non è così

-...

-Okay. Uffa.
-Prima gli chiedi se ha sentito queste voci e dalla risposta
capisci come andare avanti
-Io se fossi stata in te
avrei lasciato risolvere la questione al figo della confraternita

-Assolutamente no.
-Non è affar suo
-Sta tornando

-Addio

Bloccai il telefono e abbozzai un sorriso quando tornò a sedersi col suo caffè in mano. Dovevo approfittare del momento di pausa per parlarne.

«Posso farti una domanda?» Chiesi a bassa voce, torturandomi le mani sotto al tavolo.

Ryan allontanò il bicchierino dalla bocca. «Certo.» Si leccò le labbra.

«Ecco, non so se hai sentito queste voci-» Deglutii. «Sul fatto che ci staremmo frequentando o roba simile.»

Il suo sguardo cadde in basso e appoggiò il bicchierino al tavolo. Poi, si mosse sulla sedia e tese le labbra in un sorriso. «No. Perchè? C'è chi dice questo?»

«Non so. Qualcuno l'ha sentito dire e mi è arrivata voce.» Buttai fuori e mi tirai una ciocca dietro l'orecchio. «Volevo solo sapere che io e te siamo sullo stesso pensiero, e cioè un'amicizia, vero?»

Arricciò le labbra mentre scrollava le spalle e abbassava ancora lo sguardo. «Certo, Nyx.» Disse a bassa voce. «Amici.»

Perchè qualcosa mi diceva che era ferito?

Abbozzai un sorriso e annuii. «Bene.»

Lui me ne fece un altro, più grande ma sembrava anche più finto. «Ehi, mi sono ricordato che devo incontrarmi con Andrew.»

«Oh.» Abbassai le spalle e lo vidi mettere via le sue cose. «Si, certo. Vai pure.»

Mi regalò un altro sorriso tirato e poi si dileguò. Lo osservai camminare nel corridoio centrale fino a che non uscì dalle doppie porte ed esse sbatterono più forte del previsto tanto che quasi tutti si girarono per vedere chi fosse stato.

Avenging AngelsWhere stories live. Discover now