Capitolo 34

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Quella mattina mi ero svegliata con l'incessante vibrazione del mio telefono e un terribile mal di testa. Sembrava che qualcuno mi stesse colpendo con un martello. Con ancora gli occhi chiusi e assonnata, allungai la mano verso il comodino e alla cieca risposi al telefono.

«Chi è?» Biascicai con voce arrochita per la stanchezza.

«Ti sei divertita ieri, biondina?»

Spalancai gli occhi e fissai il soffitto. Ieri. La festa. Seth e Katy. La discussione con lui. L'alcool. Lo...spogliarello. Cazzo.

«Mmh...»

Mi misi a sedere sul letto e stropicciai il viso addormentato.

«Cos'è successo?» Domandò tranquillo ma sospettoso.

«Perchè pensi sia successo qualcosa?»

Ridacchiò. «Forse perchè hai annunciato uno spogliarello?»

«Ma non è successo...» Grazie a Chen.

«Per fortuna.» Disse. «E per fortuna hai tolto le storie o i tuoi sarebbero impazziti.»

Aggrottai la fronte. Avevo tolto le storie? Non ricordavo di averlo fatto. Misi la chiamata in vivavoce e, con ancora la vista appannata e infastidita per la forte luce che entrava dalla finestra, andai a controllare il mio profilo social. Effettivamente non c'erano più le storie e anche delle persone che seguivo non c'era niente che riguardava me. Ero sicura che molti mi stessero riprendendo ma non c'erano video o foto che mi ritraevano.

«Mh, si.» Borbottai confusa.

«Quindi, cos'è successo? Non bevi mai così tanto.» Chiese con fare serioso.

«Ho...» Mi fermai. Lui non sapeva che tra me e Seth le cose fossero andate avanti e anche oltre. Se gli avessi raccontato tutto, si sarebbe incazzato con lui e ricordavo la promessa fatta a quello stronzo sul non dire niente a Jace di noi. Ancora non capivo perchè ma avevo accettato. «Ho ricordato brutte cose e volevo cancellarle.»

Con quella scusa, che non sempre era una bugia, non avrebbe indagato oltre. Avrebbe capito di cosa stessi parlando.

«Mh. Stai meglio ora?»

«Be', ho un mal di testa allucinante ma si, sto meglio.» Sbadigliai poco.

Oltre a quello mi sentivo a pezzi, fisicamente e mentalmente. Ricordavo di come fossi andata a letto piangendo, dopo che Zara e Phoebe mi avevano aiutata ad entrare in casa. Probabilmente, più che per l'alcool, il mal di testa era dovuto a tutte le lacrime che avevo impregnato nel cuscino.

Scattai gli occhi sulla porta quando sentii bussare.

«Nyxlie, sei sveglia?»

Chen.

Deglutii. «Ehi, ora devo andare. Ci sentiamo più tardi?»

«Va bene

Chiusi la telefonata e rimasi a fissare il vuoto. Le parole di Seth erano tornate a risuonare nella mente ma ricordavo bene anche come io avessi trattato chi c'era fuori la mia stanza. Dall'altra parte, Chen bussò ancora.

«Ho portato la colazione...anche se è mezzogiorno.»

Già mezzogiorno?

«Nyxlie?» Bussò ancora.

Fissai la porta. Non potevo continuare ad avercela con lui, in fondo non aveva fatto nulla. Lo avevo trattato male ma era stato l'alcool, la rabbia e la tristezza a parlare per me. Mi feci forza e mi alzai per andare ad aprirgli.

Avenging AngelsWhere stories live. Discover now