8. Piano saga II

7 4 0
                                    

Deciso una volta per tutte di rimandare la luna di miele all'estate successiva dati i rinvii causa lavoro che oramai avevano fatto accumulare un ritardo che non avrebbe concesso agli sposini il meritato viaggio che tanto sognavano, alla fine la coppia aveva deciso di ritirarsi a Martha's Vineyard per godersi quantomeno ciò che restava delle vacanze estive.Eppure vi era una questione che Margot non riusciva ancora a togliersi dalla testa: quella del suo benedetto pianoforte parigino.

Vedendola incantata su quel balcone, austera e dall'aspetto per certi versi divino donato dalle luci riflesse – per quanto lontane – che parevano illuminarla, William non seppe trattenersi dall'uscire a sua volta per avvolgerla in un abbraccio, facendo leggermente leva in avanti così da farla poggiare sul parapetto, e incastrando la propria testa nell'incavo del suo collo che iniziò a baciare.Fu allora che si rese conto che la neo-sposa teneva il proprio cellulare tra le mani, sopra il quale ticchettava distrattamente come a carpire quale fosse il momento giusto per sbloccare lo schermo.

" Che fai? „

Le domandò allora, piano, stringendola ancora di più e iniziando ad accarezzarle con dolcezza la pancia in un gesto spontaneo, senza neanche accorgersene, quasi come se avesse avuto certezza che questa custodiva il più prezioso dei tesori dal momento che la coppia aveva finalmente preso il coraggio di iniziare a provare ad allargare la loro famiglia, ma quell'atmosfera rilassata non durò poi a lungo.

« Devo chiamare mia madre. »

Bastò infatti limitarsi al solo evocare la suocera per fare irrigidire l'uomo che, ancora stretto alla moglie, si immobilizzò.

« Oh, su! È solo per la questione del pianoforte, stai tranquillo. »

Lo rassicurò allora Margot quando notò quella reazione, già nostalgica delle dolci carezze che, sebbene non avesse chiesto, le erano parse necessarie nel momento in cui aveva cominciato a riceverle.

" Ancora? Ma dai retta a tuo padre, te ne regalo io uno uguale se ci tieni tanto. „

Non vi era nulla di strano nella proposta di William dal momento che, sin da quando lui e Margot avevano iniziato a frequentarsi, le aveva sempre fatto regali piuttosto importanti, persino quando la loro frequentazione si limitava ancora ad essere occasionale; tuttavia in quel momento specifico vi era un lievissimo doppio fine dietro quell'asserzione, poiché l'uomo avrebbe acquistato qualunque cosa pur di non correre il rischio di avere ancora l'invadenza dei suoceri tra i piedi: viziare Margot gli era sempre piaciuto, ma tenere i suoceri il più lontano possibile ancora di più.

« No, 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺, non è la stessa cosa! È una questione 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎. »

La maniera in cui pronunciò il suo nome per intero quasi lo fece rabbrividire ancora di più, poiché Margot aveva tendenza a farlo solamente in due occasioni: quando era arrabbiata con lui, oppure quando, determinata, si metteva in testa qualcosa e non vi era verso di farle cambiare idea.

" Che razza di testa dura che sei, 𝗠𝗮𝗿𝗴𝗼𝘁 𝗩𝗶𝗰𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮! La tua è una questione 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑖𝑜, altro che affettiva! Ti conosco troppo bene. „

« Non chiamarmi Margot Victoria! »

" E tu non chiamarmi William! „

E alla fine, lasciando che la situazione sfumasse sul comico, si misero a ridere quasi pizzicandosi a vicenda; ciò non tolse però che Margot, sua madre, la chiamò veramente... con William ancora dietro di lei.

❝ Hallo, Margot? ❞

Chantal non ci mise poi molto a rispondere, forse una telefonata dalla figlia se la aspettava, o forse aveva già il telefono in mano per motivi suoi.

« Ciao mamma! Come stai? »

❝ Oh, tutto bene 𝑚𝑎 𝑝𝑢𝑐𝑒. E tu? Ho visto che siete partiti... finalmente. ❞

« Sì, beh... ci sono stati dei contrattempi. »

❝ Contrattempi tipo che sei incinta?? ❞

A quelle parole Margot dovette trattenersi dal sospirare sonoramente, mentre William rise sotto i baffi praticamente addosso a lei, tanto vicino da poter ascoltare la conversazione. Margot in effetti non aveva detto a sua madre della decisione che avevano preso circa il provare ad avere un bambino, e avrebbe continuato a non dirglielo... conoscendola.

« No, mamma. »

Si limitò allora a rispondere, con tono seccato, sebbene in verità non ne avesse la certezza ed anzi, sperava nel contrario.

❝ ... Ouf, spero che William 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑣𝑒𝑑𝑎 a farti tornare incinta almeno da questa pre-luna di miele! ❞

L'uomo ridacchiò ancora, beffardo, allontanandosi un po' dalla moglie così da farsi sentire solo da lei.

" Neanche hai idea di quanto stia provvedendo... „

Commentò divertito, prendendosi prontamente una gomitata da Margot.

" AHIA! „

E Margot gli fece segno di avere quantomeno la decenza di soffrire in silenzio!

❝ Chi è? William? ❞

« Sì mamma, lui... si è tagliato. È proprio uno sbadato. »

Rispose lei inventando la prima cosa che le veniva in mente e incappando in un'occhiataccia da parte del marito, che mimò la parola "stronza" con le labbra.

« COMUNQUE! Tornando a noi: ho sentito papà l'altro giorno e gli avevo chiesto una piccola cortesia che però non vuole farmi, quindi mi domandavo se posso contare almeno su di te, 𝑚𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑎! »

Eppure quando formulò la frase, Margot dall'altro capo del telefono non trovò che silenzio. Strano, non era da Chantal reagire così. Non soltanto aveva sempre un commento per qualunque cosa, ma quando si trattava di avere la possibilità di surclassare Aristotle in una qualsivoglia questione, era sempre in prima linea.

« ... Mamma? »

❝ Ohw... sì... tuo padre me l'ha raccontato. Vedi Margot... stavolta purtroppo non possiamo aiutarti. ❞

No un momento, cosa? Dire che la bionda rimase spiazzata era un eufemismo.

« Ma come? L'unica volta che tu e papà siete d'accordo su una cosa deve andare contro di me?? »

❝ Ma nessuno ti è contro! È solo che quel pianoforte – perché immagino che sia per questo che tu mi abbia chiamata – deve restare a Parigi. ❞

« Deve? L'ha prescritto il medico? »

❝ È in tinta col mobilio del salone, e tu sai quanto sia difficile trovare qualcosa che ci si intoni vista la particolarità del nostro salone! Per non parlare del fatto che è un'antica eredità di famiglia e non ho intenzione di farlo imbarcare su un cargo per gli Stati Uniti! ❞

Margot era sconvolta: da parte di sua madre aveva trovato un muro ancora più inscalfibile di quello che aveva trovato con suo padre... assurdo.

« Eredità di famiglia? Non me l'avevate mai detto... »

❝ Eh... sì, apparteneva a un trisavolo. ❞

« Da parte tua o di papà? »

❝ ... ❞

« Mamma? Mi senti? »

❝ Come? Pronto? Pronto? Non ti sento più! ❞

« Ma io ti sento... »

❝ Margot? Mi senti?? ❞

« Io sì, ma— »

❝ Mi spiace per il pianoforte, sono sicura che William non vede l'ora di regalartene uno nuovo! ❞

« MA PERCHÉ DEVE COMPRARMELO LUI SE CE L'HO GIÀ?! »

La scena era ai limiti del ridicolo, Chantal stava palesemente fingendo che non ci fosse linea, e William nel frattempo se la rideva perché, come voltava e come girava, alla fine veniva sempre messo in mezzo lui per soddisfare i capricci di Margot.

❝ Oh, questa Grecia! Ma li hanno i ripetitori laggiù? ❞

« Ma guarda che io ti sento, e poi ti ho detto che la Grecia l'abbiamo rimandata all'anno prossimo! Siamo a Martha's Vineyard! Al massimo sarà un problema della Franc— »

❝ Comunque sia mon amour io devo andare, poi fammi vedere che pianoforte ti ha regalato William! ❞

« MA NON È LUI CHE DEVE REGALARMELO! »

❝ DIVERTITEVI E SALUTAMELO, CIAO! ❞

« MAMMA!!! »

❝ E ricordagli che deve farti tornare incinta, bisous bisous ! ❞


𝙇𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖𝙩𝙖 𝙚̀ 𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙖𝙩𝙖.


..." Sai amore... „

« No. »

" Non sai neanche cosa stavo dicendo. „

« Di rinunciare perché tanto per te non è un problema trovarne uno uguale: no. »

" ... „

« Ecco, appunto. »

" STAVO PER DIRTI DI PREPARARTI COSÌ ANDIAMO A CENA! „

« BUGIARDO!! »

" PROVALO. „

« Quanto sei paraculo. »

" Bah, che modi! Stasera ti punisco. „

« Non vedevi l'ora, eh? »

The Royal TragedyWhere stories live. Discover now