12. Piano saga IV

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𝑇𝑜𝑢𝑗𝑜𝑢𝑟𝑠 𝑠𝑎𝑚𝑒𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑡𝑟𝑒 𝑠𝑒𝑝𝑡𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒.

Margot si muoveva circospetta nella sua stessa casa dopo che i coniugi Duvall, sorprendendo in pieno i coniugi Baldwin-Somerset nel loro strampalato tentativo di effrazione, li avevano fatti accomodare non senza riserva.In particolare era Aristotle a guardare la figlia con sguardo contrariato, poiché era venuta meno a ciò che lui le aveva espressamente vietato: introdursi in casa di nascosto col fine ultimo di riprendersi quel dannato pianoforte.Chantal era confusa, mentre  probabilmente William sarebbe voluto sprofondare sotto terra per il solo fatto di essersi fatti sorprendere come due sprovveduti. Ma chi gliel'aveva fatta fare di assecondare sua moglie in un piano tanto folle?

" Sei sempre la solita testa di cazzo, Margot! Credevo che sposarti ti avrebbe fatta crescere un po', invece sei ancora più bambina viziata di prima! Almeno finché ero io ad occuparmi di te qualche limite te lo mettevo, invece 𝑙𝑢𝑖 non ha fatto altro che farti diventare ancora più irresponsabile e viziata di prima assecondando ogni tuo capriccio! „

Aristotle era proprio fuori di sé, al punto che d'istinto non era nemmeno riuscito a posare la mazza da baseball che stringeva ancora tra le mani. Margot non aveva molto in nota le parole che le stava sbraitando contro, anzi, aveva incrociato le braccia al petto e aveva iniziato a guardarsi intorno nello sconfinato salone della sua dimora parigina. Al contrario, furono Chantal e William a reagire a quelle parole eccessive: la donna fulminò il marito con lo sguardo, mentre Will si mise direttamente in mezzo.

❝ Ehi, piano con le parole. ❞

E si limitò anche, se non altro per rispetto verso la figura del suocero, padre della donna che aveva sposato... e padrone della casa nella quale avevano cercato di introdursi illegalmente.

" Non sto parlando con te, Baldwin. „

Aristotle invece era molto meno contenuto e a dir poco infuriato, al punto che William alzò un sopracciglio, e solo allora Margot parve reagire a quegli attacchi: finché sbottava contro di lei poteva anche ignorarlo, ma contro William non lo sopportava.

❝ No infatti, stai parlando con mia moglie. ❞

" Sto parlando con 𝗺𝗶𝗮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮, in 𝗰𝗮𝘀𝗮 𝗺𝗶𝗮, la stessa in cui vi stavate introducendo di nascosto e senza invito. Ringrazia se non chiamo la polizia, se non ti stanno bene i miei modi puoi sempre tornartene da dove sei venuto. „

❝ Sicuramente, ma Margot viene con me. ❞

" Non credo proprio, non devo chiederti il permesso per parlare con mia figlia. „

❝ Ci sono modi e modi per parlare. ❞

" E tu che ne sai di come si parla ad un figlio? Mettine al mondo uno e poi potrai parlare. „

I due uomini avevano così iniziato un pungente botta e risposta conclusosi con le peggiori parole che Aristotle avrebbe potuto rivolgere al genero in un periodo come quello, ignaro di quanto stesse accadendo nella vita "genitoriale" dei due neo-sposi. William in un primo momento rimase sbigottito e spiazzato poiché colpito proprio sul più fresco dei punti deboli del suo matrimonio, ma Margot – che in quella storia di gravidanze mancate si sentiva colpevole come una ladra – lo precedette nella replica.

« IO sono a casa mia, e se ci voglio portare mio marito ce lo porto visto che a) questa casa è mia quanto vostra e b) voi in teoria non dovevate nemmeno essere qui. Avete cambiato la serratura senza nemmeno avvisarmi, chiudendomi fuori, e ti giuro papà che se non ti calmi sia con me che con lui è la volta buona che esco da quella porta e non mi vedi più: b a s t a. »

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